Domenica, 10 Agosto 2014 00:00

No Muos: Come il fuoco sotto la brace - Intervista a Firrincieli

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Sarà attivato definitivamente nel 2017, ma entro novembre di quest'anno - secondo quando afferma il Pentagono - saranno ultimati i test.
Parliamo ancora una volta del MUOS (Mobile User Objective System): devastante sistema radar composto da 46 antenne N.R.T.F. (Naval Radio Transmitter Facility), che dal 1991 viola la riserva naturale della Sughereta di Niscemi (CL).

Ad un anno esatto dalla pacifica invasione da parte di migliaia di No MUOS i militanti hanno deciso di organizzare il “Campeggio Resistente No Muos”, dal 6 al 12 Agosto, che avrà il suo picco con il corteo nazionale di Sabato 9 agosto per i sentieri della Sughereta.

Una lotta incessante quella dei No Muos, una lotta contro gli accordi presi tra il Governo Italiano (la Regione Sicilia) ed il Governo degli Stati Uniti. La vigilia del corteo nazionale è stata contrassegnata dal divieto di dimora a Niscemi indirizzato a ben 29 attivisti, molti altri avvisi di garanzia sono stati inviati nei mesi scorsi per “essersi, in concorso con altri, introdotti arbitrariamente in un luogo ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato”, con un provvedimento che tende ancora una volta a dividere il movimento fra buoni e cattivi, a criminalizzare il dissenso e a spezzare l’opera di sensibilizzazione di coloro che cercano di opporsi all’ennesima realizzazione di uno strumento di guerra e di morte.

Proprio a sostegno dei 29 militanti e di tutto il movimento NO MUOS nei giorni scorsi è stato lanciato un appello di solidarietà che ha raccolto, fra le centinaia di firme anche quelle dai sindaci di Messina Renato Accorinti, di Barcellona Pozzo di Gotto Maria Teresa Collica, di Palagonia Valerio Marletta passando ad Eleonora Forenza, eurodeputata della lista “L’Altra Europa con Tsipras”, al professor Massimo Zucchetti, fisico torinese che ha analizzato i rischi sanitari del Muos, oltre a decine di amministratori locali di tutta Italia.

Volantinaggi, presentazioni di libri e/o documentari, feste di autofinanziamento, assemblee pubbliche per continuare a sensibilizzare più gente possibile in attesa del pronunciamento (previsto per novembre) del Tar sull'illegittimità delle autorizzazioni che hanno consentito l'innalzamento delle parabole.

La protesta nonviolenta che in questi anni ha attraversato il cuore della trinacria è diventata oggi un documentario “Come il fuoco sotto la brace” di Giuseppe Firrincieli, uno sguardo attivo sul presidio di contrada Ulmo che racconta l’esperienza NO MUOS vissuta da uomini, donne, giovani, anziani e bambini di Niscemi.

Com’è cominciata la tua esperienza all’interno del movimento NO MUOS?

La mia esperienza all’interno del movimento inizia quasi per caso, ero già a conoscenza dell’esistenza della base militare di Niscemi, avevo letto su Sicilia Libertaria alcuni articoli su questa base. La mia storia inizia quando venne occupato la prima volta il comune di Niscemi, nel periodo in cui si aspettava la gru, utile per il completamento del muos.
Ricordo che eravamo nel periodo di dicembre e decisi di andare a vedere cosa stesse succedendo, lo stesso giorno che sono arrivato a Niscemi ci fu un passaggio dei mezzi americani diretti alla base per portare attrezzature e altro materiale, e naturalmente i ragazzi che in quei giorni presidiavano tutte le entrate di Niscemi fecero si che il camion fosse nuovamente riaccompagnato fuori dalla città, per me fu molto emozionante e così decisi di iniziare a capirci qualcosa di più. Da quel giorno ho iniziato a cercare contatti con i comitati delle città e così autonomamente iniziò questa avventura che ancora non è finita.

Ritieni la lotta No MUOS mediaticamente oscurata?

Ritengo che i media non hanno dato sufficientemente spazio ad un problema molto serio, e di carattere mondiale. Ma questo da parte loro non mi sorprende. Sì, i media hanno sempre oscurato questa lotta tranne quando non ne potevano fare a meno.

