Le varie forme de "sapere", che cerchiamo di organizzare tra divulgazione scientifica (cliccando qui), scienze umanistiche (cliccando qui) e scienze sociali (cliccando qui), sfruttando le pur discutibili suddivisioni del nostro sistema accademico.
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L'esperienza della Repubblica Democratica Tedesca, del socialismo realizzato in un Paese dell'Europa occidentale, non cessa di suscitare interesse e non solo tra storici, “ostalgici” e cultori del libero mercato. Anche a sinistra il muro di Berlino ha segnato una divisione tra le culture politiche, tra libertari e centralisti, tra riformatori ed ortodossi con, in mezzo, innumerevoli sfumature ideologiche e numerose vie nazionali al socialismo. Riteniamo che la riflessione storica vada sposata, quando possibile, con l'ascolto diretto di quanti quella storia l'hanno vissuta e contribuito a scriverla.
Sull'esperienza del socialismo in terra tedesca abbiamo intervistato il dott. Hans Modrow, attualmente Presidente del Consiglio degli Anziani di Die Linke è stato per lungo tempo dirigente della FDJ e del SED (di cui fu Segretario distrettuale a Dresda), membro della Volkskammer tedesco-democratica dal 1958 al 1990, ultimo Capo di Governo della RDT ad essere membro del SED, Presidente del SED-PDS dal 1989 al 1990, vicesegretario e poi Presidente onorario del PDS, deputato al Bundestag dal 1990 al 1994 ed eurodeputato dal 1999 al 2004.
Martin Lutero, colui che “ha frantumato l’edificio della Chiesa cattolica”, usando le parole del suo più appassionato biografo, Roland H. Bainton, ha rappresentato un punto di connessione strettissimo tra età medievale ed età moderna, pur tenendo conto della limitatezza che porta con sé ogni periodizzazione storica.
Lutero nacque a Eisleben il 10 novembre 1483, nell’attuale Sassonia.
“Jurij Gagarin figlio dell'ottobre rosso”, questa frase di una nota canzone della Banda Bassotti sintetizza efficacemente il contesto sociale nel quale il più noto tra i cosmonauti visse ed operò, la sua autobiografia (Non c'è nessun dio quassù, Red Star Press, 2013, p. 192, € 15,00) inizia proprio con un riconoscimento verso “l'assalto al cielo”: "Vengo da una famiglia comune, una famiglia di lavoratori come ce ne sono a milioni nella mia patria socialista. I miei genitori sono due semplici russi ai quali la Rivoluzione d'ottobre ha dato una vita piena e dignitosa".
La Repubblica Democratica Tedesca al collasso, insolvente, economicamente distrutta: questa è l'immagine che dal 1990 i grandi mezzi d'informazione e la maggior parte degli storici ci presentano per descrivere gli ultimi anni del Paese del socialismo in terra tedesca.
In occasione del centenario della nascita di Albert Camus, noto scrittore, filosofo e premio nobel per la letteratura nel 1957, Firenze ha organizzato due giornate, il 26 e 27 settembre, dedicate a questo autore straordinario, intitolate “Albert Camus, solitaire solidale”. L’iniziativa, curata da Sandra Teroni ha visto una serie di iniziative, dal convegno tenuto nella sala Antana di Palazzo Strozzi (tra i relatori, anche Sergio Givone, Italo Dall’Orto e Valerio Magrelli), proiezioni di film (“l’ultimo uomo” di Gianni Amelio e “Lo straniero” di Luchino Visconti, con Marcello Mastroianni nella parte di Meursault), passeggiate nei luoghi fiorentini amati e conosciuti da Camus (il suo saggio “Le désert” è infatti anche una sorta di elegia d’amore per Firenze, “uno dei pochi luoghi d’Europa in cui ho capito che nel cuore della mia rivolta dormiva un consenso”, si legge nel testo) e un’altra conferenza tenuta all’istituto Francese che ha visto come relatrici Maissa Bey e la stessa Sandra Teroni.
Prima che la sua salute peggiorasse, si svegliava ogni giorno alle 5 mattina e faceva esercizi di respirazione nella vecchia casa dove viveva modestamente con la moglie ad Hanoi, la bellissima città ricca di laghi che fino a qualche decennio fa era percorsa da silenziosi fiumi di biciclette – poi trasformatesi in motociclette cinesi piuttosto nocive per l’ambiente.
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