I film della settimana, le serie televisive e tutto ciò che riguarda l'arte dello schermo (piccolo o grande che sia), senza disdegnare le arti del videogioco.
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Si è spento a Roma, all'età di novantadue anni, il regista e sceneggiatore Francesco Rosi: uno dei più grandi interpreti della cultura italiana della seconda metà del novecento. Iniziata la carriera nell'immediato dopoguerra come aiuto regista di Luchino Visconti, nel 1958 realizza il suo primo film: La sfida, racconto di fantasia (ma assolutamente realistico) su un contrabbandiere che prova faticosamente ad inserirsi nella gestione operata dalla camorra del mercato ortofrutticolo.
L'anno seguente è la volta de I magliari, con uno straordinario Alberto Sordi nella parte di un venditore di stoffe dai metodi loschi. Un racconto antiretorico sulla vita di molti emigranti italiani.
Il 2015 si apre con tre ottime pellicole: The imitation game su Alan Turing, il ritorno di Clint Eastwood con American Sniper sulla storia del più letale cecchino americano e poi c'è anche il grande ritorno di Tim Burton con Big eyes. Il regista californiano spiazza perchè dopo diversi anni abbandona gli attori feticci Johnny Depp e (l'ex moglie) Helena Bonham Carter, compagni di mille avventure e di diversi film. Onestamente c'era bisogno di una svolta e lui ha avuto il coraggio di farla. Il vero talento di Burton, per intendersi, era quello mostrato alla fine degli anni '80 (da Batman) fino al 2003, anno di Big Fish. Successivamente le idee scarseggiarono finendo per riprodurre remake (La fabbrica di cioccolato, Alice in Wonderland) o adattamenti ritirati fuori dal cassetto (Frankweenie del 2013 riprende in mano materiale del suo primo cortometraggio). Risultato? Il pubblico si era stancato.
Alla base c’è la storia di un vero cecchino statunitense. Non pentito. Chris Kyle ha collezionato 160 vittime riconosciute (dal Pentagono) nella sua carriera. Quattro missioni in Iraq. Tornato definitivamente a casa si dedica ai colleghi reduci dalle zone di guerra. In congedo scrive anche un'autobiografia, diventata best seller. La Warner Bros ne acquista i diritti d’autore verso la metà del 2012. Bradley Cooper ricopre un ruolo fondamentale anche come produttore, oltre ad avere la parte principale del film. Nel febbraio del 2013 Kyle viene assassinato da un commilitone afflitto da disturbo post traumatico da stress, mentre sono insieme in un poligono di tiro. I funerali diventano un evento nazionale, almeno in Texas, come si vede anche dalle immagini che chiudono il film. Informazioni secondarie, se American Sniper non avesse scatenatato una (forse inevitabile) polemica, con infelici livelli di discussione.
Jimmy’s Hall - Ken Loach torna a raccontare l’Irlanda: storie di odio, di amore, di rivoluzione.
Lotta di classe a trecentosessanta gradi nel nuovo film di Ken Loach, ambientato nell’Irlanda degli anni trenta. Quando il leader comunista Jimmy Gralton torna nella contea natale di Leitrim, dopo anni di esilio forzato in America, decide di riaprire la Pearse-Connolly Hall, sala da ballo che aveva costruito prima dell’emigrazione per permettere ai contadini del posto di ballare liberamente, leggere, discutere e emanciparsi dal tirannico monopolio che la Chiesa locale esercita sull’istruzione. Contro la riapertura della sala, dove Gralton mette ampiamente in circolo le sue idee rivoluzionarie e radicalmente anticlericali, si scagliano padre Sheridan, austero e anticomunista prete locale, e le formazioni fasciste della Contea. Per Jimmy, che aveva deciso di abbandonare la vita spericolata di un tempo e dedicarsi interamente
Ecco il mio regalo di fine 2014: la recensione in anteprima di uno dei titoli di punta del 2015. The Imitation Game uscirà il 1 gennaio del nuovo anno distribuito da Videa ma in altri Paesi è già uscito e si vocifera che sia in odore di Golden Globes e Oscar. È il vincitore del Toronto Film Festival 2014.
So benissimo che scrivere del film de Lo Hobbit equivale ad infilarsi in un nido di vespe ma lo abbiamo aspettato così a lungo che correrò il rischio della scomunica.
Il 17 dicembre 2014, in contemporanea con gli Stati Uniti, è uscito il terzo capitolo della saga che racconta le avventure di Bilbo Beggins. Una trilogia molto discussa, quella del prequel de Il Signore degli Anelli. Molte delle critiche avanzate sono fondate e anche io, che non rientro tra quelli che sono rimasti disgustati dalla trasposizione cinematografica, non posso non concordare con chi puntualizza le diverse inesattezze (leggi qui) nella riproduzione di Jackson.
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