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Ieri, 20/02 si è scatenato il panico nella tranquilla e amena realtà lastrigiana. Verso le 13 infatti è scoppiato un forte incendio in Via del Leccio, una contrada della lunga via Livornese (la quale conduce all’Arno), in un deposito di materiali edili. Le fiamme, che si alzavano alte, dai materiali si sono propagate fino a coinvolgere anche bombole di acetilene, rendendo perciò la situazione ancor più drammatica e potenzialmente pericolosa.
Tra l'utile e il futile c'è di mezzo il voto. E tra i voto e il non voto c'è di mezzo una classe politica che anche in campagna elettorale ha le armi del dialogo con il paese spuntate! È come se l'idea di parlare di sé, del proprio progetto, di come si intende attuarlo, per poi arrivare all'invito corretto e diretto 'vota me!', non sfiorasse i contendenti.
Sabato 16 Febbraio Pisa si è colorata della massiccia partecipazione al corteo lanciato dal Municipio dei Beni Comuni per dire no allo sgombero dell'ex Colorificio Liberato, duemila persone tra cittadini e cittadine, attivisti e attiviste del mondo associazionistico, compagni e compagne provenienti dai tanti spazi liberati che in Italia resistono agli sgomberi e alle minacce di amministrazioni cieche di fronte ai bisogni reali di territori sempre più desertificati culturalmente e socialmente.
Continua la lotta dei lavoratori dell’Edison. Anche ieri, attraverso Simone Vertucci (ex dipendente della libreria), hanno fatto sentire la loro voce sotto i portici di Piazza della Repubblica, davanti a quella che una volta era la libreria Edison, luogo di ritrovo, di aggregazione e di partecipazione che coinvolgeva i cittadini di Firenze, e non solo. Alle spalle la saracinesca rimane serrata, lasciando percepire quella desolazione e quel senso di vuoto che chiunque abbia avuto modo di entrarvi, comprare un libro, sedersi per un caffè o semplicemente trovare un momento di stacco dalla frenesia quotidiana, sicuramente proverà ogni volta che passerà lì davanti, soffermando lo sguardo su quelle porte inesorabilmente chiuse.
I soliti mass-media montiano-padronali narrano di una preoccupazione cubana, date le condizioni di Chávez: il Venezuela, se Chávez verrà meno, rimarrà amico di Cuba? Il Brasile non vedrebbe l’ora, scomparso Chávez, di affermare la propria egemonia economica e politica sull’America latina? Continuerà lo scambio tra Venezuela e Cuba, medici cubani in Venezuela, petrolio venezuelano a bassissimo prezzo (l’equivalente dei costi di produzione e di trasporto) a Cuba, una vera porcheria contro le leggi del mercato? Davvero uno scenario torbido.
Ma torbido è invece il cervello dei gazzettieri servi dei padroni in questione. Tra i dati decisivi dell’attuale situazione latino-americana ce n’è uno molto ignorato (volutamente) da costoro: quello dei legami solidissimi tra i suoi paesi e i suoi partiti progressisti.
Il sonno della ragione genera mostri. Questo potrebbe essere il commento sull’approvazione, nel dicembre scorso, del piano interprovinciale dei rifiuti dell’ATO Toscana Centro (province di Firenze, Prato e Pistoia). Le ragioni, prima di tutto di buon senso, stavano e stanno tutte dalla parte di chi voleva scelte diverse. Una possibilità che era data dalla legge regionale – su cui grande impegno era stato posto dal Gruppo Consiliare Regionale di Rifondazione (Federazione della Sinistra-Verdi) - che ridisegnando i cosiddetti ambiti ottimali – ATO – e riducendone il numero avrebbe permesso, fra l'altro, di superare la logica di un inceneritore per ogni provincia dei vecchi piani provinciali e poteva aprire quindi ad una programmazione diversa, così come alla possibilità di impiantistica alternativa all'incenerimento.
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