Notizie dai territori o legate comunque alle lotte per i beni comuni e a difesa dell'ambiente.
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L'esclusione della sinistra radicale dal parlamento italiano, l'ascesa del Movimento 5 Stelle, le spaccature all'interno del centro-destra e l'insediamento del Governo Renzi, sono elementi che fanno mutare di fatto quegli equilibri politici che hanno caratterizzato la vita politica del nostro paese negli ultimi vent'anni.
In questo contesto convulso, con la lista “L'Altra Europa” la sinistra prova a fare quadrato sulla figura del greco Alexis Tsipras, raccogliendo le diverse esperienze dei movimenti auto organizzati che in questi anni hanno animato le proteste in difesa dell'ambiente e della pace. Dalla lotta contro il MUOS a quella contro la TAV, all'interno di questo progetto politico la critica alla logica delle grandi opere trova spazio attraverso le candidature di figure come quella di Antonio Mazzeo, voce autorevole del Movimento NO MUOS, giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente e della lotta alle criminalità mafiose e autore di diversi saggi sui conflitti nell’area mediterranea.
Ciellino: "Oh, che santo che sono! Vado sempre in chiesa, leggo tutti i libri del papa e ogni anno vado a Rimini al Meeting di CL".
Tizio: "Ah, la tua fede in Gesù dev'essere molto grande".
Ciellino: "Fede in cosa?".
(Da “Gesù era ricco. Contro Comunione e Liberazione” di S. Tommasi)
Rivelazione per tutti i credenti e non: Gesù era ricco, ricchissimo, altro che andare a giro scalzo ad aiutare poveri e lebbrosi!
Questo è il paradosso che emerge dai video dei meeting di Comunione e Liberazione, che l'attore – ma l’appellativo probabilmente è riduttivo e andrebbe meglio detto “racconta-storie” – Saverio Tommasi ha fatto, per scrivere un libro contro CL – “Gesù era ricco - Contro Comunione e Liberazione” – e che ha presentato mercoledì 26 alla facoltà di scienze della formazione di Firenze.
A sinistra le cose non sono mai facili.
Ultimamente sembra che fuori dall’area Renzi stiano diventando decisamente troppo complicate.
Le amministrative fiorentine sono un ottimo punto di riferimento per verificare lo stato di salute dei lontani eredi del movimento dei movimenti del 2001.
Da mesi si discute, ci si riunisce e ci si anima con trasporto sotto la cupola del Duomo di Brunelleschi.
Firenze è il comune più grande che va al voto in questa primavera 2014.
Renzi ascendeva sempre di più, sempre di più si percepiva l’importanza di questo appuntamento elettorale.
Una bella notizia è arrivata in Toscana qualche giorno fa: il Consiglio sanitario regionale ha approvato la distribuzione della pillola abortiva RU486 anche nei consultori. A poco valgono le proteste delle associazioni pro life, da subito scagliatesi contro la decisione prevedendo pericoli per la salute fisica e psicologica delle donne: “La fornitura libera della Ru486 privatizza l’interruzione di gravidanza, lasciando la donna a sostenere il peso di tutte le fasi abortive nell’indifferenza e nella solitudine” dichiara l'associazione Scienza & Vita. Argomentazioni che non reggono dal momento che la procedura prevede che la donna sia sottoposta ad un prolungato controllo durante tutta la procedura: alla somministrazione della prima pillola, a cui segue un periodo di osservazione di almeno un paio d'ore, succede quella della seconda pillola, sempre nel consultorio, e a giorni di distanza, controlli di routine.
“La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti”
Nelson Mandela
Come tutti i primo marzo, ormai dal 2010 anche quest’anno la prima giornata di questo mese si è svolta all’insegna dei diritti dei migranti. La rete Primo Marzo, assieme a Prendiamo la Parola e alla Rete Antirazzista fiorentina, ha rinnovato la mobilitazione animando piazza dei Ciompi con interventi di vari relatori e con musiche e canzoni per ricordare a tutti noi, che, anche in tempo di crisi, o soprattutto in tempi di crisi, non bisogna smettere di lottare contro discriminazione, razzismo e disumanità, che è proprio forse in momenti come questi che rischiano d degenerare maggiormente. Ed è proprio quando si comincia a dire che “i diritti umani non sono la priorità – prima vengono il pareggio di bilancio, la crescita del PIL, il lavoro!” – che li si uccidono. I diritti
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