Politica

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Le notizie legate al contemporaneo, abbracciando società, istituzioni, questioni internazionali e tutto ciò che rientra nella vasta categoria di politica, rubriche e redazionali esclusi.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Non cessa la preoccupazione dei comunisti giapponesi per la recente decisione del governo Abe di permette l'export di armi e tecnologie militari: un passo decisivo nella demolizione di ogni residuo riferimento alla tradizionale (dal secondo conflitto mondiale in poi) politica nipponica in tema di relazioni internazioni.
Durissima l'opposione del Partito Comunista: il segretario Yamashita ha affermato che questa decisione è frutto della sudditanza del Giappone alle esigenze degli Stati Uniti (i quali hanno sempre più necessità di un alleato a pieno titolo, dunque anche militare, in quella parte del Pacifico) e mira a costruire, anche attraverso uno svuotamento di senso dell'articolo 9 della Costituzione, una nazione impegnata in conflitti militari al di fuori dei propri confini.

Martedì, 22 Aprile 2014 00:00

Il tour della rivoluzione comincia da Pisa

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Di Filippo Montanelli

Mercoledì sera, Pisa, zona Porta a mare. Qui, nel circolo arci Pace e Lavoro coraggiosamente scelto perché periferico oltre che popolare, è avvenuta la prima presentazione su scala nazionale de L'armata dei sonnambuli, ultimo lavoro a tema frutto del collettivo di sinistra Wu Ming (espressione cinese traducibile con “senza nome”) che ha già riscosso un successo eclatante vendendo 40000 copie in appena una settimana e “costringendo” così gli autori a una consistente ristampa anticipata. Un'opera esplosiva insomma, culmine di una ricerca ventennale sull'idea della rivoluzione cominciata con Q. e passata per Ascie di Guerra, 54, Manituana, Altai ma anche per confronti, eventi, dibattiti coagulati attorno al famoso blog Giap.

Lunedì, 21 Aprile 2014 00:00

Non solo euro, D'Alema verso le europee

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«L’origine più profonda della crisi» che Europa e Italia stanno attraversando «è politica». Non sono le astratte regole dell’economia che ci hanno portato in una fase di grande difficoltà, ma scelte sbagliate (o mancate scelte).

«Il lavoro ha perso terreno nei confronti del capitale, per via del profondo indebolimento delle politiche salariali e dell’occupazione». È mancata una visione che sapesse proporre investimenti pubblici e puntasse sulla domanda interna, tanto che i timidi segnali di ripresa sono quasi del tutto legati a un aumento delle esportazioni, che sono oggi l’unica vera garanzia per la Germania di uno stato di relativo benessere, rispetto agli altri paesi. Con il progressivo superamento degli stati nazionali, l’Unione Europea ha sottovalutato il ruolo dell’intervento pubblico finalizzato ad una «crescita equa, sostenibile e durevole». Non si è portato avanti in modo sistematico una campagna per la stabilità dei prezzi, la sostenibilità dello sviluppo, il contrasto alla disoccupazione. 

Così è finita che «tecnocrazia e populismo sono diventati le due facce della crisi democratica dell’Europa».

Domenica, 20 Aprile 2014 00:00

Appropriazione politica di una tradizione

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La volontà di leggere i processi storici e culturali per combattere e vincere la battaglia culturale contro i rigurgiti nazifascisti. Questa (oltre al richiamo di nomi come Banti, Crescenzi, Battaglia e Wu Ming) l'esigenza che ha spinto circa cento persone a gremire l'aula magna di palazzo Matteucci – sede del Dipartimento di Filologia Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa e vicinissimo a palazzo Ricci, storica sede della Facoltà di Lettere – nel pomeriggio di mercoledì 16 aprile, per la conferenza “l'appropriazione politica di una tradizionesull'improprio utilizzo della mitologia, specialmente nordica, da parte delle destre europee; organizzata e promossa da Lettere Rosse, gruppo dell'area umanistica del sindacato studentesco Sinistra per..., che in collaborazione con il circolo Arci “Pace e Lavoro” ha anche curato la presentazione serale del nuovo libro del collettivo Wu Ming, “L'armata dei sonnambuli”.

Quando si parla di nuove identità e nuovi processi del lavoro, spesso si tralascia il variegato universo del precariato nei servizi socio educativi. Stranamente, perché tali servizi sono quelli che subiscono nella maniera più prepotente la frammentazione delle tutele e dei diritti di welfare che, attraversando venti e più anni di politica italiana, ricongiunge il suo volto più feroce alle logiche della spending review e dello svuotamento della valenza sociale di tali diritti.

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