Dalla divulgazione scientifica alle recensioni di romanzi, passando per filosofia e scienze sociali, abbracciando il grande schermo e la musica, senza disdegnare ogni forma del sapere.
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Il futuro appartiene ai forti, alle razze immortali.
In un'epoca vittoriana dove la morte è archetipo di bellezza, il paradigma della vita appare necessariamente collocarsi oltre la vita, o prima di essa.
Non sono solo la filosofia e la religione ad interrogarsi sull'essere. La letteratura gotica si inserisce in un livello di fascino popolare per l'oscurità mai svanito. I penny dreadful sono stati in qualche modo precursori di una significativa parte della pubblicistica a fumetti. Racconti brevi, fruibili dalle classi sociali non colte, di grande efficacia perché capaci di innestarsi in un immaginario diffuso, contribuendo alla sua evoluzione.
Salvate il soldato Ridley
Pochi giorni fa è stato annunciata la scoperta che su Marte scorre acqua salata perlomeno nei periodi caldi. Sembra incredibile, ma pochi giorni dopo è uscito nelle sale di tutto il mondo il nuovo film di Ridley Scott che è ambientato proprio sul pianeta rosso (anche se in realtà è girato nel deserto della Giordania). Visti gli esiti delle ultime opere del regista inglese (Exodus, Prometheus, The Conselour), si pensava a un altro flop.
Scott però è (non lo dimentichiamo) colui che ha dato impulsi notevoli al genere sci-fi con pellicole come "Alien" e "Blade Runner". È lecito attendersi qualcosa. Siamo ancora lontani da queste opere. Diciamolo subito forte e chiaro, ma in questo "The Martian" qualcosa si muove. Finalmente.
Narcotiche istantanee noir: il nuovo volto di Lana del Rey
Nemmeno il tempo di riprendersi dallo shock di Ultraviolence (2014), l'album che l'anno scorso aveva sancito una netta rottura rispetto a quella devastante macchina da hit radiofoniche che è stato il - pur a suo modo interessante - celeberrimo Born to Die (2012), che Lana del Rey è di nuovo in pista. Affievolita la luce dei riflettori sulla sua persona, la diva antidiva per eccellenza, si spinge ancora di più su terreni dilatati e narcotici di un dream pop sofisticato ed estetizzante. Su Honeymoon (2015) c'è la definitiva presa di distanze dal suo recente passato di pop star, confermando l'intenzione della Del Rey di proseguire un percorso verso territori, sempre affini al pop, ma molto più impervi e complessi di quelli degli esordi.
Due avventure ad alto rischio
Ci son grandi uscite questa settimana: da “La prima luce” con Riccardo Scamarcio a “Ritorno alla vita” di Wim Wenders, dal sequel “Magic Mike XXL” a “The Green Inferno”.
Ho scelto i due titoli più importanti, che hanno partecipato ai Festival di Cannes e Venezia: ovvero “Sicario” e “Everest”. Due avventure ad alto rischio: la prima sul confine tra Messico e Stati Uniti, la seconda sulla vetta più alta del mondo. Ecco il resoconto in dettaglio.
La vita è fatta di emozioni, anche se ce ne siamo scordati
“Cos'è il genio? E' fantasia, intuizione e velocità d'esecuzione” - diceva il celebre Rambaldo Melandri di “Amici Miei”. Questo motto andrebbe bene per il nuovo capolavoro Disney – Pixar che si chiama “Inside Out”.
Ricchissimo di fantasia, di intuizioni con facilità di esecuzione disarmante per tratteggiare un meccanismo piuttosto complesso come la mente umana. La velocità non è tutto, nonostante che nel mondo moderno non ci possiamo permettere di ricordare che le nostre esistenze sono grigie e malinconiche senza le emozioni. Non abbiamo il tempo, siamo sempre presi da altro finendo per trascurare la nostra essenza. Fortunatamente esiste il cinema. E ancora una volta, in nostro soccorso, arriva la Disney Pixar.
Un abisso è riaperto: il ritorno della dark lady Chelsea Wolfe
L'abisso di Chelsea Wolfe è quello dei suoi disturbi del sonno, che la affliggono sin da bambina e che riaffiorano, nonostante i tentativi di esorcizzarli, nel crescendo di inquietudine e tensione emotiva del suo ultimo album, il più oscuro e spigoloso della sua carriera. La trentunenne cantautrice californiana Chelsea Joy Wolfe raggiunge con questo Abyss (2015) l'apice estetizzante del suo neo-folk apocalittico: mai la sua proposta musicale è stata tanto elaborata e ricca delle più variegate suggestioni. I battiti dispari, le chitarre metalliche, le cacofonie industriali, i droni funerei, concorrono a creare un ibrido musicale avvolgente e inquietante, un costrutto melodico pieno di sfumature e sovrapposizioni.
Molto più dark e rumoristico, quest'ultimo lavoro, conferma la Wolfe come regina del gotico underground contemporaneo. Rispetto all'altra lady oscura Zola Jesus, che ha recentemente fatto virare la sua interessantissima proposta musicale verso terreni più pop e commerciali, la Wolfe cambia senza snaturarsi, anzi facendo del decadente e dell'occulto uno stile personale al confine fra più generi. Se il doom folk è ancora elemento strutturale delle sue sempre più articolate composizioni, regnando sovrano nelle desolanti ballate di "Crazy Love" (che si colloca sui terreni nervosi e scarni di Lisa Germano ma con quel pathos sognante e impenetrabile di Marissa Nadler) o di "Simple Death" (elegantissima, nebbiosa ninnananna per sampling minimalista), il resto si immerge in una soffocante marcia verso il cuore di tenebra.
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