Politica

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Le notizie legate al contemporaneo, abbracciando società, istituzioni, questioni internazionali e tutto ciò che rientra nella vasta categoria di politica, rubriche e redazionali esclusi.

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Venerdì, 08 Dicembre 2017 00:00

Liste elettorali... Oppure?

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Liste elettorali... Oppure?

All’indomani dell’assemblea nazionale che ha dato vita alla lista “Liberi e uguali”, ho letto da diverse parti reazioni di tanti compagni del tipo “rifanno il PDS”, tanta fatica per…. Lì per lì mi è sembrata un'analisi scontata, che esprimeva presa di distanza e anche un certo giudizio liquidatorio, tanto più che in contemporanea si apprezzava la decisione (?) di procedere a una lista antiliberista e di movimento di cui l’ossatura portante dovrebbero essere Rifondazione e PCI (Comunisti Italiani). Nel giro di qualche giorno però, a forza di rimuginare, questa espressione, “rifanno il PDS”, a cui corrisponde un'operazione congiunta di Rifondazione e PCI, ha cominciato a rappresentarmi qualcosa di significativo, a rimandarmi a riflessioni più profonde (per me, sia chiaro).

L'Italia può farcela. Equità, flessibilità e democrazia. Strategie per vivere la globalizzazione di Alberto Bagnai, edizioni Il saggiatore

Nel mirino del fuoco di Bagnai finisce tutta la politica europeista dell’ultimo quarto di secolo e anche più. La demolizione dell’attuale situazione socio-politica viene portata sufficientemente a fondo e spinta al punto di rottura. Quello di Bagnai è un vero e proprio attacco al blocco sociale che continua a sostenere l’immobilismo politico. La cosa più curiosa è che tale colpo venga inferto da un economista keynesiano, eterodosso e anti-euro, inquadrato come capofila di un fronte sovranista e nazionalista foriero di venti reazionari. Sembra scontato dire che una politica deflazionistica stia alla base di ulteriore disoccupazione, meno scontato è individuare il perché questa politica abbia ricevuto un convinto consenso da parte di larghe fette della popolazione. Eppure se si pensa all’innalzamento dell’età media in Italia si capisce che una larga fetta dei pensionati legati alle organizzazioni sindacali, di categoria e di partito hanno respinto le politiche inflazionistiche per garantire se stessi e i propri crediti. Purtroppo la difesa del potere d’acquisto delle pensioni con politiche deflazionistiche è un vicolo cieco, minando l’occupazione che regge la base di ogni sistema previdenziale.

Mercoledì, 06 Dicembre 2017 00:00

Lente e atomizzate: le inchieste di Arezzo su Etruria

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Da il manifesto del 5 dicembre 2017

Lente e atomizzate: le inchieste di Arezzo su Etruria

La pratica delle inchieste “atomizzate” non è certo nuova: fra i magistrati della pubblica accusa c’è da molto tempo una “franca discussione”, in privato, su un meccanismo formalmente legittimo ma che finisce, spesso a causa delle decisioni di questo o quel giudice (ad esempio sulla competenza territoriale), per smembrare indagini anche molto delicate. Nel caso della procura di Arezzo invece quello che colpisce è l’atomizzazione di partenza: perché la tranche di indagine che riguarda la vendita nel 2013 di sub-obbligazioni alla clientela di sportello, quella ricordata dal quotidiano “La Verità” e che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Pier Luigi Boschi, è stato il detonatore dell’intero affaire Banca Etruria.

A sei anni dalla catastrofe che ha colpito la centrale nucleare di Fukushima il Sol Levante non ha ancora stabilito la fine che dovranno fare il milione di tonnellate di acqua radioattiva immagazzinate in 900 vasche presenti sul sito dell'ex impianto. Gli esperti suggeriscono un graduale rilascio di queste acque in mare in quanto i trattamenti subiti avrebbero rimosso tutti gli elementi pericolosi per la salute umana ad eccezione del trizio che sarebbe però presente in piccole quantità. Di contro una rottura delle vasche provocherebbe un rilascio incontrollato delle acque e dunque del materiale radioattivo in esse presente.

Lo stato del consumismo e del lavoro, fra Black Friday e sciopero Amazon

24 novembre 2017, Black Friday, il giorno consacrato agli sconti e allo shopping. In una società su cui pesano enormi problemi quali la crisi e la disoccupazione, non ci si risolve a spendere meno nel senso di limitare consumi superflui quali vestiti o tecnologia, ma si pretende di spendere meno in termini di costi della merce.

Si aspetta di poter avere "più a meno" senza accorgerci, o meglio non volendosi accorgere, che se compriamo 100 pezzi a 1€ (ovviamente sto esagerando) spendiamo la stessa cifra di quando ne acquistiamo uno soltanto a 100€. Quindi, alla fin fine, tutto questo risparmio non c'è: magari anzi, presi dal demone dello shopping siamo portati ad acquistare oggetti su cui, in un normale "white" Friday, avremmo soprasseduto perché consci di non averne bisogno.

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