L’Unifi come tutte le altre università pubbliche dovrà scegliere dove applicare questi tagli. Per ora la scelta più plausibile è quella di far pesare la razionalizzazione anche sulle spalle dei lavoratori delle appaltate, ma sicuramente non potrà essere mantenuta a lungo termine.
L'ipotesi presentata dall’ateneo è quello di portare i fondi dell’ateneo per l’Area dei servizi di polo da 7,5 milioni di euro a 6,7 milioni, con tagli lineari in molte sedi di ore lavorative per le portinerie e un taglio in termini di euro al metroquadro per le pulizie. In particolare si prospetta di ridurre gli orari di apertura di alcune sedi e di portare le spese di pulizia a 16 euro al metro quadro per le sedi dove il costo era superiore, nelle altre si prevede un abbassamento a 13,5 euro la metro quadro. Questi tagli se diventassero effettivi oltre che essere una diminuzione di busta paga per i lavoratori, se non proprio il licenziamento per qualcuno, saranno causa anche di molti problemi alla componente studentesca dell’ università, infatti sicuramente una riduzione delle ore significa anche una riduzione dell’orario di apertura delle sedi, quindi meno spazi dove studiare.
Quindi il Cda dell’Unifi dovendo razionalizzare la spesa del 5% vorrebbe che anche le appaltate risparmiassero il 5%. Per il lavoratori questa è una condizione inaccettabile, un intromissione dell’ università nella gestione interna delle appaltate è stata vista come un attacco ai lavoratori. I dipendenti delle appaltate hanno deciso di indire un ciclo di assemblee in tutte le sedi da cui è uscita la volontà di preparare una controproposta con l’aiuto dell’FLC.
Proprio perché i tagli sono continuativi per molti anni anche l’FLC è toccata da queste scelte, infatti se la prima tranche di tagli colpisce i dipendenti esterni, nei prossimi anni non è da escludere una razionalizzazione anche sui dipendenti interni.
L’FLC ha chiesto un incontro fra Unifi e sindacato per discutere della controproposta dei lavoratori, la quale ancora non ha ricevuto risposta. I lavoratori sono consapevoli del fatto che il meccanismo degli appalti non funziona in tutta Italia, quindi la loro proposta è quella di reinternalizzare i servizi, il che comporterebbe una notevole riduzione di spesa. Gli appalti costano di più anche perché c’è un azienda intermediaria fra unifi e dipendenti. Se l’Università continuerà con questa linea, la CGIL prevede che per il prossimo anno ci sarà un “bagno di sangue” _ . Le previsioni dicono che l’ Università si troverà nei prossimi anni senza la possibilità di riuscire a pagare neanche i dipendenti pubblici.
Grazie al rettore in carica l’unifi sta tenendo dei buoni rapporti con i lavoratori e comprende le posizioni espresse dal sindacato, ma il programma di austerità del governo Monti potrebbe far regredire le relazioni esistenti, già anni fa l’Unifi chiese l’allontanamento dei lavoratori che volevano far valere i propri diritti. Se l’Unifi dovesse ricorrere nuovamente a questo drastico provvedimento, gli appaltati organizzeranno tutte le forme di lotta fino all’ annullamento della decisione. I diritti fondamentali del lavoro non possono variare di anno in anno, sarebbe necessario un piano di leggi che si occupi di questo problema.
I lavoratori auspicano un cambio di politica nazionale che vada in direzione opposta all’austerity, che permetta alle università di rimanere aperte e che vari un programma di reinternalizzazione per tutte le appaltate di aziende pubbliche.
I lavoratori con l’aiuto sia di FILCAMS che dell’FLC vogliono intraprendere un percorso di lotta sia a lungo termine che ad ampio raggio. La situazione dei dipendenti delle ditte appaltate è simile in tutta Italia e quindi il percorso è quello in un primo momento di fare fronte comune con i lavoratori dell’ università di Pisa e di Siena e poi di allargarsi in tutti i luoghi pubblici dove sono presenti situazioni di appalto con l’obbiettivo di indire una giornata di mobilitazione nazionale su questi temi.
Il fronte dei lavoratori degli appalti deve espandersi per poter richiedere la totale reinternalizzazione in tutte le pubbliche amministrazioni.
Immagine tratta da www.unifi.it