Martedì, 14 Gennaio 2014 00:00

A Firenze biblioteche in pericolo

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Mettiamo che un fiorentino abbia letto la recensione di un romanzo. E mettiamo che, incuriosito, abbia deciso di andare in biblioteca per vedere se fosse possibile sfogliarlo, magari alla Biblioteca delle Oblate. Ecco, ieri quel fiorentino avrebbe trovato la biblioteca chiusa o comunque con servizi ridotti.

I lavoratori delle biblioteche comunali fiorentine hanno proclamato per la giornata di ieri, lunedì 13 gennaio, uno sciopero per manifestare tutta la propria contrarietà al nuovo bando di gara per l'appalto dei servizi bibliotecari dei comuni di Firenze, Lastra a Signa e Scandicci. Sul finire dell'anno, senza alcun preavviso, è stato reso pubblico il nuovo bando con cui il Comune appalterà i servizi bibliotecari: il testo non vede inserita alcuna clausola sociale né tanto meno prevede il mantenimento delle condizioni economiche e delle normative per chi oramai da anni è già impiegato nell'appalto.

Coloro che oggi erano a manifestare proprio sotto Palazzo Vecchio, mentre in Consiglio Comunale interveniva l'Assessore alla Cultura della Giunta Renzi, Sergio Givone, sono coloro che, con il loro patrimonio di conoscenze e studi accumulati nel corso degli anni, mandano avanti le biblioteche comunali fiorentine. Parliamo di un servizio totalmente gratuito per i cittadini: 13 biblioteche che registrano 159,472 iscritti e che gestiscono una cosa come 320,000 prestiti ogni anno.

La scelta fatta dall'Assessore e dal Sindaco è ben chiara: per l'ennesima volta, in nome del risparmio, si preferisce mandare all'aria un patrimonio di competenze di cui usufruiscono in molti, dai “semplici” cittadini agli studenti ai ricercatori. Partendo dal presupposto che già è impensabile che servizi culturali come quelli forniti dalle biblioteche direttamente ai cittadini siano dati in appalto invece che essere gestiti direttamente dal Comune, ancora più assurdo è che con ogni nuova gara d'appalto non si riesca a garantire il posto di lavoro ai settanta dipendenti delle tredici biblioteche.

Dalle dichiarazioni dell'Assessore Givone, che in un primo momento ha cercato di liquidare la faccenda affermando che nel bando di gara non c'è niente che non vada e che solo in seguito a insistenza da parte dei lavoratori ha accettato di incontrare una delegazione, è facile cominciare ad intuire quale sarà il modello di lavoro che il “sindaco d'Italia” promuove a livello nazionale: la flessibilità come nuovo mantra non porterà nuove opportunità ma insicurezza e precarietà. Come recitava uno striscione in piazza “Jobs Act? Unemployed in fact!

Ultima modifica il Lunedì, 13 Gennaio 2014 21:49
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

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