I film della settimana, le serie televisive e tutto ciò che riguarda l'arte dello schermo (piccolo o grande che sia), senza disdegnare le arti del videogioco.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
Il 22 Dicembre nella sezione “27° Ora” del sito Corriere.it, ovvero il sito de Il Corriere della Sera, forse il più famoso e più antico giornale d’Italia, era ed è possibile leggere una lettera di una madre. Il titolo di questa missiva è Videogiochi che «allenano» alla violenza e io li stavo per regalare a mio figlio. Incuriosito da questo titolo, vado a leggere, prima con poca attenzione e, in seguito, con crescente attenzione.
Vizio intrinseco o di forma?
Lo so molti di voi diranno che di Anderson conoscono Wes (quello di “Grand Budapest Hotel”) ma il cineasta californiano Paul Thomas ha fatto numerose opere importanti e di gusto spiccatamente cinefilo. Tutto ebbe inizio nel 1997 con “Boogie Nights” passando poi per film come “Magnolia” e “The Master”. Nel mezzo però c'è anche l'Oscar per “Il petroliere”. Tra gli attori con cui ha lavorato più frequentemente troviamo Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Daniel Day Lewis e Joacquin Phoenix.
Profumo di vero maschio!
Questa rubrica di archeologia cinematografica ha lo scopo di riportare alla luce, come in un vero e proprio scavo, o quantomeno all’attenzione dei lettori, opere cinematografiche, anche di serie non eccelsa, che a suo tempo hanno descritto in maniera efficace storie, costumi e abitudini, … e talvolta, sia pure non consapevolmente, hanno contribuito a formare un minimo di coscienza civile nel pubblico.
Questa volta non intendo parlare di un film in particolare, ma di un personaggio. Personaggio in senso pieno, la sua esistenza è reale solo sullo schermo, non c’è mediazione interpretativa, poiché coincidono perfettamente personaggio e interprete.
Questa rubrica di archeologia cinematografica ha lo scopo di riportare alla luce, come in un vero e proprio scavo, o quantomeno all’attenzione dei lettori, opere cinematografiche, anche di serie non eccelsa, che a suo tempo hanno descritto in maniera efficace storie, costumi e abitudini, … e talvolta, sia pure non consapevolmente, hanno contribuito a formare un minimo di coscienza civile nel pubblico.
Tutti conoscono Le mani sulla città di Francesco Rosi, un film del 1963 che tratta della speculazione edilizia a Napoli e degli (sporchi) interessi che vi ruotano attorno, ambientato in una fase storica e politica ben definita: il tramonto del laurismo monarchico e l’affermarsi del potere gavianeo democristiano all’inizio degli anni ’60.
Pochi conoscono però un film sul medesimo argomento di appena due anni precedente: Fantasmi a Roma.
Selma - La strada per la libertà
10 dicembre 1964, Oslo (Norvegia). Martin Luther King (interpretato da un ottimo David Oyelowo), all'epoca trentacinquenne, riceve il premio Nobel per la pace.
King nel suo discorso comunica la speranza di vedere tutte le genti ottenere "istruzione e cultura per la loro mente e dignità uguaglianza e libertà per il loro spirito".
VOGLIOOO IL PAPATOOO!
Questa rubrica di archeologia cinematografica ha lo scopo di riportare alla luce, come in un vero e proprio scavo, o quantomeno all’attenzione dei lettori, opere cinematografiche, anche di serie non eccelsa, che a suo tempo hanno descritto in maniera efficace storie, costumi e abitudini, … e talvolta, sia pure non consapevolmente, hanno contribuito a formare un minimo di coscienza civile nel pubblico.
In questo caso si potrebbe parlare di modernariato più che di archeocinema, l’opera è del 1973, e per essere opera è opera davvero trattandosi di LA TOSCA di Luigi Magni.
Il regista romano si ispira direttamente a Victorien Sardou ancor più che a Giacomo Puccini, dando maggiore spazio all’ambientazione politica e sociale dell’epoca, la vicenda si svolge il 14 giugno 1800 la giornata di Marengo, rispetto al tormentato rapporto sentimentale fra la cantante Floria Tosca e il pittore Mario Cavaradossi centrale nel melodramma di Puccini che in ogni caso era una riduzione del dramma teatrale di Sardou.
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