Internazionale

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Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Un importante summit sino-nippo-coreano si è svolto la scorsa settimana a Seul, capitale della Repubblica di Corea. L'incontro trilaterale ai massimi vertici, che non si teneva da tre anni, ha visto la partecipazione del Capo del Governo cinese Li Keqiang, del suo omologo giapponese Abe e della Presidentessa coreana Park.
La ripresa di questi incontri è stata commentata positivamente da tutti i partecipanti nonché dal Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon: “le Nazioni Unite incoraggiano tutte le parti a lavorare in stretta cooperazione al fine di di promuovere la fiducia reciproca, la pace e la prosperità nella regione”, ha affermato l'ex ministro degli Esteri sudcoreano.
Cina, Giappone e Repubblica di Corea, in quanto più grandi economie dell'Asia dell'Est e locomotive della crescita economica regionale, hanno sulle proprie spalle molto del peso della crescita economica mondiale. I leader delle tre nazioni hanno ribadito, nel corso dell'incontro, che attribuiscono grande importanza alla cooperazione trilaterale, ed hanno convenuto che la storia ed altri temi sensibili debbono essere trattati in maniera appropriata e che i tre Paesi debbono lavorare per l'integrazione economica regionale sulla base del principio di un corretto confronto con la storia ed avanzando verso il futuro, dando, quindi, un grande contributo al rinnovamento complessivo dell'Asia così come alla pace ed allo svilluppo mondiale ha affermato la Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Hua Chunying, la quale ha anche ribadito, in tema di sicurezza della penisola coreana, lo sforzo della RPC per sua la denuclearizzazione.

Un summit resosi necessario - mettendo da parte le dispute territoriali sino-giapponesi e nippo-coreane nonché gli scontri sulla storia coloniale del Sol Levante e sulla sua rimilitarizzazione - in un'area che vede economie tra loro sempre più interdipendenti, e sempre più importanti: i tre PIL combinati rappresentano, infatti, il 21% del PIL mondiale ed il 70% di quello asiatico.
Tra gli argomenti sul tavolo è stata, difatti, l'economia a farla da padrona, con una discussione circa la possibilità di un accordo di libero commercio trilaterale (accordo del quale si è cominciato a parlare nel 2012) e di un rafforzamento del Regional Comprehensive Economic Partnership (accordo che interessa le economie di Cina, Giappone, Corea del Sud, di altre dieci nazioni ASEAN nonché di India, Australia e Nuova Zelanda).

Nell'ambito del dialogo tra le parti al fine di attenuare la tensione nell'Asia del Nord-Est un altro importante colloquio si è tenuto, lo scorso 4 novembre, a Kuala Lumpur, tra il ministro della Difesa del Sol Levante Gen Nakatani ed il suo omologo cinese Chang Wanquan.
L'ultimo incontro tra i ministri della Difesa dei due Paesi aveva avuto luogo nel 2011.

Tornando a Tokyo, non cessa la battaglia a base di carte bollate tra il governo centrale e la Prefettura di Okinawa, guidata dall'anti-base Takeshi Onaga. Per il governo è infatti nullo l'atto di revoca delle autorizzazioni per la realizzazione di una discarica (uno dei lavori preparatori necessari alla costruzione della base militare statunitense di Henoko che sostituirà quella di Ginowan).
Dal canto suo, il governatore di Okinawa, ha dichiarato che si rivolgerà al Consiglio per la Gestione dei Contenziosi tra il governo nazionale e le amministrazioni locali.

Nel settore dell'istruzione, intanto, il ministro delle Finanze, l'ultraliberista Taro Aso, ha annunciato, lo scorso 26 ottobre, un piano che chieda agli atenei di aumentare considerevolmente le tasse a carico degli studenti, ciò al fine di rendere le università meno dipendenti dai finanziamenti statali.
Una richiesta, quella di Aso, che aumenterà le diseguaglianze per l'Associazione delle Università Nazionali. Tra i Paesi OCSE il Giappone è quello con la più alta quota di spese per l'istruzione a carico delle famiglie degli studenti.

Sul fronte nucleare, è sul punto di essere riattivata la centrale di Ikata (Prefettura di Ehime, isola di Shikoku). Dopo che, la scorsa estate, era giunto il parere favorevole dell'Agenzia Regolatrice per il Nucleare, adesso è arrivata anche l'approvazione del sindaco di Ikata e del governatore della Prefettura. Circa 4.000 cittadini hanno manifestato, il primo novembre, per chiedere lo stop alla ripresa della generazione elettrica dell'impianto.

