Le varie forme de "sapere", che cerchiamo di organizzare tra divulgazione scientifica (cliccando qui), scienze umanistiche (cliccando qui) e scienze sociali (cliccando qui), sfruttando le pur discutibili suddivisioni del nostro sistema accademico.
Immagine liberamente tratta da pixnio.com
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Purtroppo, come ha spiegato e mostrato Fiorella Tonello, i media contribuiscono massivamente e in maniera invasiva alla creazione e alla propulsione di stereotipi di genere e a costruire immagini, modelli, canoni che diventano vere e proprie gabbie che ci costringono ad assottigliarci (anche nel vero senso fisico del termine, si pensi alla magrezza ostentata in televisione o nelle riviste per quanto riguarda i corpi femminili) per potervi entrare; diventano termini di misura e paragone per trovare un posto all’interno della società e per sentirsi da questa accettati.
Un incontro con Elisa Guidi e Fiorella Tonello
Quanto tempo dedicate ai vostri dispositivi mobili? Sui cellulari sono disponibili applicazioni capaci di rispondervi nel dettaglio. Vi danno l’illusione di avere i mezzi per un consumo consapevole e critico. Una percezione di controllo alla base di quello che può apparire come un fascino irresistibile di «un convincente effetto di realtà».
In vista della Conferenza Mondiale di Katowice (COP24) è uscito il rapporto annuale sul riscaldamento globale. E non ci sono buone notizie.
Una delle eredità meno piacevoli del positivismo ottocentesco, che ha avuto un revival nelle impostazioni riduzionistiche conseguenti allo sviluppo novecentesco della biologia molecolare, e ancora oggi sperimenta periodici e più o meno transitori ritorni di fiamma, è rappresentata dall’applicazione acritica di modelli evolutivi biologici al comportamento e alla cultura umana. Se non è stato difficile confutare, a livello intellettuale ma soprattutto politico, la prima, piuttosto rozza versione di questa proposta intellettuale, rappresentata dal Darwinismo sociale, le numerose ipotesi relative all’idea che lo sviluppo culturale e la posizione sociale siano, almeno parzialmente, determinate da fattori innati risultano in qualche modo più subdole e seducenti.
E se vi dicessi che si potrebbero eliminare del tutto le zanzare?
Quando vivevo a Ferrara per il dottorato ho sviluppato un certo odio, come molti, per le zanzare; infatti la città estense, posta al di sotto del livello del mare tra il Po e uno dei bracci del suo delta, in una zona molto umida e paludosa, è senza dubbio una delle città più infestate da questi fastidiosissimi animali. Non faceva differenza se era estate o inverno, loro c’erano sempre. Ed erano sempre affamate di sangue.
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