Il risultato delle primarie del centrosinistra ha reso più forte o più debole la candidatura alla presidenza del consiglio del segretario del Pd? Sicuramente nei confronti di Renzi, ma anche di Vendola, Bersani è più forte o almeno può trattare con loro da una posizione di forza, poiché nessuno crede alla storia che non ci saranno “tavoli” o “tavolini”. Bersani qualcosa dovrà pur cedere loro in termini di candidature al parlamento per soddisfare gli appetiti dei giovani in carriera presenti nei comitati di Renzi e Vendola, appetiti che i due hanno più volte dichiarato di voler soddisfare. Con tutto ciò la posizione di Bersani nei confronti di Monti è tuttora precaria, il professore non ha ancora dichiarato esplicitamente di voler continuare il suo impegno politico, ma non lo ha neanche escluso. Egli è in attesa degli sviluppi della situazione, sapendo di poter contare, se necessario, su importanti sostenitori: la Banca Centrale Europea e l’Unione Europea, i vertici di Confindustria e della Conferenza Episcopale Italiana, Napolitano (che sul Pd ha la stessa influenza che a suo tempo aveva Saragat sui socialdemocratici), Montezemolo, Casini. In ogni caso, nuovo incarico a Monti o meno, per i soggetti sopra richiamati le politiche da lui attuate dovranno continuare.
D’altra parte Bersani, dopo aver sostenuto oltre il sostenibile le politiche economiche e sociali dell’attuale governo, non si vede come possa invertirne la rotta senza essere tacciato di totale incoerenza o di aver perso un anno prezioso. Sarà magari vero il contrario, ovvero la completa smentita delle pur generiche e reticenti intenzioni della Carta di Intenti (appunto) del centrosinistra. Bersani non è nuovo a repentine svolte, basti pensare all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, dopo aver dichiarato l’11 agosto del 2011: “Non parlateci di pareggio di bilancio in Costituzione, sarebbe castrarsi da ogni politica economica.”, l’11 aprile 2012 lui e il Pd si sono autocastrati votando a favore della modifica costituzionale, con l’accortezza di far parlare a favore Enrico Letta anziché Bersani. Nondimeno anche questa volta vi sarà da parte del Pd e del centrosinistra un appello (sotterraneo) al voto utile: “votate per noi altrimenti vince Berlusconi”.
La verità nuda e cruda è che il programma del nuovo governo è già stato scelto, e non dagli elettori: è la lettera della BCE. Per ribaltare la situazione ci vorrebbe ben altra scossa che quella delle parole e delle intenzioni di Bersani, Renzi e Vendola.
Lo svolgimento delle primarie ha contribuito a decidere le sorti del nostro Paese? Sulla base delle considerazioni sopra svolte in tutta evidenza no! Ciò nonostante sono state un fatto importante che occorre analizzare.