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Comunismo e lotta di classe in India:
intervista a Gopal Chandra Ganguly, membro storico del partito comunista indiano
Gopal Chandra Ganguly vive a Calcutta ed è un membro storico del Partito Comunista Indiano (Communist Party of India, CPI). Nato nel 1922 a Dhaka (attualmente in Bangladesh), ha sentito fin da giovanissimo la necessità di lottare per un'India libera e contro la dominazione coloniale britannica. La sua adesione e militanza all'interno del celebre movimento di liberazione nazionale “Quit India”, gli è costata 18 mesi di prigionia. Nel 1946, subito dopo la sua scarcerazione, si è iscritto al Partito Comunista nel quale ha ricoperto varie posizioni. All’età di 95 anni, vive ancora nella speranza che un giorno il mondo sarà un posto migliore, senza classi sociali né oppressione. Nonostante lo stato di salute precario e le difficoltà a scrivere, è stato felice di rispondere per e-mail alle nostre domande.
I giovani salveranno l'Italia?
Giochiamo a carte scoperte. La proposta avanzata dal libro I giovani salveranno l’Italia non convince chi scrive questo articolo.
Ogni commento sarà quindi probabilmente influenzato dalla mancata adesione a una sorta di manifesto politico generazionale lanciato da un gruppo di dieci autori e tre autrici, aderenti al movimento Senso Comune.
Nati i "marines" di Tokyo - Pillole dal Giappone #231
Settimana iniziata con la visita nel Sol Levante dell'ex Presidente USA Obama. Il politico nordamericano, giunto a Tokyo per una conferenza, è intervenuto sulla questione nordcoreana sottolineando come l'isolamento internazionale di quel Paese renda inefficaci le sanzioni.
Sempre in ambito internazionale è stata confermato dalla vicepremier russa Olga Golodets, in visita ad Osaka per colloqui con il ministro Seko, che Valdimir Putin e Shinzo Abe si incontreranno il prossimo 26 maggio. “Spero che molti progetti che sono sulla carta prendano forma così che il popolo russo possa beneficiarne” ha affermato Golodets la scorsa domenica. Presente ai colloqui anche il ministro dello Sviluppo Econoico di Mosca Maxim Oreshkin. Il Giappone, al fine di non rovinare il filo della cooperazione economica che è stato teso tra i due Paesi ha scelto non aderire al programma di espulsioni di diplomatici russi messo in atto da numerosi Paesi NATO.
Paesaggio o sviluppo?
Gli ultimi anni hanno visto, sempre più spesso, la predilezione per le grandi opere piuttosto che per una serie d’interventi mirati ma funzionali. Il nostro territorio ha subito trasformazioni consistenti e i paesaggi sono mutati repentinamente, seguendo l’azione antropica. Nulla di nuovo, dalle epoche più remote la mano dell’uomo ha modellato a suo piacimento il globo secondo scelte diverse: a volte sensate altre volte meno.
Per una sociologia del capitalismo.
Recensione di Sociologia della tecnca e del capitalismo di Lelio Demichelis.
L’ultimo saggio del professor Demichelis ripercorre le varie forme di organizzazione del lavoro che il capitalismo ha sviluppato fin dalla sua nascita per imbrigliare il lavoro e accrescere la sovrapproduzione di merci e capitali.
Il punto di partenza è come sempre il fordismo che ha creato la prima razionalizzazione cristallizzatasi nella produzione di massa, ma arriva al toyotismo e alla lean production, alla rete e al capitalismo delle piattaforme di oggi. Tentare di descrivere l’organizzazione del capitalismo di oggi è certamente encomiabile, vista la difficoltà di trovare un filo conduttore a un modo di produzione che si è ramificato ed è divenuto sempre più dispersivo.
Afrin ci interroga (3 di 3)
La seconda parte cliccando qui.
Cronaca della macelleria anticurda novecentesca
È stata solo la grande dimensione del popolo curdo (40-45 milioni di esseri umani, tanti quanto i polacchi o gli spagnoli) a impedirne la riduzione a infima minoranza o addirittura l’estinzione – a opera prima di tutto turca, ma anche irachena, iraniana, siriana.
Un complesso di tribù di contadini e di pastori sottoposti a gerarchie ereditarie (ma anche protagonista da secoli di rivolte per l’indipendenza di questa o quella sua realtà) sarà dunque obbligata, a cavallo della prima guerra mondiale, dopo essere stata arruolata nell’esercito ottomano e usata da esso nello sterminio di armeni e assiro-caldei, a un grande balzo verso la Modernità; collateralmente, a creare grandi figure di dirigenti.
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