Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant'altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.
Ancora una volta Firenze si dimostra appetibile all’estero. Non a caso per 6 giorni al cinema Fulgor si è assistito, in anteprima, a una selezione dei migliori film in concorso a Cannes 2014.
In attesa dell’uscita in sala (prevista per il prossimo autunno),eccovi un assaggio.
Bisogna dire che questo lunedì 19 maggio 2014 rimarrà indelebilmente nei cuori di Firenze come serata amarcord sia per gli sportivi viola sia per gli appassionati di musica.
Mentre, dopo circa 1 minuto, l’inossidabile bomber argentino Gabriel Omar Batistuta (anche se il buon Bruno Pizzul credeva fosse … Riccardo Scamarcio!!!!) faceva partire un missile nella porta sotto la Fiesole facendo rivivere i vecchi fasti del tempo che fu, contemporaneamente nel piccolo teatro Obihall di Firenze sud si stava scrivendo la storia del rock: il concerto dei Dire Straits Legends, la concept band nata per continuare a condividere la musica che ha segnato indelebilmente la storia del rock.
È uscito lo scorso 30 Aprile nelle sale italiane un piccolo grande film che in pochi hanno visto: “Locke”. Una pellicola inedita perché è quasi totalmente girata all’interno di una BMW e c’è solo un personaggio in carne ed ossa: un certo Ivan Locke (interpretato magistralmente da Tom Hardy). Ci sarebbero altri personaggi ovviamente,ma la loro presenza si percepisce solo tramite la voce.
Il 22 Gennaio è un giorno bruttissimo per il cinema negli ultimi anni. Due esempi su tutti: nel 2008 morì a New York, Heath Ledger. Un grande talento cristallino. Nemmeno trentenne, stava per ricevere il premio Oscar per l’interpretazione estrema di Joker nel “Cavaliere Oscuro” di C.Nolan e stava completando le riprese per “Parnassus” di Terry Gilliam.
Per chi non lo sapesse lo scorso 30 Aprile è uscito in Italia (in sole 50 copie, distribuito da Istituto Luce e presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Roma) un film sul sistema sanitario e l’industria dei farmaci: si chiama “Il venditore di medicine” ed è diretto da Antonio Morabito che, dopo aver diretto numerosi documentari, propone il suo primo lungometraggio al pubblico.
Attenzione, contiene spoiler
Nel luglio 2012 ci furono numerosi fan dell’ Uomo Ragno che boicottarono l’uscita del reboot “The Amazing Spiderman” dopo l’ottima trilogia di Sam Raimi. Il nuovo regista, Marc Webb (“500 giorni insieme”), venne stuzzicato a più riprese senza che la gente avesse visto il film. La cosa poi continuò dopo la visione, ma è doveroso dire che anche “Spiderman 3” ebbe lo stesso esito. La battaglia però sembra averla vinta lui. Bisogna dargli atto di essere un combattente perché questo secondo episodio è veramente buono.
I nostri lettori più fedeli ricorderanno senz’altro che tempo fa scrissi un articolo riguardante un film in uscita che parlava di amore e tecnologia. La pellicola in questione è “Lei” di Spike Jonze (qui).
Perché dico questo? Semplicemente perché “Transcendence” analizza, per certi versi, l’evoluzione tecnologica che ormai si è impadronita del genere umano. L’aspetto “dark” ed estremo dell’opera di Jonze. Alla base di tutto però c’è sempre una storia d’amore, il perno fondamentale dell’evoluzione umana.
I coniugi Will e Evelyn Custer (Johnny Depp e Rebecca Hall) sono dei brillanti scienziati che studiano incessantemente l’intelligenza artificiale con l’ausilio dell’amico Max (Paul Bettany). Hanno creato il PINN, ovvero una rete di computer con autocoscienza basata sul cervello di scimmie. Gli manca solo l’ultimo step: fare l’upload, tramite hard disk, del cervello umano per vedere come si comporta il sistema.
Mi è capitato molte volte che alcuni spettatori mi chiedano "Come fai a riconoscere se un film è di un autore piuttosto che di un altro?" Per rispondere uso spesso l’esempio di Wes Anderson. Regista texano classe 1969 che ha saputo inventarsi un mondo creativo, stralunato, colorato, grottesco e se vogliamo adolescenziale. Sì perché a questo regista piacciono i giovani e gli adulti non sono poi così cresciuti come sembrano. I fatti che accadono nel mondo gli danno ragione.
Non se la sono sentita gli americani di far vincere a Robert Kenner il premio come miglior documentario. Lo hanno candidato ma non hanno voluto far risaltare troppo il suo nome. Perché quello che la sua opera dice bisognava tenerlo sotto silenzio. Le multinazionali alimentari non avrebbero avuto delle buone “recensioni”. E visto che gli Oscar sono finanziati anche dalla loro pubblicità, stop.
Nel maggio 1939 Bob Kane e Bill Finger mostrarono per la prima volta, per la DC Comics, una delle più importanti icone supereroistiche del nostro tempo: Batman. La storia, apparentemente molto semplice in realtà piuttosto sfaccettata, parla del miliardario Bruce Wayne che assiste da bambino all'assassinio dei suoi genitori da parte di un ladro. In fondo scommetto che la maggior parte di voi non farebbe ciò che fa Wayne. È l’uomo più ricco della città, ha tutto, potrebbe godersi la vita in santa pace. Eppure l’omicidio dei suoi è la scintilla che lo spinge,nella sua solitudine, a intraprendere una vendetta contro il crimine. Ed è questo il lato oscuro di Bruce Wayne che lo rende un cavaliere con la macchia. Gli serve però un simbolo per “essere incorrutibile e immortale”: pensa così al pipistrello per mettere soggezione ai suoi avversari. Anche perché da piccolo lui stesso temeva questi animali selvatici.
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