Internazionale

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Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Questo articolo uscirà fra un paio di settimane sulla rivista cartacea progetto Lavoro. L'autore è José Luiz Del Roio, già senatore di Rifondazione Comunista, che da qualche tempo vive a San Paolo. Ringraziamo lui e Luigi Vinci per averci dato la possibilità di questa pubblicazione.

Mi sembra che regni una grande confusione sui notiziari italiani riguardo alle manifestazioni che si svolgono in questi giorni in Brasile. Senza volere fare complesse analisi sociologiche, fisso alcuni riferimenti che forse possono essere di aiuto per una analisi politica.

Si apprende in questi giorni dai media di un'intesa di massima tra Stati Uniti e Unione Europea [di cui Il Becco ha scritto qualche giorno fa qui, ndr], nel quadro delle discussioni del G8 in Irlanda del Nord, orientata alla costituzione di una zona di libero scambio tra quelle che sono le due maggiori aree economiche del pianeta. Si apprende inoltre di una polemica aperta dal presidente della Commissione Europea Barroso contro il governo francese, che ha posto il veto a che la produzione culturale sia inserita tra quanto andrebbe liberamente scambiato, in modo che essa possa continuare a essere oggetto di tutele finanziarie o fiscali o doganali (da parte europea). Sembra una questione minore. È invece una grande questione, per molte ragioni.

Si ringrazia Marco Fantechi, recentemente tornato dall'Iran per l'intervista e le informazioni che ci ha dato.

Il 14 giugno si sono tenute le elezioni presidenziali in Iran, da poche ore è arrivata la notizia che il nuovo presidente è Rohani. Una figura politica considerata il candidato dei “riformisti e progressisti”. Una elezione che sicuramente influenzerà il destino di quel paese.

Lunedì, 17 Giugno 2013 00:00

Turchia: dietro alla violenza della polizia

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Ho osservato in un precedente articolo come la Turchia sia culturalmente scissa tra due anime, quella islamica e quella laica, e lo sia in modo profondo e, allo stato delle cose, difficilmente conciliabile.

Ieri, 14 giugno 2013, a Lussemburgo si è tenuta una riunione di cui difficilmente sentirete parlare al telegiornale. I ministri dell’economia dei 27 paesi dell’Unione Europea si sono riuniti per ufficializzare l’apertura dei negoziati tra UE e Nato che porteranno alla firma del Transamerican Trade and Investment Partnership. Una serie di parole che, per i meno pratici con le lingue, altro non indica che la formazione di una “Nato per il commercio". La decisione, che dovrebbe essere presa ufficialmente in occasione del

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