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Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
Da questa mattina gli occhi di tutta Italia sono puntati verso Pisa: l'hashtag #excolorificio è tra i più utilizzati dagli utenti della penisola.
I ragazzi dell'Ex Colorificio liberato sono stati svegliati da una brutta notizia: quella della possibilità di uno sgombero. Da ore oramai polizia e carabinieri si sono presentati ai cancelli per sottrarre quest'area di 14 mila mq a chi ne ha fatto un centro di aggregazione, cultura e confronto.
Al loro arrivo, le forze dell'ordine si sono trovate davanti circa 200 persone che invece di costruire barricate e fare resistenza, continuavano nelle loro attività.
La richiesta degli occupanti dell'Ex Colorificio era chiara. L'apertura di un tavolo di trattativa con il sindaco di Pisa Filippeschi, che almeno rappresentasse un tentativo serio di trovare un'alternativa alla chiusura di una delle maggiori officine di socialità ed aggregazione della città.
Purtroppo, le richieste non sono state accolte e lo sgombero è stato eseguito: le forze dell'ordine hanno interrotto uno dei corsi di italiano per stranieri che si tiene all'interno dell'Ex Colorificio.
“L’azione di stamattina” sottolinea il Municipio dei Beni Comuni, “vuole ridurre a ordine pubblico un’esperienza che parla di limiti alla proprietà, di diritti delle comunità, di sostenibilità. La nostra presenza all’interno, nonostante la pressione che proviene dalle forze dell’ordine e dalla proprietà, dimostra che c’è una comunità intera che non è più disposta a scendere a patti con l’arroganza di una società dove l’unica unità di misura è il profitto, i diritti inalienabili della proprietà privata ed il consumo di suolo e delle risorse naturali”.
E' quasi sconcertante la determinazione con la quale si procede alla distruzione sistematica di ogni tentativo di risollevare questa società dal grigiore nella quale precipita, ogni giorno, sempre più in basso. Le città, Pisa come Firenze, sono sempre più pensate a misura di turista, ignorando la necessità di stimoli culturali di chi ci vive. Non solo le amministrazioni locali non cercano di porre un argine all'aridità che si sta diffondendo ma reprimono ogni tentativo fatto da chi si organizza sui territori per provare a fornire quei servizi che lo stato, con l'abbattimento del welfare, non è più in grado di assicurare e per provare a far uscire le persone di casa, sollevandole dall'apatia che una società piatta ed omologata ci trasmette.
A fianco dei compagni dell'Ex colorificio liberato, per una città libera dal grigiore.
Pochi giorni fa, subito dopo aver accertato gli arresti dei ragazzi italiani durante la manifestazione del 19 ottobre a Roma, il collettivo di Lisbona RDA assieme ad alcuni italiani si reca a Praca do Commercio, nel pieno centro della capitale, per esprimere solidarietà verso due ragazze arrestate del collettivo Universitario Autogestito di Napoli. E improvvisando balli, canti al suono di tamburi la piazza si colora improvvisamente di voci e melodie, che vogliono esprimere sostegno e solidarietà a Sara e Celeste, le due ragazze che, insieme agli altri manifestanti che si trovavano a Roma sabato scorso, sono state rilasciate il 23 ottobre dopo lunghi giorni di incertezza e di paura.
Oggi quando saliamo sul bus ci lamentiamo delle condizioni da acciughe sott'olio in cui siamo costretti a viaggiare, del prezzo del biglietto (caro assai, se parliamo di Ataf) e dei ritardi che dovremo giustificare avendo scelto i mezzi pubblici.
Quasi impensabile pensare che quasi sessant'anni fa un bus come un altro, a Montgomery, in quello stato dell'America centro-orientale che è l'Alabama, sarebbe stato il teatro dell'inizio di un'enorme rivoluzione civile.
Riceviamo il diario di un viaggio avvenuto tra il 2 e il 3 ottobre nel nord dell'Iraq, inoltratoci da Luigi Vinci.
Siamo sulle montagne di Kandil, al limite di tre confini, Turchia, Iran e Iraq.
La zona, denominata Medya, è sotto il controllo della guerriglia kurda.
C’è un posto di blocco dei guerriglieri.
C'era una volta il Medio Oriente
Dalle Primavere Arabe ai recenti avvenimenti intorno alla Siria: analisi a confronto
Il volantino dell'iniziativa del 28 ottobre 2013
I video
* Marinella Correggia,
sibialiria.org, ecoattivista nowar, collaboratrice de il manifesto
* Niccolo de Scalzi,
meRIdiani - Relazioni Internazionali
* Bernard Selwan el Khoury,
collaboratore Limes e responsabile dell'Osservatorio Geopolitico Medio-Oriente di Roma
Le interviste
Intervista a Maronta di Limes
Intervista a Niccolò De Scalzi, presidente di MeRidiani - Relazioni Internazionali
Immagine sopra tratta da www.defense.gov
Le classi borghesi dominanti praticano da sempre la lotta di classe con tutti i mezzi a concreta disposizione, frutto storico-politico mobile e mutevole della lotta di classe stessa; e però da sempre celano che si tratti da parte loro di lotta di classe. Esse non porterebbero, dichiarano, interessi di parte antagonistici rispetto ad altri interessi di parte, sarebbero un'élite di funzionari preposti all'interesse generale della società, riassumibile nella riproduzione allargata della sua base produttiva, di conseguenza della ricchezza a disposizione della società; e se questa loro funzione si accompagna a privilegi materiali e alla disponibilità dello stato, in tutti i sensi, alle loro richieste, è perché se lo sono guadagnato per merito, con il sudore della fronte.
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