Lunedì, 20 Gennaio 2014 00:00

A Firenze gli omofobi non piacciono

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A Firenze sono giorni che oramai piove quasi ininterrottamente ma nonostante questo ieri mattina (domenica 19 gennaio) in piazza della Repubblica in molti hanno rispettato l'appuntamento. Muniti di pentole e cucchiai, fischietti e campanacci, in quasi trecento si sono ritrovati per dire “Fuori l'omofobia e la transfobia da Palazzo Vecchio”. L'occasione è stata fornita da una vicenda che ha fatto abbastanza scalpore in città: il sindaco Renzi ha concesso una spazio del Comune, esattamente il Salone de' Ducento in Palazzo Vecchio, all'associazione Manif pour tous per un'iniziativa contro i diritti delle coppie omosessuali ed in difesa della famiglia “naturale”. Di rinforzo, dal momento che la notizia della manifestazione contro l'omofobia ha raccolto moltissime adesioni,

associazioni cattoliche come Movimento per la vita, Scienza e vita e Regnum Christi si sono unite a Manif pour tousin Piazza San Firenze in un presidio di protesta contro la discussione in Senato del disegno di legge Scalfarotto, che di fatto introduce il reato di omofobia.


Se in piazza San Firenze i difensori della famiglia “naturale” leggevano un libro (molti erano con in mano la Bibbia) con dei lumini accesi, a poca distanza, in piazza della Repubblica, centinaia di persone cominciavano a farsi sentire con i loro strumenti, più o meno improvvisati. Un corteo breve ma allegro e vissuto, che è riuscito a raccogliere nuovi partecipanti lungo il suo percorso. Perché la forza stava proprio in quello: a manifestare contro le concessione scellerate degli spazi comunali non c'erano solo i diretti interessati, attivisti di associazioni che si occupano nello specifico dei diritti di omosessuali e transessuali ma tante persone che, banalmente, pensano che non si possa dire si poter usufruire un diritto se questo non è riconosciuto a tutti. Ed è così che in una città come Firenze, dove ci conosciamo quasi tutti, sfilando contro gli omofobi si potevano notare le facce chi si è impegnato per far conoscere i rischi che si correrebbero in caso di una riforma costituzionale, chi da una vita si batte per eliminare ogni discriminazione di genere e chi semplicemente credono davvero che le persone siano tutte uguali e debbano quindi godere degli stessi diritti.


Contro la semplice richiesta di uguali diritti per tutti (“Pago le stesse tasse, voglio gli stessi diritti” recitava un cartello esposto) suonano un po' (!) deboli le giustificazioni dell'Assessore alle Pari Opportunità del Comune che ha precisato come il Comune non abbia dato il patrocinio all'iniziativa (promossa però dagli esponenti della destra locale, tra i quali il consigliere comunale di Forza Italia Jacopo Cellai) e che la cessione degli spazi sia avvenuta a pagamento. Quasi a significare che, in momento di crisi, pur di far cassa il Comune può fare spazio a chi, in nome della propria libertà di esprimere il proprio astio nei confronti degli omosessuali, predica, di fatto, l'esistenza di cittadini di seria A e di serie B. Le giustificazioni riportano alla memoria la triste vicenda che vide il Comune di Firenze concedere gli spazi di affissione pubblica all'associazione Fascismo e Libertà, che se ne servì per fare aperta apologia di fascismo.

Fare politica non significa nascondersi dietro il non sapere le cose o la necessità di denaro, anche perché seguendo questa logica, chiunque, purché disposto a pagare, potrebbe usufruire di spazi che sono di tutti e che rappresentano le istituzioni. Fare politica significa prendere posizione: una posizione che tuteli sì la libertà di espressione di tutti i cittadini ma con il limite della discriminazione. Una posizione politica che chiarisca quale è la società futura per la quale si lavora e quali sono i principi che vorremmo che la regolassero.

Ultima modifica il Domenica, 19 Gennaio 2014 16:54
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

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