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Una situazione a tinte fosche quella descritta dai sindaci di Futaba, Okuma, Tomioka e Naraha (Prefettura di Fukushima) intervistati l'11 aprile dal periodico comunista Akahata. I quattro primi cittadini segnalano che numerosi cittadini delle loro comunità permangono sfollati attendendo la ricostruzione di abitazioni ed altre infrastrutture fondamentali per la ripresa delle attività economiche.
I sindaci hanno anche espresso la propria preoccupazione per i tentativi del governo di riattivare gli impianti nucleari spenti nel 2011: “credo che il Giappone debba ridurre la propria dipendenza dal nucleare e smettere di usare quest'energia in futuro” ha dichiarato il sindaco di Okuma Watanabe.
Il giorno della festa dei lavoratori del 1977 vide morire 34 persone e ferirne altre 136.
Il 1 maggio 1977 circa 500 mila persone, partendo da varie città della Turchia, si riunirono in Piazza Taksim (Istanbul) sotto la guida del DISC (Confederazione turca dei sindacati dei lavoratori rivoluzionari) per manifestare contro lo stato turco. La grande affluenza di persone fece sì che la manifestazione venisse prolungata per permettere a tutti di entrare in piazza.
Dalle pagine di questa rivista in diversi – ed io tra loro – abbiamo commentato positivamente la nascita di una lista unitaria a sinistra del PD per le prossime elezioni europee. Il risultato, tutt'altro che scontato, è di grandissima importanza e può (io direi deve) rappresentare un gradino per la ricostruzione della scalcagnata sinistra nostrana.
Vi sono però degli elementi critici che sarebbe intellettualmente disonesto non rilevare: anche a campagna elettorale in corso.
In primo luogo la scelta del simbolo (con tanto di referendum octroyée su quattro opzioni grafiche identiche) appare quanto mai penalizzante: un riquadro rosso, il riferimento ad un nome importante ma sconosciuto ai più, nessun elemento che richiami le forze politiche partecipanti – ed ossatura nei fatti – alla lista. Quasi una sfida lanciata all'elettore: «ci siamo nascosti. Trovaci!».
Gaza, 22 aprile 2014. Il Primo Ministro di Hamas Ismail Haniyeh ed dirigente nazionale di Al Fatah Azzam Al Ahmad si sono incontrati ponendo le basi di quello che potrebbe essere a tutti gli effetti un accordo storico. Dopo la scissione avvenuta nel 2007, i due partiti palestinesi hanno iniziato una trattativa che nelle prossime settimane porterà ad un governo comune.
Per quanto gli scetticismi a proposito della durata e della riuscita dell'impresa siano molto diffusi, dobbiamo tenere di conto quello che è lo scenario attuale nel momento che parliamo di conflitto israelo-palestinese. E va tenuto di conto, a mio parere, anche nel commentare quello che è successo a Roma in occasione del 25 aprile.
Consigliamo di abbinare a questo articolo un altro pezzo pubblicato ormai qualche tempo fa, di Jacopo Vannucchi, cliccando qui
Occorre cominciare a mettere meglio a fuoco la figura di Renzi, il suo governo, le sue intenzioni generali, i suoi obiettivi “tattici”, il loro realismo, i loro ostacoli fondamentali, le condizioni della loro fattibilità, anche emancipando i nostri cervelli dal fumo propagandistico di mass-media televisivi indegnamente asserviti oltre che incompetenti su ogni cosa, così come dal fracassismo e dal bullismo del personaggio e dalle nostre stesse schematizzazioni d'antan. Ciò che ogni dato ci indica è che è in avvio il tentativo, per mano del governo Renzi, di una grossa svolta e di un grosso riaggiustamento della realtà italiana.
Si può partire, mi pare, con un elogio a Stefano Rodotà. Egli ha colto due dati basilari della realtà renziana: il carattere populista soft della posizione generale e la sua portata antidemocratica parimenti soft. “Soft” in termini tutti relativi, si intende: cioè paragonati alla brutalità, alle sconcezze, ai grumi di fascismo e di cialtroneria più o meno significativi operanti nelle varianti populiste precedenti di Forza Italia, Lega Nord, MoVimento5Stelle.
L'Italia non è un paese noto nel mondo per la qualità dell'informazione, anche per quanto riguarda l'ambito scientifico. Ogni dibatto sulle questioni etiche, a livello diffuso, degenera spesso in un confronto tra fedi diverse, che si scontrano attraverso formule di propaganda.
Il «Comitato nazionale per la bioetica» è una delle realtà meno ascoltate, nonostante dal marzo del 1990 svolga funzioni di consulenza e informazione per Governo e Parlamento. Recentemente il CNB ha diffuso un breve documento, per evidenziare la correlazione tra gli stili di vita degli individui e il diritto alla salute riconosciuto dalla Costituzione italiana.
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