Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
Ancora una volta Firenze si dimostra appetibile all’estero. Non a caso per 6 giorni al cinema Fulgor si è assistito, in anteprima, a una selezione dei migliori film in concorso a Cannes 2014.
In attesa dell’uscita in sala (prevista per il prossimo autunno),eccovi un assaggio.
Venerdì 9 novembre 2012 si è tenuta al cinema Odeon la premiazione di un piccolo concorso di video-animazione denominato “TuTelArte”. Io, Giulia Lenzi, e la mia collega, Sofia Milazzo, ancora assidue frequentatrici di Brunelleschi in quanto neo-studentesse al DAMS di Firenze, abbiamo vinto il concorso aggiudicandoci un premio in denaro: il primo gruzzoletto per il primo lavoro. Con questi soldi abbiamo comprato una modesta attrezzatura (una reflex, un paio di faretti, un microfono e poco altro) e abbiamo iniziato a fare quanti più video possibile. Più o meno così è cominciata Rodef Group, un'associazione che nasce dalla voglia di cimentarsi nella produzione cinematografica indipendente. Realizziamo qualsiasi tipo di video, curandolo in tutte le fasi produttive: idea – scrittura – riprese – montaggio. Tutti i nostri lavori sono documentati sul sito www.rodefgroup.it e nelle nostre pagine dei social network (i video sono tutti disponibili su youtube).
Per quanto mi riguarda, sarei andata a vedere Maleficent anche ad occhi chiusi. Fin da piccola infatti La Bella addormentata nel bosco è stato uno dei miei cartoni preferiti, tanto da spingermi a moti di orgoglio quando sentivo Malefica chiamare il suo corvo “mio diletto”.
Il film che vede protagonista la strega della fiaba di Charles Perrault e che è uscito nelle sale italiane lo scorso 28 maggio ha creato grandissime aspettative: una meravigliosa Angelina Jolie, effetti speciali che si intuivano essere degni di nota e la colonna sonora affidata a Lana Del Rey hanno fatto sì che molti di noi accettassero di tornare bambini per 97 minuti.
“La bellezza è un enigma” (Fedor Dostoevskij)
Giovedì 22 maggio di nuovo la bellezza è stata il tema di discussione che fanno parte degli incontri che ancora per qualche altro giovedì si terranno nella sala del Cenacolo di Santa Croce. Il titolo scelto dal relatore Gianluca Garelli, professore di Estetica alla facoltà di filosofia di Firenze, era “qualche considerazione su bellezza e trascendenza”. Anche Garelli, come Givone la volta precedente è d’accordo sul fatto che nel moderno processo di desacralizzazione anche la bellezza non passa indenne.
Quella relazione bello/vero o bello/buono che per molta tradizione filosofica e non, fin dall’antichità (si pensi anche solo alla nota formula kalos kai agatos presente già nell’epica classica di età omerica) sembrava imprescindibile non è più garantita né scontata, anzi. Furono i medievali a mettere in dubbio la legittimità nell’accogliere anche la bellezza tra i tratti fondamentali e caratterizzanti l’essere.
Cosa sarebbe successo se a vincere fossero stati i nazisti? Se le forze di Hitler avessero scoperto non solo la bomba atomica prima degli Stati Uniti, ma avessero avuto l’opportunità di avere in mano armi nuove: cosa sarebbe successo al mondo? Questo è lo spunto con cui i sviluppatori Bethesda insieme a Machinegames hanno dato vita a Wolfenstein: The new order. Il marchio Wolfenstein è un marchio di garanzia, visto che il primo di una lunga serie è datato ben 1981.
Quando si chiude il sipario e Ascanio Celestini esce fuori di scena, lo spettatore, tra gli ultimi applausi e il brusio della folla, è costretto a fare i conti con la realtà, quella realtà che durante lo spettacolo "Discorsi alla Nazione" si combina lentamente alla bizzarra immagine di un paese afflitto da una guerra civile, il cui problema principale è però la pioggia incessante.
(D'altra parte è proprio l'autore a spiegarci che in guerra possono morire in molti ma mai tutti, la pioggia, invece, colpisce proprio tutti)
Piove, c'è la guerra e dal balcone di un fantomatico condominio appaiono strani personaggi che espongono la loro idea di società, la loro idea di politica. Aspiranti tiranni che rinunciano alla maschera democratica per parlare apertamente senza la necessità di omettere i dettagli più scomodi della propria visione del mondo.
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