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“Le testimonianze dei nostri padri che hanno fatto la storia, ci vengono in aiuto e ci dissetano,
ci arricchiscono di valori; sono uno scrigno prezioso senza il quale, poveri noi, tempo tre generazioni di oblio, perderemmo memoria.
Oggi come mai sento la necessità di coinvolgere lo spirito, di nutrirlo,
è una necessità che nasce dalla percezione di una attualità sempre più povera di valori umani […]
sarà che a un certo punto nasce la consapevolezza che ognuno debba contribuire con le proprie peculiarità […] penso che ognuno debba dare qualcosa di sé, qualcosa che sa fare, che siano parole,
suoni, forme, non importa.
Il colore può divenire quindi anche veicolo efficace e trascinatore di contenuti nella sfera delle emozioni
opponendosi al pericolo dell’indifferenza”
da Frammenti di Tiziana Faccendi
Una mostra intensa, struggente, commovente, gravida di memoria storica, quella che è stata inaugurata lo scorso sabato 13 settembre a Signa, all’interno dell’ex Caserma dei carabinieri di Viale Mazzini, in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione. La mostra, intitolata “In marcia... La memoria per un futuro migliore” ripercorre momenti significativi dei signesi durante la seconda guerra mondiale e offre un repertorio di fotografie, lettere, frammenti di giornali dell’epoca, riconoscimenti d’onore, cimeli, reperiti dall’archivio storico del gruppo Archeologico di Signa o gentilmente forniti dalle famiglie di alcuni dei partigiani e da donazioni di comitati e associazioni e curati grazie al minuzioso lavoro dello stesso gruppo archeologico.
Poco più di un anno fa, smentendo tutti i pronostici, Renato Accorinti veniva eletto sindaco di Messina. Nel frattempo le molte problematiche che affliggevano la città sembrano logorare il composito gruppo uscito vincitore nel 2013 (ancorché minoranza in consiglio).
In polemica con il piano di riequilibro proposto dalla giunta due consiglieri Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti sono usciti dal gruppo consiliare di Cambiamo Messina dal Basso dimezzando il numero di accorintiani a Palazzo Zanca. Sul perché di questa scelta e sulle prospettive future della città abbiamo raccolto le opinioni del consigliere dissidente Luigi Sturniolo.
Rapida come l’estate che sta per giungere al termine sembra avvicinarsi anche la non approvazione della controriforma spagnola sull'aborto proposta dal governo di Mariano Rajoy.
Aveva immensamente fatto di discutere il disegno di legge sull’aborto proposto da Alberto Ruiz-Gallardon, tanto da creare un movimento di decine di migliaia di donne che per riaffermare il loro diritto all’aborto marciarono al grido di “ Yo decido”, dalla Asturie di Madrid, dove la protesta è cominciata grazie a “Les comadres y mujeres por la Igualidad” (le comari e donne per l’uguaglianza), la mobilitazione è diventata nazionale, oltre 300 fra associazioni, partiti e sindacati vi hanno aderito ma il diritto di decidere ha risuonato forte, grazie al tam- tam rilanciato dai social network anche a Firenze, Amsterdam, Roma, Parigi, Bruxelles, Milano, Londra, in piccole e grandi città europee, dove donne e uomini hanno deciso di svolgere sit-in e/o flash mob, davanti ad ambasciate e consolati spagnoli a sostegno della lotta spagnola.
Cominciano a scendere in campo i candidati per le vicine elezioni per il rinnovo della carica di governatore della Prefettura di Okinawa. Tra i principali temi della campagna elettorale vi è ovviamente la contestata nuovo base a stelle e strisce che dovrà sorgere a Nago.
A rappresentare il fronte anti-base vi sarà il sindaco di Naha, Takeshi Onaga, ex segretario locale dei Partito Liberal-Democratico ha raccolto intorno a sé una fronda di esponenti conservatori ma contrari alla nuova installazione militare statunitense e potrà contare anche sull'appoggio del Partito Comunista.
Parlare delle condizioni in cui versa il vecchio continente oggi è possibile solo facendo la dovuta premessa: siamo in una fase ampiamente post-democratica, in cui le élite economiche hanno ormai preso largamente il sopravvento su di una cittadinanza frastornata che si dibatte tra l'apatia politica e i rigurgiti populisti, che alterna il consenso sottomesso alla logica delle élite all'insoddisfazione permanente verso la classe politica. Sono tutte sfaccettature di un fenomeno complesso che occorre studiare, per cambiare, e che quando non crea strane forme di Sindrome di Stoccolma amplia comunque a dismisura la sterilità del dissenso politico.
SuperVenus - selezionato in diversi festival dall’Europa al Canada passando per l’Asia – è un cortometraggio di Frédéric Doazan, regista ed animatore francese che si occupa di cinema sperimentale e di animazione. Nel 2004 ha co-fondato il collettivo video la-cause.org che illustra e critica il modello - irreale ed impossibile da raggiungere - a cui tendono molte donne.
Ad essere ancora una volta, apertamente contestato è “l’evoluzione (?)” culturale che impone un modello di bellezza, unico imperante nella società occidentale che, deumanizza i corpi femminili e li rende lontani dal variegato mondo reale.
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