Mercoledì, 23 Luglio 2014 00:00

Michael Kenna - Viaggio in Italia

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Chariot of Apollo, Study 1, Versailles, France. 1988 © Michael Kenna Chariot of Apollo, Study 1, Versailles, France. 1988 © Michael Kenna

Quando ci si appresta ad analizzare la produzione di un artista, magari avendo dapprima visitato una mostra retrospettiva che ne riassume il lavoro, bisognerebbe essere obiettivi. Prendersi del tempo, lasciare che l'onda dell'estasi visiva s'infranga sulle rive dell'oggettivo e che ritorni indietro, come risacca tenue e posata, nel quieto mare dell'imparzialità. Così il nostro critico d'arte, giornalista o burattinaio di parole dovrebbe ricacciare in un angolo entusiasmo, adrenalina e quant'altro di riconducibile al sentimento, per evitare di distorcere la percezione dello spettatore nei confronti dell'oggetto in esame. Lo scrivente, convinto che l'equidistanza del “buon” giornalismo sia una chimera per nulla auspicabile, prega i gentili lettori di perdonargli fin d'ora l'incapacità di dissertare con lucido distacco, caratteristico delle istruzioni per l'uso. In compenso garantisce loro l'onestà intellettuale di chi rimette al pubblico il diritto di verificare, parola per parola, afflato per afflato, che quanto scritto aderisca alla pura realtà dei fatti. L'unica forma di oggettività che ci piace menzionare, semmai, è quella “nuova” e “tedesca” dei coniugi Becher, pionieri in bianco e nero della fotografia industriale nella Germania post-bellica.

 

Michael Kenna nella sua casa di San Francisco © Bill JayDopo le ironiche avvertenze introduttive, il riferimento al bianco e nero ci permette di scivolare dentro al solco del discorso. Dal 12 luglio al 10 agosto, presso la galleria d'arte PH Neutro di Pietrasanta (Lucca) sarà esposta una mostra antologica di Michael Kenna, di cui già abbiamo avuto modo di parlare sulle pagine de “Il Becco e dove riapproda come l'accendino che ritrovi in tasca quando non hai nulla da accendere, di norma quella volta che non serve. Delle opere del fotografo inglese, al contrario, vi è un bisogno spasmodico e costante che con ogni probabilità aumenterà in maniera proporzionalmente diretta al trascorrere del tempo. Nell'epoca digitale della corsa all'agognato megapixel in più – quello che in tanti concepiscono come l'anello mancante tra loro ed il successo planetario – delle infinite dispute sul confine tra fotografia autentica e reato di Photoshop, Kenna rappresenta l'anti-eroe per eccellenza; un demiurgo dei sali d'argento celato dietro le sembianze di un Don Chisciotte dall'aria taciturna e solitaria. Venuto al mondo nel 1953 a Widnes (Lancashire, Inghilterra), ultimogenito di sei fratelli, cresce all'interno di una famiglia appartenente alla classe operaia.Rock Formations, Yoichi, Hokkaido, Japan, 2002 © Michael Kenna A undici anni inizia a frequentare il seminario, convinto di voler percorrere la via del sacerdozio; l'arte e la fotografia lo strappano dalle braccia della Chiesa, circa sei anni dopo, quando l'interesse per il bello si manifesta in tutta la sua prepotenza. S'iscrive alla Banbury School of Arts, nell’Oxfordshire, inizialmente coltivando velleità pittoriche che presto cederanno il passo ad un destino ben più glorioso, che lo consegnerà dritto nelle mani della storia della fotografia. Studiando storia dell'arte entra in contatto con gli artisti che idealmente, per primi e durante tutto il suo percorso di maturazione stilistica, lo accompagneranno: primaria fonte d'ispirazione per lui saranno le opere di Caspar David Friedrich, John Constable e Joseph Turner, tutti riconducibili alla pittura paesaggistica dalle forti tinte simboliste. Intravedendo maggiori possibilità lavorative nel campo della fotografia, si trasferisce a Londra dove lavora al servizio del fotografo pubblicitario Anthony Blake. Nel frattempo prosegue gli studi al London College of Printing, che lo vedrà laurearsi con lode nel 1976. L'anno successivo si sposta a San Francisco, qui instaurerà un duraturo sodalizio professionale con la fotografa Ruth Bernhard, della quale diverrà stampatore.

Immagine ripresa all'interno della galleria PH Neutro, che ringraziamo per il permesso accordatoci.

