Ogni settimana le notizie dal Giappone, a partire da Japan Press Weekly, ma utilizzando anche altre fonti. Una delle rubriche che più differenzia il nostro sito da altre esperienze e di cui siamo particolarmente grati all'autore! Il numero di Pillole a cui siamo arrivati dice da solo molte cose!
Il Giappone si è fermato alle 14,46 dell'undici marzo per ricordare il sesto anniversario della catastrofe che colpì la regione del Tohoku nel 2011. Una cerimonia nazionale - con la partecipazione del premier Abe e del Principe Fumihito a rappresentare la famiglia imperiale - si è svolta al Teatro Nazionale di Tokyo.
Le persone decedute a causa del terremoto e del conseguente maremoto furono 15.893 mentre 2.553 persone risultano ancora nella lista dei dispersi. Sono invece ancora 34.000 gli sfollati che vivono in prefabbricati mentre il totale degli evacuati è di 120.000 unità. A fine marzo l'avanzamento dei lavori per quanto concerne le aree residenziali dovrebbe raggiungere il 69% (si arriverà invece all'83% per gli edifici pubblici).
Tensione nuovamente alta nell'Asia del Nord-Est dopo che la Corea del Nord ha effettuato, alle ore 7,34 del 6 marzo, il lancio simultaneo di 4 missili balistici, partiti dalla regione nord-orientale di Tongchang-ri, verso le acque nipponiche. Tre dei quattro missili avrebbero percorso circa 1000 chilometri per cadere tra i 300 ed i 350 chiloetri ad ovest della penisola di Oga nella Prefettura di Akita e dunque all'interno della Zona Economica Esclusiva di Tokyo.
“Una nuova chiara minaccia verso il Giappone” la prima dichiarazione del capo dell'esecutivo nipponico rilasciata poco prima della convocazione del Consiglio Nazionale per la Sicurezza durante il quale sono state date “istruzioni al fine di essere accuratamente preparati e per mantenere una vigilanza elevata […] in stretto coordinamento con i Paesi interessati, compresi gli Stati Uniti e la Repubblica di Corea”.
Il colosso Toshiba starebbe valutando la bancarotta per la controllata Westinghouse Electric, società statunitense operante nel nucleare (fortemente in perdita) mentre quasi certa è la prossima vendita del settore chip proprio per mettere una pezza rispetto alle gigantesche perdite subite oltreoceano.
Cifre più rosee invece per Toyota. Il colosso automobilistico ha ricevuto, a rivelarlo sono dati del governo, oltre 94 miliardi di sconti fiscali nel 2015 per i profitti reinvestiti in ricerca e sviluppo. La società ha ricevuto, dal ritorno di Abe al governo e della sua politica fiscale particolarmente generosa verso le grandi aziende, oltre 322 miliardi di yen in sconti fiscali.
Il report sulla fiscalità, illustrato in parlamento dal ministro delle Finanze, ha mostrato come nel 2015 i mancanti introiti fiscali per la diversa tassazione degli utili investiti in ricerca e svilluppo ammontino a 615,8 miliardi di yen. L'89,3% di questo beneficio è stato appannaggio delle grandi aziende.
Il dialogo per un accordo commerciale bilaterale tra Stati Uniti e Giappone dovrebbe partire in aprile secondo quanto affermato dal vicepremier nonché ministro delle Finanze nipponico Taro Aso. “Vogliamo iniziare un dialogo sulla totalità dei temi, quindi anche su investimenti in infrastrutture, energia e commercio” ha detto Aso. L'accordo bilaterale si rende necessario, secondo l'esecutivo di Tokyo, dopo che - in uno dei suoi primi atti da massimo rappresentante degli Stati Uniti - Donald Trump ha firmato il decreto certificante la morte del trattato commerciale per l'area del Pacifico (TPP la sua sigla in inglese) sul quale il governo nipponico si era fortemente impegnato sul fronte politico e diplomatico.
“Siamo impegnati nella difesa del Giappone”, con queste chiare parole il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sgombrato il campo, almeno per adesso, circa un possibile disimpegno di truppe a stelle e strisce dall'Arcipelago. “L'alleanza Stati Uniti-Giappone è la pietra angolare della pace e della stabilità nella regione del Pacifico. E' importante per entrambe le nazioni che si continui ad investire con forza nell'alleanza al fine di accrescere la nostra difesa” ha infatti affermato Trump il 10 febbraio durante la conferenza stampa congiunta in occasione della visita del premier Abe negli USA.
Per parte sua Abe, oltre ad un profluvio di frasi di circostanza, ha confermato che la ricollocazione della base di Ginowan ad Henoko è “l'unica soluzione”.
Dopo il rischio di una collisione tra due velivoli, uno statunitense e l'altro cinese, che ha costretto il Presidente statunitense ad una telefonata con l'omologo cinese Xi volta ad abbassare la tensione (Xi ha apprezzato l'affermazione della politica di “una Cina” da parte degli States), durante la visita del premier edochiano a Washington si è voluto togliere ogni dubbio sul coinvolgimento, che proseguirà, degli Stati Uniti nelle vicende che interessano il Mar Cinese Meridionale.
Anche se non è da escludersi un futuro aumento delle spese militari nipponiche connesse alla presenza nordamericana nel Sol Levante (eventualità per ora respinta da Mattis) appare oramai chiaro che le ultime speranze riposte dal Governatore di Okinawa Takeshi Onaga affinché si bloccasse la ricollocazione della base di Ginowan a Nago sono del tutto sfumate.
Lo spostamento “è l'unica soluzione” ha infatti affermato il Segretario alla Difesa a stelle strisce nella sua visita a Tokyo. Stesse identiche parole sono arrivate da Shinzo Abe durante una riunione di maggioranza tenutasi il sei febbraio.
Onaga aveva provato a premere, l'ultima volta lo scorso 31 gennaio durante una visita negli States, nella quale aveva incontrato 12 parlamentari statunitensi, affinché si aprisse lo spiraglio di un ripensamento.
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