Politica

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Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Dopo un travaglio durato quasi sei mesi l'Austria ha un nuovo presidente, l'indipendente “verde” Van der Bellen. Ultrasettantenne, professore universitario di economia, rifugiato e “figlio di rifugiati”, come ha rivendicato durante la campagna elettorale – discende infatti da esponenti della media nobiltà dell'Impero russo, trasferitisi in Estonia e poi fuggiti in Austria dopo l'invasione sovietica del Paese baltico – Van der Bellen, il vincitore del ballottaggio dello scorso 4 dicembre, di per sé è quanto di più lontano dal profilo dei candidati populisti alla ribalta in tutta Europa, compreso il suo avversario di estrema destra Hofer.

Tre anni fa l’elettorato irlandese bocciò, con il 52%, la riforma costituzionale che avrebbe abolito il Senato. Il risultato fu determinato dalla larga contrarietà degli elettori della capitale Dublino, ove più si concentravano gli interessi e le influenze generati dal Senato.

Un cammino silenzioso, così potremmo definire lo spostamento via terra a piedi dei rifugiati da Siria, Afghanistan e dalle aree coinvolte dai combattimenti in Medio Oriente di questi ultimi anni. Contemporaneamente alle immagini drammatiche che ci giungono ogni giorno dai nostri telegiornali sui naufragi e disperati recuperi dei migranti nel Mediterraneo, un altro dramma si consuma dal Bosforo sino ai Monti Dinarici e oltre.

La Governatrice di Tokyo Yuriko Koike ha stabilito, lo scorso 25 novembre, sanzioni pecuniarie per 18 dipendenti della Prefettura Metropolitana coinvolti nello scandalo riguardante il sito di Toyosu per non aver vigilato sull'inquinamento dei suoli nell'area che dovrà ospitare il mercato di Tsukiji. Dal periodico comunista Akahata si apprende invece che il Presidente della Commissione incaricata di deliberare sullo spostamento del mercato, Ikki Yamazaki del PLD, avrebbe ricevuto donazioni politiche da tre aziende che si sono aggiudicate appalti per i lavori di trasferimento dell'importante struttura. I finanziamenti, erogati tra il 2010 ed il 2015, ammonterebbero a 2.170.000 yen.

Una data che rimarrà storica, quella del 26 novembre 2016. In tante hanno sfilato insieme dietro allo striscione che recitava “non una di meno”. Uno slogan per dire basta, con forza, alla violenza nei confronti delle donne.

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