Cultura

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Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.

Immagine liberamente tratta da pixabay.com

"Credimi, il sole è dove uno sogna che sia. Se poi è quello dell’avvenire, illumina dappertutto."

Ad un anno di distanza dal primo volume esce il secondo capitolo de Il Sole dell’Avvenire, trilogia di Valerio Evangelisti dedicata alla storia italiana tra la fine del 1800 e il sorgere del “secolo breve”. La prospettiva è sempre quella emiliano-romagnola, seguendo numerosi legami familiari che permettono un affresco di largo respiro sui mutamenti sociali tra il 1900 e il 1920

Se in Vivere lavorando o morire combattendo prevaleva un sentimento di coinvolgimento entusiasta per il profilarsi dell’orizzonte di una nuova società, con l’asino Carl Max e la nascita delle prime forme associative socialiste, in Chi ha del ferro ha del pane tocca alla rabbia affermarsi su qualsiasi altra sensazione.

Giovedì, 20 Novembre 2014 00:00

Fuzz Orchestra al Glue di Firenze

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Sabato 15 novembre al Glue tornano di scena atmosfere decisamente cupe: tre “loschi” figuri in giacca e cravatta padroneggiavano il palco, senza che nessun effetto di luce o visual particolari li accompagnasse, illuminati solamente da un fascio di luce rossa che avvolgeva un uomo dalla folta barba nera. 

Si trattava di Paolo Mongardi, batterista ormai da due anni dei Fuzz Orchestra. Ai lati scuri del palco, si trovavano Fabio Ferrario al “noisepiano” e Luca Ciffo, alla chitarra. Per chi non li conoscesse (rimediate subito, ed andateveli ad ascoltare!) i Fuzz orchestra sono un trio Milanese, formatosi nel 2006, che hanno all’attivo tre dischi (Fuzz Orchestra, Comunicato n°2 e Morire per la patria) e centinaia di concerti effettuati tra l’Europa e gli Stati Uniti. 

Venerdì, 21 Novembre 2014 00:00

AC Unity: una rivoluzione a metà

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Niente è reale. Tutto è lecito”. Con queste parole possiamo riassumere il Credo della confraternita degli assassini, l’associazione che ad ogni capitolo della serie Assassin’s Creed siamo chiamati a tenere alto, combattendo contro l’ordine dei Templari. L’arrivo delle console di nuova generazione voleva essere per Ubisoft il banco di lancio per un nuovo capitolo della serie, totalmente pensato per la next gen. Quando la casa francese ha annunciato Assassin’s Creed Unity le aspettative erano alte: ambientazione, le prime indiscrezioni sul nuovo sistema di gioco e nuove missioni avevano fatto giustamente sperare sia gli utenti che la critica videoludica. Ora che il gioco è uscito, possiamo finalmente testare completamente, a prodotto finito, queste ottime premesse. Siamo di fronte ad un capolavoro? Non proprio. La sensazione con questo Assassin’s Creed Unity è, parlando per similitudini e metafore, la stessa di una professoressa che si trova di fronte ad un lavoro di un ragazzo che si sa che promette bene, che può ambire ad essere il primo della classe, ma allo stesso tempo capisce che lo studente non ha voglia di primeggiare negli studi e preferisce essere il più simpatico della classe, il più popolare. Adesso analizziamo poco alla volta questa riflessione generale, partendo dalla storia.

Nella travagliatissima fase politico-istituzionale che sta attraversando il MIBACT, sempre più ministero senza risorse e idee per così dire “accattivanti”, nel dramma giornaliero di un patrimonio complessivo in rovina senza le dovute tutele (salvo pochissimi casi) e senza la dovuta valorizzazione, la notizia o il “cinguettio” apparso sul modernissimo social-network, ha aperto sicuramente un dibattito complesso.

Serata a tema al Max Pub di Firenze, con tre gruppi che si muovono all’interno di simili coordinate artistiche. Per quanto in declino, il capoluogo toscano ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la new wave che sta vivendo un lungo revival di quei suoni e di quelle suggestioni che hanno caratterizzato gli anni Ottanta. È proprio questo genere a unire tre gruppi provenienti da tre zone geografiche distinte: gli Psychic thoughts sono pistoiesi, i Klam pisani mentre i Leave the Planet vengono da Londra. 

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