Le varie forme de "sapere", che cerchiamo di organizzare tra divulgazione scientifica (cliccando qui), scienze umanistiche (cliccando qui) e scienze sociali (cliccando qui), sfruttando le pur discutibili suddivisioni del nostro sistema accademico.
Immagine liberamente tratta da pixnio.com
La notte tra il 4 e il 5 agosto 1962 moriva Marilyn Monroe, una delle più grandi stelle del cinema hollywoodiano. È impressionante come, dopo più di 50 anni, la sua immagine sia ancora una delle più famose e riprodotte al mondo, simbolo di una bellezza che è difficile far passare di moda.
"..Poiché anche solo nella minima manifestazione di una qualsiasi attività intellettuale, "il linguaggio", è contenuta una determinata concezione del mondo, si passa al momento della critica e della consapevolezza, cioè alla questione: è preferibile "pensare" senza averne consapevolezza critica, in modo disgregato e occasionale, cioè "partecipare" a una concezione del mondo "imposta" meccanicamente dall'ambiente esterno, a cioè da uno dei tanti gruppi sociali nel quale ognuno è automaticamente coinvolto fin dalla sua entrata nel mondo cosciente (...) o è preferibile elaborare la propria concezione del mondo consapevolmente e criticamente e quindi, in connessione con tale lavorio del cervello, scegliere la propria sfera di attività, partecipare attivamente alla produzione della storia del mondo, essere guida di se stessi e non già accettare passivamente dall'esterno l'impronta alla propria personalità?
Tra le varie figure di prestigio che in questi giorni abbiamo avuto l'onore di ospitare nella nostra Firenze in occasione dell'evento organizzato da Repubblica – La Repubblica delle idee - è stato presente anche Ulrich Beck, noto sociologo tedesco, famoso soprattutto per il suo concetto di rischio globale e che ha analizzato la crisi dell'euro, non senza posizioni piuttosto critiche nei confronti del suo governo e delle decisioni della cancelliera Merkel.
Sotto il magnifico soffitto del Salone dei Cinquecento di Palazzo della Signoria, il sociologo, cadenzato dagli interventi, le domande e le riflessioni di Riccardo Stagliano, giornalista di Repubblica e Wlodek Goldkorn, di origine polacca e responsabile culturale de L'Espresso, ha provato a delineare e approfondire il lato socio - culturale del fenomeno della globalizzazione.
L'opera di Bernard Bailyn, "Storia dell'Atlantico", è articolata in due parti: nella prima l'autore traccia i contorni della nascita della disciplina storica chiamata Storia dell'Atlantico, e i maggiori intellettuali (giornalisti inizialmente, e in un secondo momento storici) che se ne sono occupati. Nella seconda parte del libro invece l'autore definisce cosa si debba intendere per "Storia Atlantica", ed è proprio su quest'ultima sezione che vorrei soffermarmi.
La globalizzazione nasce dal mare. No, non si tratta di dipingere una botticelliana immagine di una rediviva Afrodite che emerge in tutta la sua eterea bellezza dalle schiume dell'acqua, ma dell'insolita tesi di Peter Sloterdijk, filosofo e saggista tedesco nato nel 1947.
È partito intorno alle 17.00 il corteo programmato in occasione della celebrazione del 35esimo anniversario della morte di Peppino Impastato.
A trentacinque anni dalla morte del militante comunista e giornalista fondatore di Radio Aut, trucidato dalla mafia siciliana la notte fra l’8 e il 9 maggio 1978, la sua città, Cinisi (Palermo) , si riempie di uomini e donne che hanno deciso di rendere omaggio alla memoria di chi, in modo coraggioso e con brillante ironia ha denunciato i soprusi, gli illeciti e le complicità della mafia con il mondo politico ed economico.
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