Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
A Roma un’importante retrospettiva sull’opera del pittore, un’occasione importante per una disamina dei rapporti fra arte e potere.
Non c’è dubbio che il suo essere fascista e amico di Mussolini abbia nuociuto alla fama di Mario Sironi. È una cosa che entro certi limiti trovo pure giusta. È un po’ come guardare con sospetto chi si è macchiato di una colpa grave. Perché di una colpa si è trattato e non ci sono storie, anzi la diluizione progressiva (fino alla negazione) del valore costitutivo dell’antifascismo, come struttura ideale portante di qualsiasi sinistra (culturale e politica), degna di questo nome, ha prodotto, secondo me, danni devastanti alla sinistra stessa. E pur tuttavia Sironi è stato un grande artista. E una concezione che si ispiri a una visione non settaria della storia e della storia dell’arte, in particolare, non può non riconoscerlo.
Di Daniele Coltrinari
Nella Competição Internacional vince il Grande Prémio Cidade de Lisboa para Melhor Longa-Metragem da competição Internacional Wang Bing di Fu Yu Zi, la Menção Honrosa va invece al film italiano Il Segreto di Cyop & Kaf mentre nella competição Portuguesa il Prémio Liscont para Melhor Longa -Metragem da Competição Portuguesa se lo aggiudica Volta à Terra. (Be)Longing di João Pedro Plácido
Quest’anno non ho potuto “vivere” il Doclisboa come nella passata edizione, purtroppo sono stati pochi i film che ho potuto seguire e non ho partecipato praticamente a nessun dibattito, conferenza, incontro, svoltosi nel corso della manifestazione. E allora non rimane che raccontare le mie impressioni durante quelle poche volte che mi sono recato a vedere qualche film. Prima qualche dato che mi arriva dall’organizzazione del festival: 25.700 sono stati gli spettatori di questa edizione in leggero aumento rispetto al 2013, quando sono stati 25.000.
“…e nenti ci duni pi falli turnari”, cantava così la cantautrice siciliana conosciuta ampiamente sulla scena nazionale; Rosa Balisteri. Melodie vicine, estremamente, ai sentori del popolo e ai suoi dolori. Terra d’emigrazione la Sicilia, è ben noto, dato che torna ad essere allarmante oggi all’interno di un quadro nazionale che vede la disoccupazione giovanile e non, a livelli altissimi. Oggi sembra quasi che il tempo si sia fermato agli anni in cui i diritti erano un miraggio davanti all’evidente realtà di stenti di molte classi sociali. Rosa interpretava in pieno il sentore di una terra, di un popolo e in ultima analisi di una città; sperduta nell’estrema provincia d’Agrigento: Licata. Ella era originaria di questa cittadina affacciata sullo splendido mare africano, ricca di storia e cultura.
Don Roberto Donadoni, Direttore Editoriale di Marcianum Press, incontra in una sera d'estate del 2014, a Capri, Fausto Bertinotti. Si fa coraggio e gli chiede di pubblicare una conversazione tra i due.
La premessa non è delle migliori per chi si è affacciato alla politica nel nuovo millennio e ha esordito con la Sinistra l'Arcobaleno la sua "prima volta" alle urne (per citare un adesivo di quella campagna elettorale). I pregiudizi verso il Presidente della Fondazione Cercare Ancora, già segretario di Rifondazione Comunista e Presidente della Camera, non impediscono comunque l'acquisto e la lettura del libro.
Perché nasce l'arte? Qual'è il suo rapporto con i diversi poteri (comunicativo, religioso, politico)? Il libro di Roberto Gramiccia (Arte e Potere. Il mondo salverà la bellezza? Con la collaborazione di Diana Cardaci, prefazione di Alberto Burgio, postfazione di Claudio Strinati - Ediesse, 2014, € 13,00) prova a fornire uno strumento di comprensione sulla misteriosa comparsa dell'arte (tra le prime attività umane insieme alla techné, all'erotismo ed al sacro) e sulla relazione - dialettica e tutt'altro che meccanica - tra questa ed il potere.
Sarà una casualità, ma nel mese di novembre in Italia sono uscite diverse pellicole che parlano di etica e lavoro. Anche gli artisti sembra che stiano dedicando parecchio tempo e spazio a questo tema. Molti di voi vivono questa situazione sulla propria pelle (compreso chi vi scrive), quindi è inutile stare a dire per l'ennesima volta che in Italia la situazione è drammatica. In ogni caso in questi giorni al cinema sono usciti 3 film che hanno una linea comune: quando mancano l'etica e l'umanità, il lavoro o viene fatto male o non c'è. Questa cosa ,che molti stanno denunciando con una discreta forza, è poco gradita ai quartieri alti. Non ci sentono, ma, come direbbero Ken Loach (che uscirà al cinema con l'ottimo “Jimmy's Hall" il prossimo 18 dicembre) e i fratelli Dardenne, qui sono in ballo milioni di vite umane.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).