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Esiste un mondo ancorato alla realtà, a volte fredda a volte cruda, un mondo in cui i nostri ipotetici sogni o i nostri spazi di vita quotidiana vengono “oppressi” da ritmi spesso infernali. In questo mondo, universo che ormai non ragiona come insieme come pensiero collettivo, fatto solo di singoli e di individui “soli”, c’è chi ha ancora la forza di sognare e portare avanti in maniera convinta e quasi irrazionale le proprie idee. Turi Vaccaro appartiene a questa particolarissima tipologia di essere umano; una vita spesa per la lotta e il benessere collettivo, senza troppi fronzoli in maniera radicale e costruttiva, Turi oggi ha molto da insegnare alla sua terra; la Sicilia.
Il governo Renzi ci inonda ogni giorno di dichiarazioni entusiastiche sul piano Juncker, che, ci viene detto, consiste di 315 miliardi complessivi di euro di investimenti dell’Unione Europea, a partire da giugno 2015 e che dureranno un triennio. Ma Il Sole 24 Ore ha titolato che di 21 miliardi di euro in realtà si tratta, la Repubblica ha sollevato dubbi sul realismo del passaggio, attraverso vari meccanismi, da 21 a 315 miliardi, e lo stesso scrivono più media europei, tra i quali Le Monde.
Partita la brevissima campagna elettorale per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti. A sinistra del Partito Democratico si registra la tenuta, anche per le elezioni politiche, della coalizione che ha permesso a Takeshi Onaga di diventare governatore di Okinawa: comunisti e socialdemocratici hanno infatti presentato candidati comuni nei tre collegi uninominali della Prefettura.
Nessun patto di desistenza tra comunisti ed altri partiti nei restanti collegi.
Un migliaio di persone, il 29 novembre, hanno affollato Piazza Farnese a Roma. Erano esponenti, attivisti, gente comune che ha partecipato alla manifestazione nazionale dell’Altra Europa, per dire no alle politiche di Renzi, per affermare con forza la necessità imminente di andare a costruire un’alternativa credibile allo stato esistente delle cose nel nostro paese, per costruire un’altra Italia. E naturalmente a sinistra.
Cominciò con la Sinistra arcobaleno (ricordate), poi la FdS, poi Rivoluzione civile, poi la lista Tsipras, senza contare le Fabbriche di Nichi, Ross@, Alba ed ora Human Factor (?!).
I tentativi di costruire un soggetto unitario della sinistra di alternativa, radicale, antagonista, ecc., ecc, ecc, sono e sono stati innumerevoli, ma tutti minati da alcune contraddizioni di fondo, che se non risolte inficeranno qualsiasi tentativo unitario.
La prima di queste contraddizioni è che ad ogni piè sospinto c’è il lancio di un nuovo soggetto politico della sinistra, con il quotidiano il Manifesto a fare spesso la parte del mezzano, ma altrettanto spesso, per non dire sempre, i proponenti dei diversi progetti sono tuttora, o lo sono stati fino ad un recente passato, parte importante a diverso titolo dei gruppi dirigenti o intellettuali di riferimento della sinistra italiana.
Toscana a tutto incenerimento
Visto con gli occhi del Pd toscan-renziano, il nuovo piano dei rifiuti urbani appena approvato dal consiglio regionale è un gran passo avanti nella gestione “virtuosa” del settore. L'assessora all'ambiente Anna Rita Bramerini ricorda in ogni occasione che solo il 10% finirà in discarica, e che l'obiettivo è addirittura il 70% di raccolta differenziata nel 2020, con solo il 20% da destinare alla “termovalorizzazione”. A prima vista desta quindi sorpresa la critica della sempre più esigua minoranza dem, che anche dopo l'approvazione del piano insiste a chiedere un cambio di rotta nelle politiche sui rifiuti. Ma forse succede perché perfino quelli dell'area cuperliana, dopo almeno 15 anni di ostinati silenzi sull'argomento, ormai costretti a giocare in difesa osservano che sei, forse sette inceneritori sono davvero tantissimi. A maggior ragione in una regione come la Toscana, i cui abitanti complessivi (3 milioni e 700mila) sono pari a quelli dell'area vasta milanese, o di Roma con i comuni contermini.
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