Diritti in senso ampio: lotte di civiltà e discussioni sulle tematiche collegate.
Immagine liberamente ripresa da pxhere.com
Un manifesto in una sedia ed un oggetto abbandonato o meglio, un oggetto che attende che sua la proprietaria venga a riprenderlo: è questo “Posto Occupato”. Campagna di sensibilizzazione contro il femminicidio, partita a giugno 2013 da Rometta Marea (Messina), e divenuta “contagiosa” in ogni parte d’Italia e può essere appoggiata dal singolo cittadino e/o ente di ogni genere, e da ogni tipo di associazione.
Un gesto semplice ed apparentemente banale ma estremamente concreto e carico di significato dedicato a tutte le donne vittime di violenza che in quel posto non potranno occuparlo più.
Il Parlamento Europeo ha da poco adottato una controversa risoluzione sul contrasto della prostituzione e il suo sfruttamento, sulla quale si è scatenato il dibattito internazionale nel quale, prevedibilmente, non si è data la giusta attenzione alle organizzazioni di categoria di sex workers.
Anche all'interno dello stesso Parlamento Europeo le contraddizioni non sono mancate: quasi tutti i gruppi si sono spaccati, con un alto numero di europarlamentari che hanno votato diversamente da quanto indicato; la maggioranza che ha approvato la mozione si regge sui popolari EPP, gruppo con le più alte percentuali di coesione nel voto insieme ai riformisti conservatori ECR (tendenzialmente coesi nell'astensione), mentre gli stessi S&D proponenti della risoluzione si sono nettamente spaccati tra favorevoli e contrari. Ancor meno coesione si è registrata nei gruppi più piccoli – Verdi, sinistra radicale del GUE, liberal-democratici ALDE – dove però a favorire la dispersione percentuale è proprio il basso numero di membri. Estrema destra EFD prevalentemente astenuta o non votante.
Si ringrazia Roberto Capizzi per la traduzione.
“Una donna non può essere femminista soltanto perché è donna. È una femminista perché comincia ad allontanarsi da modi sessisti di pensare e perché compie una rivoluzione nella propria coscienza.“
Non possono che venirci in mente queste parole di Gloria Jean Watkins (autrice americana, femminista e attivista sociale) parlando di Erika Lust, regista e produttrice porno femminista che mira a sfidare con i suoi film le concezioni predominanti di sessualità e definendo il porno mezzo di espressione femminista.
Il femminismo pro sex nasce in America alla fine degli anni Novanta e vede la pornografia, esaminata accuratamente e totalmente ridefinita, come uno strumento di affermazione della libertà sessuale femminile, come modo per ribellarsi al tradizionale patriarcato in un mondo che è oggi ancora si dimostra sordo nei confronti del piacere femminile ed in un campo, quello del film porno, da sempre sessista che vede la donna come mero oggetto sessuale obliando non solo il soddisfacimento del piacere ed il desiderio sessuale femminile, ma avallando spesso l' idea che, per natura, la donna ami essere "dominata" dall' uomo.
Intervista a Elena Trimarchi
Fatta la legge scoperto l’inganno, afferma un vecchio proverbio, ma questa volta l’inganno sta proprio dentro la legge e non è neanche difficoltoso da vedere. Parliamo naturalmente del nuovo ddl contro l’omofobia e la transfobia approvata, nei giorni scrosi, alla Camera dei Deputati.
All’interno della legge che dovrebbe contrastare, con una semplice aggravante di pena, l'omotransfobia, è possibile leggere chiaramente che esclude dall'applicazione le "opinioni espresse all'interno di organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa".
“Pur di dimagrire una donna ha ingerito una tenia, noto come verme solitario, acquistata su Internet.”
La notizia choc arriva dall’Iowa, negli Stati Uniti e rimbalza rapidamente in rete tramite il più famoso social network mondiale; non solo la dimostrazione che la realtà a volte supera la fantasia, ma l’ennesima conferma che l’ossessionate idea di rispondere al modello estetico dominante che viene propagandato attualmente sta toccando livelli impensabili.
Dai recenti dati diffusi del rapporto Eures-ANSA sull’omicidio volontario in Italia, che descrivono il fenomeno del femminicidio possiamo notare che nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise in Italia 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo.
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