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Nella primavera del 2010 l’Unione Europea adottò il documento noto come Europa 2020, con il quale individuava la priorità di stimolare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, quale nucleo dell’ “economia di mercato sociale europea” del XXI secolo. Si tratta di un orizzonte interessante e stimolante che, mentre introduce una lieve crepa (il sociale) nel blocco del pensiero unico neoliberista degli ultimi 30 anni, pone interrogativi stringenti in merito a tutto il sistema produttivo, con riferimento alla sua capacità di innovazione, alla sua sostenibilità materiale, date le risorse limitate, e al suo impatto sociale.
Sabato 19 gennaio. Un boomerang mediatico si abbatte sul progetto della TAV di Firenze, ovvero sui lavori per il sottoattraversamento fiorentino dei treni ad Alta Velocità. Tutti i giornali riportano a caratteri cubitali la notizia che la magistratura ha bloccato il cantiere procedendo ad una serie di sequestri tra cui quello della cosiddetta “Monna Lisa”, l’enorme fresa che, da lì a pochi giorni, avrebbe dovuto iniziare a scavare un doppio tunnel lungo 6 km da Rifredi a Campo di Marte.
Il 29 gennaio il governo Abe ha presentato la bozza di bilancio per l'anno fiscale 2013, la prima proposta di bilancio dal ritorno al potere dei Liberal-Democratici. La bozza prevede un aumento del 3% delle imposte sui consumi (come suggerito dal Fondo Monetario Internazionale il quale auspica un aumento a medio termine addirittura del 15%), un aumento dei fondi per i lavori pubblici (per la realizzazione di autostrade e porti commerciali), aiuti fiscali per le grandi imprese, un taglio lineare delle spese per il welfare, una riduzione dei fondi per gli enti locali e per la prima volta negli ultimi undici anni un aumento delle spese militari in accordo con quanto previsto dalle nuove linee guida della Difesa.
I nuovi tagli al welfare agitano la società giapponese, una forte risposta popolare è stata la consegna di circa 100.000 firme al ministero guidato da Tamura.
Le firme sono state consegnate il 22 gennaio dai rappresentanti di un gruppo di associazioni per la difesa del carattere pubblico del sistema di welfare, tra essi, l'ex leader delle associazioni forensi Utsunomiya Kenji (già candidato per i comunisti ed altri partiti progressisti alla carica di governatore di Tokyo nelle elezioni del dicembre scorso) il quale ha dichiarato ad un funzionario del ministero: “l'aumento del numero dei percettori di prestazioni assistenziali è il risultato dell'espansione della povertà e dell'aumento del divario tra ricchi e poveri” invitando dunque il governo ad affrontare il problema ed a non peggiorarlo riducendo lo standard minimo di sussistenza (abbassando in sostanza la soglia sotto la quale si è considerati bisognosi di welfare benefits).
Quando parliamo di Circolo ARCI l’oggetto in questione è qualcosa di molto più che familiare per noi toscani.
Le Case del Popolo (sì, perché noi siamo molto legati alle nostre tradizioni e ce le teniamo ben strette) ci accolgono sin da quando siamo piccoli: con doposcuola e corsi di sport accessibili a tutti, dove si impara a stare insieme, e ci vedono crescere tra cineforum, iniziative e politica.
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Una serata particolare quella organizzata da Cambiare Si Può a Firenze. Coraggiosa, in termini politici. Il capoluogo toscano è quello dove più sono emerse le differenze tra le varie anime che si sono ritrovate alla sinistra di Italia Bene Comune (la coalizione che ha scelto di farsi rappresentare dalla foto di Bersani, Tabacci e Vendola).
Le assemblee provinciali lanciate dall’appello di novembre sono state spazzate via dalle teatrali dinamiche elettorali della politica italiana. Il ritorno di Berlusconi, Monti che “sale”, le primarie di democratici e SEL, l’IMU.... In tutto questo i cocci della sinistra e dei movimenti di resistenza sociale hanno trovato l’ombrello di Ingroia e Rivoluzione Civile (dall’Italia dei Valori a Rifondazione, passando per Libera e esponenti della declamata, trasversalmente, società civile). In tanti sono arrivati ma qualcuno si è sfilato (su tutti Alba e altri promotori della prima ora di Cambiare si può). Le liste si sono chiuse tra polemiche risuonate tra le casse di risonanza dei principali canali di informazione. Questa ormai è storia, scomparsa tra le altisonanti polemiche della campagna elettorale. Le promesse di Berlusconi sono tornate a dettare i contenuti delle dichiarazioni da mandare alle agenzie di stampa.
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