Cultura

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Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.

Immagine liberamente tratta da pixabay.com

Lunedì, 07 Aprile 2014 00:00

Attraverso la storia del buddismo

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Colui che non si può esprimere con la parola, ma grazie al quale la parola è espressa ecco: è il Brahman; e non ciò che qui si venera come tale.
Colui che non si pensa col pensiero, ma grazie al quale il pensiero è stato pensato, ecco: è il Brahman; e non ciò che si venera come tale.
Colui che non si vede con lo sguardo, ma grazie al quale gli sguardi vedono, ecco: è il Brahman; non ciò che si venera come tale.
Kena Upanisad

Tra gli interessanti incontri che si sono susseguiti all’Auditorium Stensen, che fanno parte del percorso “Soma-Psiche-Pneuma – corpo, anima, spirito”, sabato 29 marzo è toccato a Francesco Sferra accompagnarci nelle regioni dell’intraumano, affascinanti ma complesse, nella concezione buddista.
Sferra, professore di sanscrito all’Università Oriente di Napoli, curatore de “La rivelazione del Buddha” e direttore della raccolta “Manoscripta buddica” (lavoro di filologia e recupero di manoscritti antichi), introdotto dal professor Federico Squarcini ha scandagliato appunto il mondo “intra menia”, dentro di noi, in quella (o meglio quelle) che sono le tradizioni buddiste, di cui molto spesso, abbiamo un’idea un po’troppo semplificata.

Non se la sono sentita gli americani di far vincere a Robert Kenner il premio come miglior documentario. Lo hanno candidato ma non hanno voluto far risaltare troppo il suo nome. Perché quello che la sua opera dice bisognava tenerlo sotto silenzio. Le multinazionali alimentari non avrebbero avuto delle buone “recensioni”. E visto che gli Oscar sono finanziati anche dalla loro pubblicità, stop.

La prima volta che ho votato alle elezioni nazionali c’era la Finocchiaro che invitava a votare Berlusconi piuttosto che la Sinistra l’Arcobaleno.

I tempi di Veltroni segretario del Partito Democratico, su cui ironizzava Maurizio Crozza, giocando sul “ma anche” (l’operaio della ThyssenKrupp ma anche Calearo, che purtroppo qualcuno forse ricorda). L’ennesima evoluzione di quel processo avviato con Occhetto, mescolata al “voto utile” e al sogno di un’alternanza che viene citata nel film, quasi il PCI e Moro fossero seriamente utilizzabili dopo la caduta del muro di Berlino.

Articolo di Daniele Coltrinari e foto di Luca Onesti, sosteniamopereira.blogspot.it

Antonio Tabucchi non l'ho mai conosciuto, non ho avuto questa fortuna, questo privilegio, a differenza di tante persone che sono state presenti all'anniversario a due anni dalla sua morte.

È stato un evento che si è svolto lo scorso 25 marzo, presso L'Istituto italiano di cultura di Lisbona. Un Istituto che conosco da tempo e che, oltre alle attività che svolge quotidianamente, propone mensilmente eventi, conferenze e dibattiti di ottimo livello. Faccio questa premessa in modo che nessuno possa strumentalizzare quello che sto per scrivere: chissà se Tabucchi non sarebbe dispiaciuto della poca presenza “giovanile” durante il suo secondo anniversario.

Mercoledì, 02 Aprile 2014 00:00

Batman: 75 anni e non sentirli

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Nel maggio 1939 Bob Kane e Bill Finger mostrarono per la prima volta, per la DC Comics, una delle più importanti icone supereroistiche del nostro tempo: BatmanLa storia, apparentemente molto semplice in realtà piuttosto sfaccettata, parla del miliardario Bruce Wayne che assiste da bambino all'assassinio dei suoi genitori da parte di un ladro. In fondo scommetto che la maggior parte di voi non farebbe ciò che fa Wayne. È l’uomo più ricco della città, ha tutto, potrebbe godersi la vita in santa pace. Eppure l’omicidio dei suoi è la scintilla che lo spinge,nella sua solitudine, a intraprendere una vendetta contro il crimine. Ed è questo il lato oscuro di Bruce Wayne che lo rende un cavaliere con la macchia. Gli serve però un simbolo per “essere incorrutibile e immortale”: pensa così al pipistrello per mettere soggezione ai suoi avversari. Anche perché da piccolo lui stesso temeva questi animali selvatici.

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