I film della settimana, le serie televisive e tutto ciò che riguarda l'arte dello schermo (piccolo o grande che sia), senza disdegnare le arti del videogioco.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
“Ho l’hype a mille”.
È vero: l’inglese ha sostituito, anche troppo, molte parole italiane. E nel mondo dei videogiochi sempre più nuovi termini in lingua straniera sostituiscono quelli italiani. Cos’è l’hype per esempio? L’hype nel mondo videoludico è l’attesa per un nuovo videogioco. Attraverso l’hype si capisce se un titolo può avere successo o meno. Le maggiori case produttrici giocano molto su questa attesa. Con video del gameplay, con trailer, con prove alla mano, esse possono totalmente cambiare il futuro di una società di videogiochi, sia in positivo che in negativo. I luoghi dove farlo sono le fiere dei videogiochi, create dalle associazioni di promozione delle stesse aziende, dove è possibile anche ai videogiocatori di provare molti titoli in anteprima.
Ancora una volta Firenze si dimostra appetibile all’estero. Non a caso per 6 giorni al cinema Fulgor si è assistito, in anteprima, a una selezione dei migliori film in concorso a Cannes 2014.
In attesa dell’uscita in sala (prevista per il prossimo autunno),eccovi un assaggio.
Venerdì 9 novembre 2012 si è tenuta al cinema Odeon la premiazione di un piccolo concorso di video-animazione denominato “TuTelArte”. Io, Giulia Lenzi, e la mia collega, Sofia Milazzo, ancora assidue frequentatrici di Brunelleschi in quanto neo-studentesse al DAMS di Firenze, abbiamo vinto il concorso aggiudicandoci un premio in denaro: il primo gruzzoletto per il primo lavoro. Con questi soldi abbiamo comprato una modesta attrezzatura (una reflex, un paio di faretti, un microfono e poco altro) e abbiamo iniziato a fare quanti più video possibile. Più o meno così è cominciata Rodef Group, un'associazione che nasce dalla voglia di cimentarsi nella produzione cinematografica indipendente. Realizziamo qualsiasi tipo di video, curandolo in tutte le fasi produttive: idea – scrittura – riprese – montaggio. Tutti i nostri lavori sono documentati sul sito www.rodefgroup.it e nelle nostre pagine dei social network (i video sono tutti disponibili su youtube).
Per quanto mi riguarda, sarei andata a vedere Maleficent anche ad occhi chiusi. Fin da piccola infatti La Bella addormentata nel bosco è stato uno dei miei cartoni preferiti, tanto da spingermi a moti di orgoglio quando sentivo Malefica chiamare il suo corvo “mio diletto”.
Il film che vede protagonista la strega della fiaba di Charles Perrault e che è uscito nelle sale italiane lo scorso 28 maggio ha creato grandissime aspettative: una meravigliosa Angelina Jolie, effetti speciali che si intuivano essere degni di nota e la colonna sonora affidata a Lana Del Rey hanno fatto sì che molti di noi accettassero di tornare bambini per 97 minuti.
Solo parti non originali.
A seconda dello spirito con cui si decide di affrontare la pellicola si andrà incontro a poco meno di due ore di divertimento o noia.
La fantascienza riempie le sale cinematografiche da ormai molto tempo, segnando poche variabili anche quando sfrutta con ambizione e scarse capacità autori come Asimov o Dick.
Dopo Snowpiercer esce un'altra pellicola che decide invece di basarsi su un fumetto (che a sua volta è tratto da un romanzo), che verrà pubblicato e distribuito in Italia solo il 16 giugno (quando probabilmente il film non sarà più nelle sale).
Stavolta si sceglie di far sparire tutto ciò che non è intrattenimento e che potrebbe apparire come innovativo.
Ritorna sul grande schermo, a 60 anni di distanza dal primo film di Ishiro Honda, il "kaijü" (mostro di fantasia in giapponese) più famoso della storia del cinema: Godzilla.
Il giovane regista inglese Gareth Edwards si è addossato con spavalderia l'ingrato compito di misurarsi con un personaggio molto amato dal pubblico, riuscendo nell'impresa di non far rimpiangere lo scialbo remake di Roland Emmerich del 1998.
La storia non si discosta dallo spirito originario della saga: in Giappone, una scossa dalle cause ignote provoca la distruzione di un impianto nucleare. Lo scienziato Joe Brody (Bryan Cranston) perde la moglie nell'incidente e non si dà pace per scoprire le vere ragioni del disastro. Dopo quindici anni, il misterioso evento si ripete e minaccia il mondo intero. Due M.U.T.O (Organismi Terrestri Massivi Non Identificati), giganteschi parassiti radioattivi, mettono a repentaglio la sopravvivenza del genere umano, risvegliando dal suo sonno il “Predatore Alfa”.
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