I film della settimana, le serie televisive e tutto ciò che riguarda l'arte dello schermo (piccolo o grande che sia), senza disdegnare le arti del videogioco.
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“Tutto già visto”.
“Sì, va bene, la prossima volta ti do 10 euro se non vieni al cinema”.
Cani Sciolti è la seconda volta a Hollywood per l’islandese Baltasar Kormakur. Come nel precedente e interessante Contraband, il regista è sostenuto dall’attore e produttore Mark Wahlberg.
Diciamo che chi va a vedere un film del genere e poi si lamenta di quanti stereotipi aleggino su tutta la pellicola… ha il gusto dell’autolesionismo, o adora affermare banalità.
La regia era del tutto irrilevante. Non è Heat - La Sfida, con De Niro e Al Pacino. È l’incontro tra Stallone e Schwarzenegger in un film dove entrambi sono attori protagonisti (e non si limitano a una breve apparizione nel film dell’altro, come era stato ne I Mercenari).
Un film prodotto da Martin Scorsese, diretto da Luc Besson, con un cast che propone volti che hanno segnato il cinema occidentale nell'ultima parte del '900 (basta scorrere il lungo elenco del cast).
Una pellicola decisamente ambiziosa, in linea con le caratteristiche delle due menti che stanno dietro al progetto (produzione e regia per l'appunto).
Pitch Black assume sempre più valore, come un liquore che migliora col passare del tempo. Casualità e coincidenze condensate in un cult irripetibile, dove Vin Diesel dà vita a un personaggio che rimane nel cuore dello spettatore, esaurendo quello che c’era da dire su Riddick. Niente da aggiungere, per quanto David Twohy abbia provato a tornare indietro, col terzo capitolo della saga, abbandonando gli affollati spazi della civiltà, recuperando la dimensione animale del furiano in un pianeta desolato.
Didascalico e imponente.
Incanta anche chi di norma si addormenta davanti alla Formula 1 in televisione.
Un altro bel film apparso alla mostra del Cinema di Venezia, seppur non in concorso, è “Siddharth”, di Richie Mehta e interpretato dal bravo Rajesh Tailang – anche autore dei dialoghi – e dalla bella e altrettanto intensa Tannishtha Chatterjee. Siamo a New Delhi. Mahendra lavora come riparatore di cerniere – di qualsiasi oggetto, dai vestiti alle borse.. – e ha una moglie e due figli, una bimba piccola e il dodicenne Siddharth (detto Siddhu). Proprio su quest’ultimo ruota tutta la vicenda del film. O meglio sull’assenza, sulla scomparsa del bambino. Mehendra lo aveva infatti mandato a lavorare a Ludhiana, in una fabbrica di un conoscente del cognato, il quale aveva saputo che il proprietario cercava un ragazzino per muoversi e utilizzare i macchinari con più destrezza
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