“Come il fuoco sotto la brace” è il titolo del tuo film documentario realizzato sulla protesta del movimento contro il MUOS. Un viaggio, lungo circa 70 minuti, che racconta gli avvenimenti di Niscemi tra Gennaio ad Agosto dello scorso anno: cosa ti ha spinto a realizzarlo?

Mi ha spinto a realizzare il documento la disinformazione che c’era in quel periodo su tutta questa brutta storia, ho pensato che potendo raccontare quello che accadeva ogni giorno a Niscemi tra blocchi attività, potesse dare una spinta in più al movimento, per far conoscere quello che stavano vivendo non solo i cittadini di Niscemi, ma tutti i comitati no muos e quello che gli americani avevano intenzione di fare e che in parte avevano già fatto. In quel momento mi sono sostituito ai media nazionali che asserviti anche loro ai certi poteri non potevano e non volevano dare spazio a questa vicenda.

Trent'anni dopo gli avvenimenti di Comiso e la battaglia dei comunisti siciliani contro la militarizzazione del territorio quali differenze e quali analogie credi ci siano?

Io penso che non ci siano molte differenze tra Comiso e Niscemi, basti pensare che la base di Niscemi fu realizzata alla fine degli anni 80, quindi sulla scia di Comiso. Le stesse persone che lottavano a Comiso sono oggi le stesse che lottano a Niscemi, ”la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia la seconda come farsa” (Marx) l’unica cosa che differenzia Comiso da Niscemi è la partecipazione popolare, a Comiso c’erano centinaia di persone ogni giorno, le manifestazioni erano partecipate da centinaia di migliaia di persone. Comiso e Niscemi sono legati da un filo sottile che ha attraversato la storia dei nostri tempi fino ad arrivare oggi a Niscemi.

Oggi in Italia, diverse lotte ambientali ed a difesa della salute, come il movimento NO MUOS , sono al centro dell'impegno di comunità locali: dai NO TAV in Val Susa ai NO Tap del gasdotto in Salento, solo per citarne alcune. Cosa hanno in comune queste battaglie territoriali?

Queste lotte in comune hanno il popolo, voglio dire l’impegno di una fetta di popolazione che non vuole e non accetta più la prevaricazione.
I no tav sono la mamma della lotta popolare, ed è una lotta territoriale, come anche i no tap, il no muos non è solo una lotta territoriale, perché viene vissuta in prima linea da chi vive a Niscemi e dai comuni vicini, ma secondo me non può definirsi una lotta di territorio perché riguarda non solo il resto della nazione ma entra a far parte di un gioco politico mondiale.
Basti pensare che ci sono altre tre installazioni nel mondo, ecco perché dico che non può essere definita solo una lotta territoriale, è territoriale per chi la vive tutti i giorni.

Con il voto al Senato, nei giorni scorsi, la maggioranza delle larghe intese ha approvato l'installazione del Muos dimostrando cosi, qualora ce ne fosse ulteriormente bisogno, il loro completo disinteresse verso la pace, la Costituzione, la salute dei cittadini. Immediata la risposta del Coordinamento dei comitati NO MUOS che lancia una nuova manifestazione per il 09 agosto, esattamente ad un anno di distanza dall’invasione della base USA da parte dei centinaia di manifestanti che per un giorno si riappropriarono della nostra terra, che verrà preceduta da iniziative in tutt’Italia e dal 06 al 12 agosto a Niscemi si svolgerà il CAMPEGGIO RESISTENTE NO MUOS, si prospetta chiaramente un’estate di lotta. Giuseppe, in ultima analisi: cosa significa per te essere No MUOS?

Per me oggi essere no muos significa mettere in discussione la parole e decisione di un governo marcio e asservito a poteri più forti, significa che non voglio più accettare o delegare persone che come abbiamo visto al senato giorno 19 giugno hanno letteralmente calpestato i nostri diritti come se niente fosse, ma questo accade ogni giorno. Per me essere no muos significa anche poter fare qualcosa di significativo per la nostra terra e anche per il futuro dei miei e nostri figli.

Ultima modifica il Domenica, 10 Agosto 2014 19:24
Ketty Bertuccelli

Sono nata e vivo a Messina. Pensatrice sovversiva: antifascista, comunista, femminista, interista 

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