Politica

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Mercoledì, 19 Novembre 2014 00:00

L’Aquila, 6.4.2009: il fatto sussiste

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L’Aquila, 6.4.2009: il fatto sussiste

(ma la Commissione Grandi Rischi non si processa)

La sentenza in appello del processo agli allora componenti della Commissione Grandi Rischi per i fatti del terremoto del 2009 all’Aquila, pronunciata lo scorso 10 novembre, ha colto tutti di sorpresa. Tutti gli imputati sono stati assolti, ad eccezione di Paolo de Bernardinis (allora vice capo del Dipartimento di Protezione Civile) cui sono stati comminati due anni di reclusione – pena comunque ridotta rispetto alla sentenza di primo grado, che aveva condannato tutti gli imputati a sei anni di reclusione. Tutti assolti poiché “in nome del popolo italiano”, per la Corte d’Appello de L’Aquila, “il fatto non sussiste”.

Lunedì, 17 Novembre 2014 00:00

Fiat #LuxLeaks: il vero dilemma di Juncker

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Non è nuova alle orecchie dei cittadini europei la notizia che fra i paesi membri ci siano dei paradisi fiscali: Lussemburgo, Irlanda, Olanda, da alcuni punti di vista anche la stessa Inghilterra, sempre riluttante a cedere su una regolamentazione comune dei regimi impositivi. Non si è mai riusciti a trovare un accordo per uniformare le tasse dirette, e questo ha causato non poche frizioni.

Poi sono arrivate, negli scorsi mesi, le inchieste della Commissione sulle agevolazioni fiscali (i cosiddetti “aiuti di stato”) concesse ad alcune compagnie: il caso del Lussemburgo con Amazon e Fiat Finance e dell’Irlanda con Apple.

Ma le rivelazioni dell’ICIJ (International Consortium of Investigative Journalists) sono sorprendenti anche per chi conosceva questi antefatti. Più di 340 multinazionali hanno firmato accordi segreti con il Lussemburgo per spostare i loro profitti nel granducato, dove il regime di tassazione è molto più morbido rispetto a quello dei loro paesi d’origine. I documenti sono stati diffusi dal team di giornalisti, con un report, lo scorso 5 novembre.
Il numero delle aziende che hanno beneficiato suggerisce che l’aiuto di stato, lungi dall’essere una misura eccezionale, sia praticamente una norma del business europeo.

Sit-in lo scorso 29 ottobre davanti la sede della Dieta indetto dalle maggiori organizzazioni sindacali per protestare contro un disegno di legge – presentato dalla maggioranza – che precarizzerebbe ulteriormente il lavoro.

È partita intanto ad Okinawa la campagna elettorale del candidato anti-base Takeshi Onaga. A suo sostegno un vasto schieramento che comprende oltre ai comunisti anche molti ex liberal-democratici contrari al via libera dato dal PLD alla nuova installazione militare statunitense nel distretto di Henoko a Nago. “Tutti insieme al di là delle differenze di partito sosteniamo Onaga perché siamo tutti contrari a Nakaima (il governatore uscente), il quale ha tradito gli elettori andando avanti sulla costruzione della base. Con la vittoria di Onaga costringeremo il Primo Ministro Abe ad accettare il volere degli abitanti di Okinawa” ha dichiarata il deputato comunista Akamine.

Si dice che la storia si ripeta due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. Nel caso delle ordinanze emesse da Marco Filippeschi, Sindaco in Pisa, la storia tende a ripetersi più volte, tendenzialmente sempre come farsa e secondo il medesimo schema. Lo schema consiste generalmente nel riconoscere un problema esistente, ma farlo per i motivi sbagliati, ed intervenire con azioni dimostrative, il cui massimo risultato può essere quello di rendere il problema meno evidente, sicuramente non di risolverlo.

L’esigenza di costruire in Italia una sinistra unitaria, opposta ai diktat di Bruxelles, alle politiche di austerità e ai programmi neoliberisti che stanno progressivamente aumentando le disuguaglianze e cancellando i diritti, appare oggi sempre più impellente, un'urgenza che riflette la totale estraneità dei valori della sinistra rispetto al programma del governo Renzi.

Le enormi divisioni che hanno caratterizzato le forze a sinistra del PD, hanno contribuito a determinare una serie di sconfitte elettorali sconcertanti, proprio in un periodo storico in cui si sente sempre più l’esigenza di una sinistra forte e coesa. L’altra Europa con Tsipras, pur fra le mille difficoltà, era riuscita a eleggere al parlamento Europeo 3 deputati, superando la soglia di sbarramento del 4%, in uno dei periodi di maggiore crisi della sinistra italiana. Il modesto risultato, lungi dall’essere una vittoria, aveva però fatto capire che c’era la possibilità di lavorare a un progetto comune che rimettesse al centro i valori della sinistra senza dover accantonare quello che poteva essere il contributo specifico di ogni movimento o partito che aveva aderito alla lista. 

Purtroppo non sono mancate nemmeno in questa occasione le polemiche e le divisioni (fra tutte le vicende, pesa soprattutto il pasticcio che è seguito alle scelte di Barbara Spinelli) che tutt’ora persistono.

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