Ogni settimana le notizie dal Giappone, a partire da Japan Press Weekly, ma utilizzando anche altre fonti. Una delle rubriche che più differenzia il nostro sito da altre esperienze e di cui siamo particolarmente grati all'autore! Il numero di Pillole a cui siamo arrivati dice da solo molte cose!
Non cessano di tenere banco gli effetti dell'incidente nucleare di Fukushima, TEPCO sarebbe intenzionata a rilasciare in mare migliaia di tonnellate di acqua contaminata. La quantità d'acqua attualmente stoccata all'interno dell'impianto è di circa 400.000 tonnellate, di queste 270.000 all'interno delle piscine che contenevano - prima della sua rimozione - il cesio.
TEPCO ha in progetto di installare nuovi equipaggiamenti per decontaminare l'acqua prima di rilasciarla in mare, tuttavia non esistono ancora tecnologie in grado di decontaminare l'acqua dal trizio, elemento che in quelle acque sarebbe in quantità 30 volte superiore ai limiti di legge.
Nel contempo centinaia di migliaia di firme sono state apposte in calce ad una petizione per chiedere la chiusura della centrale di Ikata e consegnate al Governatore della Prefettura di Ehime Nakamura.
Non cessano le proteste anche in campo agricolo dopo che il 15 marzo il premier Shinzo Abe ha annunciato la partecipazione ufficiale del Paese alle negoziazioni del trattato di libero commercio trans-Pacifico. Nettissima la contrarietà dei comunisti giapponesi che denunciano le pesanti conseguenze che un tale accordo avrebbe in ambito agricolo, dei servizi medici e del mercato del lavoro indebolendo la sovranità nazionale.
Buone notizie giungono invece dalle aule di tribunale: il 13 marzo la Corte distrettuale di Yamaguchi ha riconosciuto il diritto all'assunzione a tempo pieno a 13 ex lavoratori temporanei dell'azienda automobilistica Mazda. La causa era stata avviata nel 2009 da 15 ex lavoratori temporanei dell'impianto di Hofu nella Prefettura di Yamaguchi a cui non era stato rinnovato il contratto.
La legge stabilisce che nel caso un lavoratore assunto tramite agenzia presti servizio presso la stessa azienda per più di tre anni il datore di lavoro è obbligato a stabilizzarlo con un contratto a tempo pieno.
Stabilizzazione in vista anche per circa 1000 dipendenti universitari dopo l'accordo raggiunto tra i sindacati e l'università di Tokushima che prevede l'assunzione a tempo indeterminato per i lavoratori il cui contratto annuale sia stato rinnovato almeno cinque volte.
(con informazioni di Japan Press Weekly 13-19 mar. 2013)
Il 10 marzo, un giorno prima del secondo anniversario dell'incidente nucleare di Fukushima, si sono tenute in tutto il Giappone manifestazioni per chiedere l'uscita del Paese dalla produzione di energia nucleare. La manifestazione più importante è avvenuta a Tokyo ed ha visto la partecipazione di circa 40.000 persone.
Un altro tsunami - questa volta causato dai Liberal-Democratici - in arrivo per i lavoratori giapponesi, il Consiglio per la Promozione delle Riforme Normative (un organo consultivo del governo nato il 23 gennaio su iniziativa del Premier Abe e che vede tra i suoi membri dirigenti di aziende private) ha proposto la revisione di alcune norme in materia di lavoro e prestazioni sanitarie.
Continua a tenere banco la disputa territoriale sino-giapponese per le isole Diaoyutai/Senakaku, tema da tempo attenzionato dal Partito Comunista Giapponese e che è stato affrontato anche durante la riunione del Comitato Centrale del 9 febbraio nella quale il Presidente del Partito Shii ha illustrato i principi per la risoluzione pacifica della contesa: “il conflitto va evitato a tutti i costi” ha rimarcato l'esponente comunista durante la propria relazione.
Shii ha dunque invitato il governo giapponese e quello cinese ad avviare un negoziato escludendo ogni prova di forza ed ogni misura di natura militare ed a chiudere inoltre tutte le dispute di natura economica e non esistenti tra i due Paesi. Shii ha criticato entrambi i governi per le posizioni muscolari espresse fino ad ora.
Intervista all'onorevole Akira Kasai, membro della Camera dei Rappresentanti, Vicepresidente della Commissione Politica e componente dell'Esecutivo del Partito Comunista Giapponese
1) Il grande terremoto del marzo 2011 che ha colpito il Giappone ha impressionato il mondo, a due anni di distanza a che punto è la ricostruzione? In che condizione si trova l'economia delle aree colpite?
Il terremoto e lo tsunami hanno lasciato più di 18.000 vittime (includendo anche quanti sono morti in seguito al disastro) ed oltre 2.700 persone risultano disperse. Per quanto riguarda i danni agli edifici risultano totalmente distrutte circa 130.000 case, quelle ufficialmente dichiarate come “semi-distrutte” sono 270.000 e quelle “parzialmente distrutte” 730.000. Attualmente ci sono più di 320.000 persone che vivono in case temporanee.
La catastrofe all'impianto nucleare n. 1 di Fukushima ha causato l'evacuazione di 156.000 persone che sono state costrette a lasciare la propria città a causa della grave contaminazione radioattiva. Oggi, a due anni da quel disastro, le aree colpite sono molto lontane dall'essere “ricostruite”. La gran parte delle vittime della catastrofe non sono in grado di vedere alcuna prospettiva di ricostruzione delle proprie case. Anche se alcune misure sono state prese per far ripartire le attività lavorative che sostenevano le vittime ciò è avvenuto ad un ritmo estremamente lento. I pilastri delle industrie locali, agricoltura e pesca, sono a metà della ricostruzione, con solamente il 40% dei terreni agricoli coltivati e con il pescato che raggiunge i due terzi del livello pre-disastro.
Il 29 gennaio il governo Abe ha presentato la bozza di bilancio per l'anno fiscale 2013, la prima proposta di bilancio dal ritorno al potere dei Liberal-Democratici. La bozza prevede un aumento del 3% delle imposte sui consumi (come suggerito dal Fondo Monetario Internazionale il quale auspica un aumento a medio termine addirittura del 15%), un aumento dei fondi per i lavori pubblici (per la realizzazione di autostrade e porti commerciali), aiuti fiscali per le grandi imprese, un taglio lineare delle spese per il welfare, una riduzione dei fondi per gli enti locali e per la prima volta negli ultimi undici anni un aumento delle spese militari in accordo con quanto previsto dalle nuove linee guida della Difesa.
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