Diritti in senso ampio: lotte di civiltà e discussioni sulle tematiche collegate.
Immagine liberamente ripresa da pxhere.com
Lunàdigas - Testimonianza, racconti e motivazioni di donne che hanno deciso di non avere figli.
Intervista alle autrici Marilisa Piga e Nicoletta Nesler
Il “senso materno” è qualcosa di istintivo o eteroindotto? Se le donne, tutte le donne, non fossero fin dalla più tenera età sottoposte al bombardamento, sociale, mediatico e culturale, che fa della maternità un dovere sacro a cui tutte devono anelare per raggiungere la totale completezza, cosa accadrebbe? Attualmente non possiamo dare una risposta a questo quesito ma, possiamo finalmente sapere cosa pensano le donne che hanno scelto di non diventare madri.
“Gran parte delle donne occidentali scelgono di non avere figli. Lunàdigas è dedicato a loro, a noi” è questa la frase che apre il sito http://www.lunadigas.com.
Il gesto femminista - La rivolta della donne: nel corpo, nel lavoro, nell'arte
Le braccia alzate, pollici e indici uniti a formare un triangolo. È il gesto della vagina, simbolo delle lotte di liberazione delle donne è il gesto, considerato per eccellenza, femminista. Negli anni Settanta, migliaia di donne in Italia e in Europa sono scese in piazza per protestare accomunate da questo gesto.
Scomparso circa un decennio dopo è oggi protagonista di un libro “Il gesto femminista. La rivolta delle donne nel corpo, nel lavoro, nell'arte” (deriveapprodi, 2014).
Il gesto della vagina fu un’azione fortemente politica che accompagnò tutte le lotte per l’autodeterminazione; la vagina non è più un invisibile buco nero, ma viene mostrata con irriverenza e viene politicizzata.
Secondo i dati dell’Eures il 2013 è stato "un anno nero per i femminicidi, con 179 donne uccise in pratica una vittima ogni due giorni".
Il dato, che resta chiaramente un dato gravissimo, come ci fa notare Loredana Lipperini (clicca qui) non è però quello dei femminicidi nel nostro paese, bensì il dato delle donne assassinate. Infatti all’interno in esso si trovano anche le 28 donne uccise dalla criminalità, un dato falsato che ci mostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la totale confusione in cui è avvolto questo termine.
Ma allora cos’è il femminicidio? Le parole, come ricordava giustamente Nanni Moretti, sono importanti ed allora in occasione del 25 novembre "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" ci vediamo costrette ad evidenziare ancora una volta il significato i un neologismo usato e abusato.
Durante la giornata di domenica, in cento (in realtà cinquantaquattro, ma ne sono assurte agli onori della cronaca molte meno) piazze d’Italia si teneva la “veglia” per la «libertà d’espressione» delle cosiddette Sentinelle in piedi. Sul piano dell’immagine, la strategia comunicativa è semplice e perfetta: starsene in piedi in file ordinate, in silenzio, a leggere (o fingere di leggere) per un’ora; colpire l’attenzione dei passanti con la propria impassibilità e la propria purezza, anche spirituale, di belle statuine. Non fare «niente di male». Il silenzio e la tranquillità della manifestazione, tuttavia, non corrispondono ad altrettanto pacifici intenti.
Rapida come l’estate che sta per giungere al termine sembra avvicinarsi anche la non approvazione della controriforma spagnola sull'aborto proposta dal governo di Mariano Rajoy.
Aveva immensamente fatto di discutere il disegno di legge sull’aborto proposto da Alberto Ruiz-Gallardon, tanto da creare un movimento di decine di migliaia di donne che per riaffermare il loro diritto all’aborto marciarono al grido di “ Yo decido”, dalla Asturie di Madrid, dove la protesta è cominciata grazie a “Les comadres y mujeres por la Igualidad” (le comari e donne per l’uguaglianza), la mobilitazione è diventata nazionale, oltre 300 fra associazioni, partiti e sindacati vi hanno aderito ma il diritto di decidere ha risuonato forte, grazie al tam- tam rilanciato dai social network anche a Firenze, Amsterdam, Roma, Parigi, Bruxelles, Milano, Londra, in piccole e grandi città europee, dove donne e uomini hanno deciso di svolgere sit-in e/o flash mob, davanti ad ambasciate e consolati spagnoli a sostegno della lotta spagnola.
SuperVenus - selezionato in diversi festival dall’Europa al Canada passando per l’Asia – è un cortometraggio di Frédéric Doazan, regista ed animatore francese che si occupa di cinema sperimentale e di animazione. Nel 2004 ha co-fondato il collettivo video la-cause.org che illustra e critica il modello - irreale ed impossibile da raggiungere - a cui tendono molte donne.
Ad essere ancora una volta, apertamente contestato è “l’evoluzione (?)” culturale che impone un modello di bellezza, unico imperante nella società occidentale che, deumanizza i corpi femminili e li rende lontani dal variegato mondo reale.
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