Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
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Se rispolverate qualche film di questo artista, vi capiterà lo scrittore Gerard Depardieu che dirà all'investigatore Roman Polanski:"Non bisognerebbe mai conoscere i propri miti" (il film è "Una pura formalità"). Si potrebbe rimanere delusi dal confronto.
Ma anche stavolta devo contraddirlo. Come da tradizione, anche quest'anno il teatro Romano di Fiesole ha ospitato un incontro davvero speciale. Negli anni precedenti, al Premio "Fiesole Maestri del Cinema" sono intervenuti tra i più grandi registi e attori del cinema internazionale: Spike Lee, Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti, Toni Servillo, Marco Bellocchio, Terry Gilliam, Robert Altman, Ken Loach e tanti altri nomi noti. L'edizione 2014 ha visto la partecipazione del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore che girerà il suo nuovo film "The Correspondence" a partire da settembre in Scozia.
Dopo i primi due episodi, ecco l'appuntamento con il film probabilmente più rappresentativo del cinema di Sergio Leone.
Dal 17 luglio torna in sala la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna dopo che nel 2000 la Cineteca Nazionale fece un primo restauro con 3363 fotogrammi tagliati. Sono state usate tutte le nuove tecnologie con un particolare lavoro dedicato alla color correction e alla colonna sonora di Ennio Morricone che viene, giustamente, esaltata in tutto il suo splendore soprattutto per quanto concerne il tema principale del film e la parte finale con lo strafamoso brano "L'estasi dell'oro".
Quando ci si appresta ad analizzare la produzione di un artista, magari avendo dapprima visitato una mostra retrospettiva che ne riassume il lavoro, bisognerebbe essere obiettivi. Prendersi del tempo, lasciare che l'onda dell'estasi visiva s'infranga sulle rive dell'oggettivo e che ritorni indietro, come risacca tenue e posata, nel quieto mare dell'imparzialità. Così il nostro critico d'arte, giornalista o burattinaio di parole dovrebbe ricacciare in un angolo entusiasmo, adrenalina e quant'altro di riconducibile al sentimento, per evitare di distorcere la percezione dello spettatore nei confronti dell'oggetto in esame. Lo scrivente, convinto che l'equidistanza del “buon” giornalismo sia una chimera per nulla auspicabile, prega i gentili lettori di perdonargli fin d'ora l'incapacità di dissertare con lucido distacco, caratteristico delle istruzioni per l'uso. In compenso garantisce loro l'onestà intellettuale di chi rimette al pubblico il diritto di verificare, parola per parola, afflato per afflato, che quanto scritto aderisca alla pura realtà dei fatti. L'unica forma di oggettività che ci piace menzionare, semmai, è quella “nuova” e “tedesca” dei coniugi Becher, pionieri in bianco e nero della fotografia industriale nella Germania post-bellica.
Il general Cadorna n’ha fatta una grossa,
ha messo le puttane nella croce rossa.
Bim bum bom
Bim bom bò
e i' rombo del cannò!
la regina Elena a i' re gli fa le corna:
l'hanno trovata a letto col generà Cadorna!
Bim bom bò
e i' rombo del cannò!
canti popolari Casentinesi della I guerra mondiale – dal sito: http://www.antiwarsongs.org
Forse è davvero questo lo stile, ancorché pesante, necessario per arginare l’alluvione di insulsa retorica patriottarda ed il più bieco revisionismo storico che si preparano per il 100° anniversario della I guerra mondiale.
Sorridi voluttuosa terra dal fresco respiro! Terra di dormienti, liquidi alberi! Terra del tramonto andato - terra delle montagne dalle vette di nebbia! Terra del vitreo scorrere della luna piena tinta di blu! Terra dello splendore e dell'oscurità che screziano l'acqua del fiume! Terra del limpido grigio di nuvole più vivide e più chiare per amor mio! Terra che si stende lontano a gomito - terra ricca di meli in fiore! Sorridi, il tuo amante arriva, Prodiga, tu mi hai dato amore - perciò io a te do amore! Oh indicibile, appassionato amore
Walt Whitman
“Io sono colei che è la madre naturale di tutte le cose. Signora e reggitrice di tutti gli elementi, la progenie iniziale dei mondi, il culmine dei poteri divini, regina di tutti coloro che popolano gli inferi prima ancora di quelli che affollano il cielo […] per mio volere si dispongono i pianeti in cielo, le salubri brezze marine e e i lamentosi silenzi infernali […]”Come ha scritto Robert Graves nel suo La Dea bianca, questi versi, tratti dall’Asino d’oro di Apuleio compongono “il più completo e ispirato ritratto della grande dea di tutta la letteratura antica”.
Dopo il successo inaspettato di "Per un pugno di dollari", nel 1964 Sergio Leone aveva molti dubbi: era in crisi creativa, voleva cambiare genere perché era sicuro di non ripetere l'exploit del precedente capitolo. E poi ci fu la rottura con la Jolly Film (con cui aveva un contratto). Per sua fortuna prima il produttore Alberto Grimaldi e poi la United Artists entrarono nel progetto e l'affare decollò grazie anche al nome che il regista italiano si era fatto. Per il cast, Leone confermò Clint Eastwood (che si schierò a favore di Leone contro la Jolly) e Gian Maria Volontè, ma voleva Henry Fonda che rifiutò. Stessa sorte toccò a
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