In ambito politico, la proposta, lanciata dal Partito Comunista, per un governo di coalizione che cancelli le politiche militariste di Abe, ha trovato l'approvazione del premio Nobel per la Fisica Toshihide Maskawa.
Ad illustrare la posizione del PCG allo studioso era stato, lo scorso 28 ottobre, il suo leader Shii, presso il campus dell'Università di Nagoya.

(con infomazioni di Japan Press Weekly 28 ott. - 3 nov. 2015, xinhuanet.com, fmprc.gov.cn, mofa.go.jp, ajw.asahi.com)

foto Kim Hong-Ji

La notte del dramma peronista: in Argentina a imporsi è la destra

Senza mezze misure i titoli dei principali quotidiani argentini il giorno successivo alle elezioni generali: si parla di "notte che ha cambiato la politica argentina", di "impatto enorme ed eclatante" di "fine della leggenda del kirchnerismo invincibile". Commenti a caldo che però enfatizzano un cambiamento storico che lunedì 25 ottobre scorso è stato persino più travolgente delle aspettative. Ci si attendeva infatti che la coalizione della Presidenta Cristina Kirchner uscisse ridimensionata dalla contesa elettorale, dato che l'impossibilità costituzionale per la pasionaria argentina di ricandidarsi, aveva inevitabilmente indebolito la sua coalizione di forze peroniste di sinistra "Fronte Per la Vittoria", ma in pochi - a cominciare dai sondaggisti e dagli analisti politici - si aspettavano una tale debacle.

Depositata in entrambe le Camere, lo scorso 21 ottobre, la richiesta di una convocazione straordinaria della Dieta per discutere nuovamente sul pacchetto di modifiche legislative - approvate durante la precedente sessione - in materia di sicurezza nazionale e per affrontare, in sede di dibattito parlamentare, i contenuti dell'accordo quadro del trattato di libero commercio del Pacifico (TTP la sua sigla in inglese) recentemente firmato ad Atlanta.
A sottoscrivere la richiesta di convocazione sono stati 125 deputati ed 84 senatori dell'opposizione (Partito Comunista, Partito Democratico, Partito della Vita del Popolo, socialdemocratici e Partito dell'Innovazione).
“È da irresponsabili che il governo nazionale trascuri la Dieta quando vi sono numerosi temi che riguardano la vita delle persone” ha dichiarato il deputato comunista Keiji Kokuta.

Sabato, 31 Ottobre 2015 00:00

Svolta a destra in Polonia

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Le elezioni di domenica, che hanno segnato una nettissima svolta a destra nella politica polacca, pongono un apparente paradosso: si rivolta contro la UE un Paese che ne è stato largamente privilegiato con investimenti e sovvenzioni – in particolare, di grandissimo impatto quelli in infrastrutture e in attrazioni di imprese straniere.

Due sono le grandi novità che emergono per la prima volta dal 1945: il Governo che si formerà non sarà di coalizione bensì monocolore, e nessuna formazione della sinistra è riuscita a entrare in Parlamento. Con il 38% dei voti, infatti, il partito nazional-populista e clericale di “Legge e Giustizia” (PiS) riesce a ottenere la maggioranza assoluta in entrambe le Camere, complice anche la divisione del voto tra i liberali. (Manca a PiS però la maggioranza qualificata per riscrivere la Costituzione e attuare l’obiettivo massimo: la transizione a una “Quarta repubblica” polacca di impronta autoritaria – l’attuale costituzione politica è giudicata ancora troppo legata al periodo socialista.)

Di Daniele Coltrinari

Portogallo: pericolo rosso fermato (per adesso) dal Presidente della Repubblica

A Lisbona è una settimana particolare e non solo per il clima: piove, poi esce il sole e poi piove ancora. È iniziata l'avventura del XX governo costituzionale e di Passos Coelho – con la nomina dei vari ministri – premier uscente e leader del centro destra, voluto fortemente dal Presidente della Repubblica Anibal Cavaco Silva. Tutti si domandano qui in Portogallo: verrà sfiduciato da un parlamento composto da più del 50% da deputati appartenenti alle varie sinistre lusitane?

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