Giovedì, 24 Ottobre 2013 00:00

La donna che decise di non alzarsi

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Oggi quando saliamo sul bus ci lamentiamo delle condizioni da acciughe sott'olio in cui siamo costretti a viaggiare, del prezzo del biglietto (caro assai, se parliamo di Ataf) e dei ritardi che dovremo giustificare avendo scelto i mezzi pubblici.
Quasi impensabile pensare che quasi sessant'anni fa un bus come un altro, a Montgomery, in quello stato dell'America centro-orientale che è l'Alabama, sarebbe stato il teatro dell'inizio di un'enorme rivoluzione civile.

Rosa Parks, una signora di mezz'età, il primo dicembre del 1955, verso le 18, stava tornando a casa da lavoro. Come tutti i giorni, salì sul bus di Cleveland Avenue che l'avrebbe portata verso il meritato riposo. Tutti i posti a sedere erano occupati. Tutti tranne uno. Peccato che quel posto libero si trovasse nella parte anteriore del veicolo, quella parte che la legge riservava ai cittadini bianchi. Rosa ci pensò un attimo e poi decise di sedersi comunque. Aveva lavorato tutto il giorno facendo la sarta in un grande magazzino e la sua stanchezza era esattamente uguale a quella di chiunque altro: per quale motivo avrebbe dovuto fare il viaggio stando in piedi quando un posto era libero? Qualche fermata più avanti salirono altre persone sul bus. Quando videro che Rosa era seduta in uno dei posti riservati ai bianchi, le ordinarono di alzarsi. Ma Rosa quella sera era davvero stanca: non tanto stanca per una giornata di lavoro, quanto stanca di essere trattata come una persona di seconda categoria. Come scrisse in seguito nel suo diario: “Le persone dicono sempre che io non mi alzai perché ero stanca, ma questo non è vero. Non ero stanca fisicamente, o almeno non più stanca di quanto non lo fossi alla fine di una giornata di lavoro. Non ero vecchia, nonostante alcune persone pensano che fossi vecchia. Avevo quarantadue anni. No, non ero stanco di niente se non di arrendermi”.
Resosi conto di cosa stava succedendo, il conducente del veicolo si fermò e ricordò che la legge prevedeva che quei posti fossero riservati ai cittadini dalla pelle chiara. Di fronte ad un ulteriore rifiuto della "donna che non si alzò" (“the woman who didn't stand up”), venne richiesto l'intervento della polizia, che arrestò Rosa e la portò in carcere accusandola di aver violato le norme cittadine e di aver tenuto una condotto impropria.

Le reazioni non si fecero aspettare: subito iniziarono le proteste. Il tentativo di organizzare il dissenso fatto da cinquanta leader per la lotta in difesa dei diritti civili, tra i quali figurava un uomo che sarebbe passato alla storia proprio per il suo contributo alla causa, Martin Luther King, furono accompagnati da alcune reazioni violente. Il giorno successivo iniziò immediatamente il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery: per 381 giorni decine e decine di bus rimasero fermi, fino a quando la legge dal 1900 che prevedeva l'esistenza di posti di serie A e posti di serie B sugli autobus della città non venne abolita. L'anno successivo, nel 1956, la Corte Suprema degli Stati Uniti riconobbe incostituzionale la legge che prevedeva la segregazione razziale sugli autobus di Montgomery.

Rosa Parks, che ricordiamo oggi, nel nostro piccolo, a otto anni dalla sue scomparsa (24 ottobre 2005), con il suo semplice ma travolgente gesto riuscì a dare il via ad una stagione di proteste che vide emergere personalità come quelle di Martin Luther King e riuscì ad annoverare tra i suoi successi molto vittorie negli scontri sui diritti civili negli Stati Uniti. Oggi, ben consapevoli dei grandi passi avanti che sono stati fatti, non possiamo fare a meno di notare come le difficoltà economiche connesse alla crisi tornano ad accentuare spaccature nella società che rimarcano quelle che negli anni '50 separavano i bianchi dai neri sui bus. Se oggi sui mezzi pubblici ognuno può sedersi dove vuole, è bene non dimenticare che i dati sull'occupazione, il reddito e l'istruzione evidenziano come la popolazione afroamericana (assieme a quella ispanica) abbia mediamente più difficoltà degli altri.

C'è ancora tanto bisogno di una donna che decida di non alzarsi.

Immagine tratta da: www.wikipedia.org

Ultima modifica il Giovedì, 24 Ottobre 2013 00:49
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

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