Diritti in senso ampio: lotte di civiltà e discussioni sulle tematiche collegate.
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“Le donne devono essere più sobrie, dare importanza all’essere più che al sembrare, solo così si possono evitare altri casi di femminicidio. le donne non si devono truccare, mettersi il rossetto, devono volersi bene per quello che sono” Parola di Oliviero Toscani, noto fotografo italiano, che in un’intervista rilasciata pochi giorni fa, si scaglia contro le donne e le loro responsabilità nel caso di femminicidio.
Si è riunito a Bologna, nei giorni 23 e 24 marzo, il Consiglio Nazionale di Arcigay, in occasione del quale è stato eletto il nuovo organismo dirigente.
Il nuovo presidente è Alberto Baliello, al suo fianco i due vice presidenti Rosario Duca e Salvatore Simioli. Nella segreteria nazionale dell’Associazione entrano a far parte anche Bruno Moroni, delegato omofobia e coming out, e Ottavia Voza, delegata tematiche trans.
Via Garibaldi, Viale San Martino, Corso Cavour, Via Principe Umberto, Piazza Mazzini, Viale Vittorio Emanuele, ecc. ecc. Le strade, le piazze, i giardini e i luoghi urbani in senso lato, delle nostre città brulicano di nomi altisonanti ma, solamente il 4% di questi appartiene a donne. A guardare le tante targhe presenti nelle nostre città siamo tristemente costretti ad affermare che nonostante la storia pulluli di tante illustri figure femminili l’evidente sessismo caratterizza l’attuale onomastica urbana. Ne parliamo con Maria Pia Ercolini, fondatrice di “Toponomastica femminile” gruppo nato per impostare ricerche e pubblicare dati con l’obiettivo di fare pressioni su gli enti locali al fine di far intitolare le prossime vie alle donne che si sono distinte sul territorio tentando di colmare la loro assenza nel Paese e poter riscoprire le molte biografie femminili cancellate dalla storia per promuovere, anche in questo modo, la parità tra donna e uomo.
1) Maria Pia Ercolini, studiosa di geografia e fondatrice del gruppo” Toponomastica femminile”, come nasce l’amore per la toponomastica?
Mi occupo di didattica di genere e studio itinerari turistico-culturali alla scoperta delle tracce lasciate dalle donne. È stata una mia alunna, durante un’uscita scolastica, a osservare l’assenza delle intitolazioni femminili. Da allora è nata la curiosità e la ricerca personale.
Antonella Riotino (21 anni), Antonia Azzolini (66 anni), Sharna Gafur (18 anni), Elda Tiberio (93 anni ), Edyta Kozakiewicz (39 anni), Camilla Auciello (35 anni), Vanessa Scialfa (20 anni), Pierina Baudino (82 anni), Julissa Feliciano (26 anni), Jasvyr (32 anni), Carmela Petrucci (17 anni), Violeta Coriou (35 anni), Lisa Puzzoli (22 anni).
I nomi sopra elencati non sono opere di fantasia, raccontano di alcune delle allarmanti storie realmente accadute nel nostro paese, esprimono, ancora una volta, l’orrore di una mattanza silenziosa figlia del “dominio maschile sulle donne” quella che Bordieu sosteneva essere “la più antica e persistente forma di oppressione esistente.” Quasi certamente le donne sopra elencate non si conoscevano fra di loro, cosi come non le conosce la maggior parte degli italiani. Donne diverse per età, religione, cultura e retroterra sociali differenti, molto istruite o meno, benestanti o meno, ma gli inquietanti episodi che le hanno viste come protagoniste e che le legano indissolubilmente l’una a l’altra ricordano “A letto con il nemico”, un vecchio film con Julia Roberts che riassume una realtà molto più diffusa di quanto risulti nelle statistiche e che raccontano una barbarie che troppo spesso cerchiamo di ignorare.
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