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Il triangolo non l'avevo considerato
Tre poli aggreganti per l'insubordinazione: quasi senza citare Tsipras e Podemos...
«Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo [..] Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l'ambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti noi. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Così una comunità si libera dall'indifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare un'identità comune, una storia che si conserva e si trasmette».
I curdi che quasi unici combattono in Medio Oriente contro l'ISIS sono per gli USA al tempo stesso alleati e terroristi
La citta curdo-siriana di Kobanê, attaccata improvvisamente nei giorni scorsi dai miliziani dell’ISIS, è stata liberata dalle milizie curde YPG e YPJ del PYD. Si è trattato da parte dell’ISIS, in tutta evidenza, di un’operazione diversiva, di alleggerimento della sua situazione diventata precaria nell’area centrale siriana da esso da tempo controllata e nella quale è la “capitale” siriana dell’ISIS Raqqa. Come sappiamo, nelle settimane scorse le milizie curde hanno conquistato l’area che divideva il cantone curdo-siriano di Kobanê dal cantone curdo-siriano orientale: in questo modo le milizie curde si sono garantite l’afflusso di armi e di rinforzi dal territorio curdo-iracheno di fatto indipendente, al tempo stesso hanno liberato quel tratto di frontiera con la Turchia attraverso il quale l’ISIS riceve rinforzi oppure manda a curarsi negli ospedali turchi i propri feriti. La sostanziale totalità dei rinforzi dall’Europa l’ISIS li riceveva attraverso la Turchia. Le forze dell’ISIS avevano la possibilità di andare avanti e indietro con la Turchia, di usarla per spostarsi da una parte all’altra della Siria, mentre la frontiera turca era bloccata quanto a possibilità che vi passassero rinforzi alle milizie curdo-siriane, inoltre avveniva che i curdi in fuga dall’ISIS dovessero accalcarsi sulla frontiera turca per settimane.
Sulla crisi greca, a botta calda
Le figure che in questi mesi, a nome di Consiglio Europeo (quota paesi dell’eurozona), Eurogruppo, Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale, singoli governi europei (di Germania e Francia) si sono confrontate con il governo di sinistra della Grecia sulle misure da realizzare per affrontare la crisi in cui questo paese versa, irrisolvibile con i suoi mezzi, sono partite tutte quante dal presupposto che la Grecia, cioè il suo governo e la sua popolazione, non fossero in grado di resistere all’imposizione di ulteriori misure di “austerità”, analoghe a quelle responsabili della sua crisi. Delle due l’una, stando al ragionamento dei poteri europei e dell’FMI: o il governo di Syriza si sarebbe piegato, buttando via il proprio programma elettorale, e, pur di rimanere in carica, avrebbe gestito una nuova dose di “austerità”, oppure questo governo sarebbe entrato in crisi e sarebbe stato sostituito con un governo disponibile, magari attraverso nuove elezioni. Infatti ciò che poteri europei ed FMI non hanno messo in conto è stato che il governo greco, pur disposto a un compromesso, avrebbe resistito e, di fronte all’impossibilità di un compromesso decente, avrebbe rinviato ogni decisione al popolo greco e al tempo stesso dichiarato l’inaccettabilità dal proprio punto di vista della posizione avversa, tanto più in quanto espressa in forma di fatto ultimativa, lesiva della sovranità greca, colonialista, essendo la Grecia tecnicamente a un passo dal default.
La più lunga sessione della Dieta del Giappone postbellico quella attualmente convocata per discutere i disegni di legge riguardanti l’impiego all’estero delle Forze di Autodifesa. La sessione, che doveva cessare il 24 giugno, è stata prorogata al 27 settembre. Contrari all’estensione tutti i partiti dell’opposizione. Durante la sua ultima visita negli Stati Uniti Abe aveva assicurato un rapido processo di approvazione, "durante questa sessione", dei dieci disegni di legge.
“È una legislazione estremamente importante, e, normalmente, in questi casi dovrebbe essere discussa tra i partiti di governo e quelli di opposizione durante diverse sedute della Dieta, ciò al fine di ottenere una pubblica opinione informata. Credo che la promessa fatta dal Primo Ministro negli Stati Uniti abbia influenzato significativamente nel non far seguire al governo questa linea di condotta” ha dichiarato il dirigente democratico Hosono.
Partecipazione e processi partecipativi: il caso Toscana.
Nella bella cornice del parco di via Betti si è svolta, nella giornata di Domenica 21 Giugn,o un’iniziativa sul tema della partecipazione attiva e sui modelli per cui essa viene declinata. L’iniziativa è stata promossa dal Municipio dei Beni Comuni, spazio politico pisano da tempo ormai attivo su svariati temi (ambiente, integrazione, beni comuni, welfare dal basso), nato in seno al grande progetto di recupero dell’ex colorificio e proseguita fino all’ultimo modello di alternativa reale: l’ex distretto militare Curtatone e Montanara rinominato alla sua liberazione in Distretto 42. L’assemblea ha visto sul proprio tavolo una serie di “ingredienti” molto interessanti; esperienze narranti di situazioni diverse tra loro ma pur sempre imparentate fortemente. Progetti nati dal basso, su iniziativa prettamente popolare che creano o hanno creato veramente partecipazione.
Dalla sanità pubblica alla salute individuale: la proliferazione dello stile di vita salutare
Michelle Obama che illustra il suo modo “green” e “light” di fare la pasta con la pentola a pressione, Ségolène Royal che critica la nutella per essere fatta con l’olio di palma. Son solo due esempi recenti di come l’alimentazione sia diventata un questione politica di primaria importanza. Se da una parte si affermano anche sul livello del decision-making questioni macroeconomiche e geopolitiche di vasta portata che attengono all’impatto degli OGM, al ruolo delle multinazionali del cibo, alla sostenibilità del sistema dell’industria alimentare, passando per il cibo biologico e per il commercio equo e solidale, dall’altra parte molto spesso la governance del cibo attiene molto più ai problemi individuali della “corretta” alimentazione, del mangiare in maniera sana ed equilibrata evitando calorie e grassi piuttosto che a quelli collettivi e sistemici.
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