Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
I nostri lettori più fedeli ricorderanno senz’altro che tempo fa scrissi un articolo riguardante un film in uscita che parlava di amore e tecnologia. La pellicola in questione è “Lei” di Spike Jonze (qui).
Perché dico questo? Semplicemente perché “Transcendence” analizza, per certi versi, l’evoluzione tecnologica che ormai si è impadronita del genere umano. L’aspetto “dark” ed estremo dell’opera di Jonze. Alla base di tutto però c’è sempre una storia d’amore, il perno fondamentale dell’evoluzione umana.
I coniugi Will e Evelyn Custer (Johnny Depp e Rebecca Hall) sono dei brillanti scienziati che studiano incessantemente l’intelligenza artificiale con l’ausilio dell’amico Max (Paul Bettany). Hanno creato il PINN, ovvero una rete di computer con autocoscienza basata sul cervello di scimmie. Gli manca solo l’ultimo step: fare l’upload, tramite hard disk, del cervello umano per vedere come si comporta il sistema.
Sabato 12 aprile allo Stensen si è concluso il ciclo di incontri su Soma- psiche – pneuma (un ciclo che ha visto 23 incontri con 41 relazioni da ottobre ad aprile) con l’ultima conferenza sul cristianesimo, tenuta da padre Jean Louis Ska, professore ordinario di esegesi dell’Antico Testamento presso l’Istituto biblico dei gesuiti di Roma.
Il padre ha esordito premettendo che un discorso su anima, corpo e spirito richiederebbe un anno, tanto sono ricchi e complessi entro il cristianesimo tali argomenti.
Innanzitutto va detto che nella Bibbia non esistono delle nette distinzioni tra questi tre elementi - come invece accade nella filosofia greca – né nell’Antico né nel Nuovo Testamento. Il pensiero biblico non è filosofico ma più “concreto”, continua Ska, in esso vi è una convergenza, un rapporto immediato tra parola, linguaggio e realtà. Questo rende le cose più difficili probabilmente.
Mi è capitato molte volte che alcuni spettatori mi chiedano "Come fai a riconoscere se un film è di un autore piuttosto che di un altro?" Per rispondere uso spesso l’esempio di Wes Anderson. Regista texano classe 1969 che ha saputo inventarsi un mondo creativo, stralunato, colorato, grottesco e se vogliamo adolescenziale. Sì perché a questo regista piacciono i giovani e gli adulti non sono poi così cresciuti come sembrano. I fatti che accadono nel mondo gli danno ragione.
Articolo di Luca Onesti
La Confusione
Il termine “trattativa” ha un grande potere di suggestione, e spiega come pochi il rapporto che intercorre tra politica e criminalità organizzata in Italia. E in effetti il procedimento di indagine portato avanti dalla procura di Palermo, sfociato nel processo cosiddetto sulla “trattativa” che ha avuto inizio a Palermo il 27 maggio 2013 – come lo sono nondimeno i procedimenti della procura di Caltanissetta sulla strage di Via d’Amelio, e quello di Firenze sulle stragi del 1993 – è di cruciale importanza per ricostruire la storia recente del nostro paese. Così importante che è dovere civico di ogni cittadino seguirlo con la massima attenzione, specie ora che la tensione è salita dopo le minacce di morte che recentemente Totò Riina, dal carcere, ha pronunciato nei confronti del pm della Dda di Palermo Nino Di Matteo.
Jacques Le Goff, nato nel 1924, ci ha lasciati pochi giorni fa, alla veneranda età di 90 anni. Il lavoro che ha svolto è stato della massima importanza per quanto riguarda gli studi sul Medioevo e sulla disciplina storica in generale.
Uno dei meriti di Le Goff, appartenente alla terza generazione della corrente di studi chiamata la Scuola delle Annales (dalla rivista Les Annales, fondata da Marc Bloch e Lucien Febvre), è stato quello di essere un grande divulgatore: ha reso il Medioevo un argomento "di successo", e accessibile a tutti. I suoi testi sono di piacevole lettura, pur affrontando temi storiografici di notevole peso.
La nuova mostra in corso a Palazzo Strozzi presenta per la prima volta un confronto diretto tra Jacopo Carrucci detto il Pontormo e Giovanni Battista di Jacopo Rosso detto il Rosso Fiorentino. Il confronto ha come fulcro le divergenze e le diverse strade che i due pittori della prima metà del ‘500 intrapresero dopo essere passati dalla bottega del maestro Andrea del Sarto; divergenze pittoriche e formali che seguirono il passo delle vicende politiche del tempo che videro Rosso più vicino al mondo degli aristocratici repubblicani al contrario di Pontormo pittore prediletto e protetto dai medici.
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