Moai, Study 6, One Makihi, Easter Island, 2000 © Michael KennaProprio da Ruth Bernhard prendiamo in prestito le parole che, meglio di mille altre, riassumono l'atmosfera che permea l'intero percorso espositivo allestito negli eleganti locali del PH Neutro: “Le fotografie di Michael sono isole di serenità e silenzio in un mondo caotico e rumoroso”. Le immagini, all'incirca una trentina, si dipanano lungo la rotta di un fantomatico arcipelago, dove atolli paradisiaci attendono lo sguardo dell'osservatore per rivelarsi in un'epifania pagana. Le stampe sono tutte su carta baritata con viraggio conservativo al selenio, dal formato 19x19, incastonate in passepartout dalla grandezza di 50x40 e ripercorrono con dovizia la carriera del fotografo, dagli anni '90 ai giorni nostri. L'influenza che la fotografia pittorialista d'inizio secolo ha suscitato sul fotografo inglese è lampante; evidenti risultano i richiami a Peter Henry Emerson, Charles Sheeler e Harry Callahan (in riferimento a quest'ultimo, “Black Path” appare come un naturale tributo a “Grasses”, dello statunitense). Definire Michael Kenna uno dei più ricercati paesaggisti contemporanei sarebbe infinitamente banale e riduttivo, come tutto ciò che non sfugge alla logica. Dimostra d'essere, piuttosto, un attento indagatore della condizione umana, un raffinato antropologo che fa del medio formato analogico il suo prezioso ed inconfondibile taccuino d'appunti.Ponte dei sospiri, 1987 © Michael Kenna L'importanza che dedica alle nuvole delle sue vedute, deformate dalla lunghezza delle esposizioni e stagliate su cieli perennemente plumbei, riportano alla mente la riflessione maturata da Alfred Stieglitz in “Equivalenti”; ma è sfogliando il volume “A Twenty year retrospective” (in vendita presso la sede espositiva e già andato esaurito) che s'intuisce quale personalità abbia segnato profondamente il background artistico di Kenna, in misura maggiore rispetto alle altre: Eugène Atget, attivo in Francia dai primi anni del '900 e morto in miseria, poi rivalutato anche in virtù della lettura in chiave surrealista fornita alle sue immagini dal movimento parigino dell'epoca. Kenna ne ripercorre la vie, i paesaggi campestri, dove aguzzando l'udito si può ancora sentir pronunciare il sempre degli amanti, sussurrato a mezza voce fra i sentieri. La sapiente gestione della luce, magistrale sia in fase di scatto che in camera oscura, rende al meglio le lande brumose che riconducono i nostri occhi agli albori del creato. L'assenza della figura umana ed il senso di astrazione e sospensione dal reale ci restituiscono atmosfere riproducibili soltanto grazie al mezzo fotografico, in cui passato e presente tendono a sovrapporsi perdendo la loro peculiare identità; le suggestive serie “Seascapes” e “Theaters” del fotografo nipponico Hiroshi Sugimoto sono un rimando d'obbligo. Volendo chiudere idealmente il cerchio per come lo si era aperto, potremmo affidarci una seconda volta alle puntuali parole di Ruth Bernhard: “Le sue fotografie sono come le fiabe, magiche e terrificanti insieme; come i sogni, innegabili nella loro potenza evocativa, ma al tempo stesso elusive”.

Al termine del nostro immaginifico viaggio nell'universo di Michael Kenna, ringraziamo i responsabili della galleria d'arte per il contributo nella diffusione dell'opera di un autore non ancora apprezzato dal grande pubblico dei “non addetti ai lavori”. Altresì ci auguriamo che in futuro lo spazio espositivo di Pietrasanta possa fare da cornice anche a mostre di artisti emergenti, dando risalto a perle di bellezza ignorate da un mercato della fotografia spesso pericolosamente autoreferenziale e cristallizzato. Di seguito, per coloro che fossero interessati a visitare la mostra, una scheda tecnica dell'evento:

dal 12 luglio al 10 agosto 2014
Michael Kenna – mostra antologica
PH Neutro Fotografia Fine – Art
Via Padre Eugenio Barsanti, 46 – 55045 Pietrasanta (Lucca)
Orario: tutti i giorni ore 11:00 – 13:00 / 18:00 – 24:00
Ingresso gratuito
Info: tel. 0584 71661; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ultima modifica il Lunedì, 20 Aprile 2015 08:44
Davide Barbera

Classe 1988, nasce a Trapani, sotto il sole raggiante che bacia la costa occidentale della Sicilia. Grazie all'influenza del padre si appassiona alla fotografia, passione che spesso prende le sembianze di una vera e propria ossessione con la quale tediare chiunque capiti nel suo raggio d'azione. Toscano d'adozione, attualmente studia fotografia presso la Libera Accademia di Belle Arti di Firenze. Confidando nelle proprietà del buon vino, che inscindibilmente lo accompagna fin dall'anagrafe, rassicura se stesso e chi gli sta accanto asserendo che migliorerà invecchiando.

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