Ogni settimana - circa - recensiamo per voi una novità cinematografica uscita nelle sale. Ogni tanto ci permettiamo di ricordare qualche pellicola del passato o altri film a cui teniamo particolarmente.
Immagine liberamente tratta da pixabay.com
Di Lorenzo Palandri e Chiara Del Corona
Quando c’era Marnie
Lo studio Ghibli torna a presentare nelle sale il suo nuovo (e forse ultimo) lavoro. Lo studio, dopo la cattiva accoglienza per “La storia della Principessa Splendente” di Takahata e l’addio (?) di Hyaio Miyazaki sembrava essere in procinto di chiudere i battenti; tuttavia con “Quando c’era Marnie” ci ha regalato un’altra piccola perla che ha riscosso delle buone critiche ed anche un notevole incasso.
Seppure non ai livelli del maestro Miyazaki, anche Hiromasa Yonebayashi mostra di aver imparato la lezione del suo mentore, creando immagini di grande impatto visivo, ricche di dettagli molto curati; le piccole gocce che scorrono sui pomodori, le increspature del lago, i disegni dipinti dalla protagonista, le ampie vedute paesaggistiche e i particolari dell’arredamento domestico, sembrano così reali da farci quasi dimenticare che si tratta di un film di animazione.
L'uscita è stata anticipata di cinque mesi. Il clima sul set, a detta dell'impianto promozionale, è stato tra i migliori di sempre. Chrisopher McQuarrie è ormai da tempo al fianco di Tom Cruise, come sceneggiatore, produttore e per la seconda volta alla regia (il precedente è il recente Jack Reacher, del 2012).
Il franchising ha intrapreso anche una scelta di continuità su alcuni aspetti di fondo, a partire dalla direzione corale, in cui spicca la scelta felice di Jeremy Renner, mentre rimangono simpaticamente macchiettisti (ma funzionali) Simon Pegg e Ving Rhames.
Ex machina
Alex Garland esordisce con il suo primo film, Ex machina, un film di fantascienza. Garland ci ha già regalato molte sceneggiature divenute dei cult per appassionati del genere horror, come 28 Giorni Dopo e 28 Settimane Dopo, ma anche sceneggiature per film drammatici come Non Lasciarmi, tratto dal romanzo omonimo di Kazuo Ishiguro. La prima prova alla regia però non è all’altezza dei precedenti film.
La domanda che il film si pone e a cui tenta di dare una risposta è formulata dal coprotagonista, Nathan Bateman (Oscar Isaac), durante uno dei suoi lunghi monologhi “La sfida non è agire automaticamente, è trovare un’azione che invece non sia automatica, che sia dipingere, respirare o parlare, o scopare, o innamorarsi”: se la sfida sembra essere posta alla macchina, vi state sbagliando, nella realtà del film la domanda è posta all’uomo.
Fuochi d'artificio in pieno giorno
A più di un anno dalla vittoria al festival di Berlino, esce in Italia il film di Yinan Diao. Pur essendo il primo film dell’autore che esce in Italia è già riuscito ad aggiudicarsi un incredibile Palmares a livello internazionale l’Orso d’Oro al miglior film e l’Orso d’Argento al miglior attore per Liao Fan.
Il film può essere annoverato nella categoria dei noir anche se solo in parte. I classici cliché del noir, infatti, sono presenti tutti: il poliziotto con problemi personali, relazionali e una forte propensione a bere; la femme fatale di cui il poliziotto si innamora;un assassino introvabile e spietato. Nessun personaggio è buono, tutti fanno il loro gioco ed anche il personaggio principale fin dalle prime scene ci mostra il suo lato peggiore.
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