I film della settimana, le serie televisive e tutto ciò che riguarda l'arte dello schermo (piccolo o grande che sia), senza disdegnare le arti del videogioco.
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Non è un romanzo di formazione, anche se la storia parte da due ragazzi sulle sponde del Mississippi, calati in una realtà periferica in cui si consumano famiglie in difficoltà ed esistenze complesse. Film drammatici statunitensi che si collocano agli estremi delle difficoltà quotidiane e della marginalità sociale non sono rari. Il merito di Mud è sapersi collocare tra diversi generi senza seguire un solo tracciato già percorso ma saltando tra diversi di essi. Si ritrova qualche elemento che richiama Cormac McCarthy, noto al grande pubblico soprattutto grazie a Non è un paese per vecchi. Ci si richiama ad un’ambientazione da thriller, senza che però ci si avvicini più di tanto a quanto già portato avanti recentemente dall’ottimo Prisoners e superando impietosamente l’ultima opera di Ridley Scott (The Counselor).
Se rispolverate qualche film di questo artista, vi capiterà lo scrittore Gerard Depardieu che dirà all'investigatore Roman Polanski:"Non bisognerebbe mai conoscere i propri miti" (il film è "Una pura formalità"). Si potrebbe rimanere delusi dal confronto.
Ma anche stavolta devo contraddirlo. Come da tradizione, anche quest'anno il teatro Romano di Fiesole ha ospitato un incontro davvero speciale. Negli anni precedenti, al Premio "Fiesole Maestri del Cinema" sono intervenuti tra i più grandi registi e attori del cinema internazionale: Spike Lee, Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti, Toni Servillo, Marco Bellocchio, Terry Gilliam, Robert Altman, Ken Loach e tanti altri nomi noti. L'edizione 2014 ha visto la partecipazione del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore che girerà il suo nuovo film "The Correspondence" a partire da settembre in Scozia.
Dopo i primi due episodi, ecco l'appuntamento con il film probabilmente più rappresentativo del cinema di Sergio Leone.
Dal 17 luglio torna in sala la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna dopo che nel 2000 la Cineteca Nazionale fece un primo restauro con 3363 fotogrammi tagliati. Sono state usate tutte le nuove tecnologie con un particolare lavoro dedicato alla color correction e alla colonna sonora di Ennio Morricone che viene, giustamente, esaltata in tutto il suo splendore soprattutto per quanto concerne il tema principale del film e la parte finale con lo strafamoso brano "L'estasi dell'oro".
Dopo il successo inaspettato di "Per un pugno di dollari", nel 1964 Sergio Leone aveva molti dubbi: era in crisi creativa, voleva cambiare genere perché era sicuro di non ripetere l'exploit del precedente capitolo. E poi ci fu la rottura con la Jolly Film (con cui aveva un contratto). Per sua fortuna prima il produttore Alberto Grimaldi e poi la United Artists entrarono nel progetto e l'affare decollò grazie anche al nome che il regista italiano si era fatto. Per il cast, Leone confermò Clint Eastwood (che si schierò a favore di Leone contro la Jolly) e Gian Maria Volontè, ma voleva Henry Fonda che rifiutò. Stessa sorte toccò a
Ogni anno la Cineteca di Bologna ci sorprende. Ecco un esempio di Italia che investe e con le sue tecnologie riesce a dare una ventata di novità e di considerevole prestigio ai fasti del tempo che fu. Dopo la versione integrale di "C'era una volta in America", ancora una volta tocca ai film di Sergio Leone subire questo importante restauro. Non opere qualsiasi, bensì la celeberrima "Trilogia del Dollaro".
Stavolta non è stato inserito nessun materiale inedito ma le immagini e il suono sono stati nettamente migliorati (quest'ultimo a tratti potrebbe risultare addirittura fastidioso da quanto è puro). Il risultato è un autentico colpo da 90. È vero potreste godervelo anche comodamente seduti sul divano ma se siete come Joe, che "a casa mia stavo malissimo", andate al cinema.
Siamo ormai in estate e il cinema in Italia non è come in altri Paesi dove la programmazione è spalmata sui 12 mesi. Finito giugno inizia l'epoca delle arene estive, delle repliche fino all'ultima settimana di agosto dove vengono lanciate delle anteprime nelle località balneari. Quest'anno però a giugno abbiamo avuto l'ennesima riprova che l'Italia è anche il Paese del "meglio tardi che mai": infatti tra il 12 e il 19 sono usciti due grandi film, bistrattati dalle distribuzioni, usciti nei Paesi di origine addirittura tra il 2008 e il 2013. Sto parlando del secondo film di Ari Folman (noto per "Valzer con Bashir") intitolato "The Congress" e l'esordio alla regia dell'acclamato sceneggiatore Charlie Kaufman ("Essere John Malkovich") con "Synecdoche New York".
Ma andiamo per ordine.
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