Licodia Eubea (Catania) 27 dicembre 2011. Stefania “SEN” Noce, ventiquattro anni, brillante studentessa della facoltà di Lettere dell’università di Catania, impegnata in tante battaglie per la giustizia sociale, veniva uccisa a coltellate insieme al nonno Paolo Miano.
Qualche ora dopo, la polizia arresta l’ex fidanzato di Stefania, giovane ventiquattrenne, studente di psicologia all’Università La Sapienza di Roma. L’ennesimo un uomo che uccide la donna che dice di aver amato “più della sua vita”, recentemente condannato in primo grado all'ergastolo per il duplice omicidio.
Dai recenti dati diffusi del rapporto Eures-ANSA sull’omicidio volontario in Italia, che descrivono il fenomeno del femminicidio possiamo notare che nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise in Italia 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo.
Si torna di nuovo a parlare della 194. Il 19 giugno 2013 la direzione della Asl 10 di Firenze ha previsto la chiusura del servizio di Ivg nel presidio ospedaliero di Borgo San Lorenzo, presidio di riferimento della zona sociosanitaria del Mugello. Questo verrà trasferito presso lo IOT di Firenze, creando ovviamente notevoli disagi a tutte le donne che decidono di ricorrere a questo tipo di intervento. Fin dal primo momento alcuni partiti politici e la società civile hanno creato un coordinamento a difesa della 194, che sta lavorando sul territorio per evitare un’ulteriore sconfitta della Legge 194 e per garantire il diritto all’autodeterminazione delle donne. Ho intervistato alcuni esponenti del coordinamento per verificare con loro la situazione e capire cosa è stato fatto a livello politico.
C’è una parola che da mesi appare con frequenza costante nei servizi dei tg e sulle pagine dei giornali.
Una parola che sembra piacere parecchio ai media, quasi come se avessero scoperto all’improvviso che esiste la violenza sulle donne.
Il “femminicidio” non è certo un fenomeno nuovo, e i numeri lo dimostrano: sono già 36 le donne uccise in Italia per mano di uomini dall’inizio del 2013, 124 solo lo scorso anno, addirittura 129 nel 2011. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti tutto sommato di percentuali accettabili per un Paese di quasi 61 milioni di abitanti, ma c’è un altro dato più difficilmente confutabile: il rapporto sulla criminalità stilato nel 2010 dal Ministero dell’Interno ha registrato, a fronte di un calo degli omicidi del 57%, un incremento dei femminicidi del 98%. Ad aggravare la situazione va aggiunto il fatto che si tratta in gran parte di resoconti incompleti, perché a oggi non esiste ancora un osservatorio nazionale che si occupi in maniera sistematica di registrare i dati sulla violenza di genere.
“E' stata una donna che approfittava della propria bellezza fisica per imporre attenzione finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata. Ci vollero 25 anni per scoprire i nomi degli aggressori, ma tutto era caduto in prescrizione”.
Questa è una parte del breve servizio che il Tg 2 ha fatto in occasione della morte di Franca Rame. Da dove iniziare a commentare?
Mentre ero a Londra mi arrivavano costantemente notizie dall’Italia su casi di femminicidio; quasi trenta donne uccise o ferite a morte dal gennaio ad oggi.
“Le donne devono essere più sobrie, dare importanza all’essere più che al sembrare, solo così si possono evitare altri casi di femminicidio. le donne non si devono truccare, mettersi il rossetto, devono volersi bene per quello che sono” Parola di Oliviero Toscani, noto fotografo italiano, che in un’intervista rilasciata pochi giorni fa, si scaglia contro le donne e le loro responsabilità nel caso di femminicidio.
Il 5 marzo scorso ha salutato il 50° anniversario della nascita di Eva Kant, la biondissima compagna di Diabolik creata nel 1963 dalle sorelle Giussani. Eva s’impose immediatamente all’attenzione dei lettori perché molto lontana del classico stereotipo della bella fidanzata dell’eroe di turno che fa da comparsa sullo sfondo.
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La lunga conferenza continua poi con gli interventi delle autrici del libro “Al nostro posto. Donne che resistono alle Mafie”. A prendere la parola è infatti Ludovica Iuppolo, che prima di tutto preme a sottolineare come l’operazione e l’intento del libro sia quello non di delineare figure di eroi avulsi dalla carne del reale, ma raccontare storie “eccezionalmente normali” di donne normali e di come non ci sia interruzione tra ciò che queste donne pensano, amano, ciò in cui credono e ciò per cui soffrono e il loro ruolo pubblico.
Il 16 marzo 2013 è stata una giornata che rimarrà, almeno per un po’, nella memoria di Firenze. Erano infatti circa 150.000 persone, di ogni età, di ogni sesso, di ogni provenienza sociale a sfilare dalla Fortezza da Basso fino allo stadio Artemio Franchi in occasione del Corteo Nazionale organizzato da Libera, rete fondata nel 1995 da Don Luigi Ciotti e Giancarlo Caselli (procuratore Capo della Repubblica a Torino), che accoglie in sé circa 1.500 associazioni, tra enti e gruppi locali uniti nella lotta contro la mafia e la cui presidenza onoraria è stata coperta da Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, stroncato dalla criminalità organizzata.
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