Internazionale

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Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.

Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org

Riattivato, il 29 gennaio, il reattore numero 3 della centrale nucleare di Takahama (Prefettura di Fukui). Si tratta della terza riattivazione di un impianto nucleare dopo lo spegnimento precauzionale seguito al disastro di Fukushima, del 2011.
Il reattore numero 3 utilizza combustibile MOX (cioè un combustibile composto sia da uranio che da plutonio). La Kansai Electric Power Company, proprietaria dell'impianto, prevede che la centrale possa tornare attiva commercialmente per la fine febbraio. “Con ferma convinzione che non vedremo mai un incidente come quello di Fukushima, mi impegno a migliorare la sicurezza della generazione elettrica da nucleare, volontariamente e permanentemente, anche oltre il quadro normativo, pur essendo pianmente consapevole che sarà necessario uno sforzo instancabile per migliorare la sicurezza” ha assicurato, in un proprio comunicato, il presidente di KEPCO Makoto Yagi. Sono circa 180.000 gli abitanti, nelle Prefetture di Fukui, Kyoto e Shiga, ad abitare entro un raggio di trenta chilometri dalla centrale.

Martedì, 26 Gennaio 2016 00:00

Unione Europea contro Israele?

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Abolizione del Trattato di Schengen, Guerra all’Isis, fine delle sanzioni nei confronti dell’Iran: sono solo alcune delle tematiche internazionali affrontabili solo a livello europeo che oramai ricorrono quasi quotidianamente sui giornali. La stessa “fortuna” non tocca purtroppo alla causa palestinese: nonostante le prese di posizione sempre più nette, non solo degli stati europei ma anche della stessa Commissione, ciò che avviene in quella striscia di terra conquista la cronaca solo se c’è la possibilità di puntare il dito contro la disperazione dei ragazzi dell’Intifada dei coltelli.

L'abenomics non frena la diffusione della povertà in Giappone, questo il cuore dell'intervento del senatore comunista Koike, durante la seduta della Commissione Bilancio della Camera dei Consiglieri del 18 gennaio. L'esponente comunista, presentando dati della ricerca OCSE sui tassi di povertà, ha sottolineato come, secondo gli ultimi dati disponibili, l'indice di povertà relativa sia del 16,1% (il dato maggiore, del 21% è del Messico), mentre l'indice di povertà minorile nelle famiglie monogentoriali si attesta al 54% (il dato peggiore, riferito a questo indice, tra i Paesi OCSE).
Nella seduta della Commissione Bilancio della Camera dei Rappresentati dell'otto gennaio, era invece intervenuto il Segretario democratico Edano, il quale ha criticato la politica fiscale del governo, in particolare riguardo l'abbassamento della pressione fiscale sui profitti delle imprese non reinvestiti e circa l'arbitrarietà delle possibili riduzioni della tassa sul consumo (prevista per i quotidiani ma non per beni essenziali quali gas ed elettricità).

Intanto, lo scorso 13 gennaio, circa 500 lavoratori affiliati al sindacato Zenroren hanno manifestato davanti gli uffici della confindustria (la Keidanren) per chiedere sostanziali aumenti salariali. La richiesta della confederazione sindacale è di 20.000 yen in più al mese (o 150 euro in più l'ora) e l'eliminazione dei salari orari inferiori a 1000 yen.
Per un aumento del salario minimo orario (ad almeno 1500 yen) anche i giovani del gruppo civico Aequitas, nato nell'agosto dello scorso anno e che annovera tra le proprie fila studenti-lavoratori. “Molti studenti si mantengono con lavori part-time. Il salario minimo orario di Yamanashi è di, solamente, 737 yen ed è, dunque, impossibile vivere con salari così bassi” ha affermato uno degli attivisti, il diciannovenne Shun'ichiro Kobayashi, proveniente dalla Prefettura ad ovest della capitale.

In tema militare, mentre il premier ha ribadito, nel proprio discorso di apertura della sessione regolare dei lavori della Dieta di fine gennaio, la volontà del governo di proseguire nella ricollocazione della base di Ginowan ad Henoko, è emersa, la possibilità di espansione dei compiti delle Forze di Autodifesa dislocate, dal 2011 ed in funzione antipirateria, a Gibuti.
Pur avendo il ministro competente, su interrogazione del deputato comunista Akira Kasai, negato la possibilità che le forze nipponiche, presenti nell'area, siano impiegate in funzioni di intervento nei Paesi limitrofi, durante la propria visita nel piccolo stato africano, avvenuta il 18 gennaio, Nakatani ha affermato che le Forze di Autodifesa daranno un “contributo proattivo alla pace” che si concretizzerà in assistenza logistica alle forze armate gibutiane ed in formazione delle stesse.

In ambito di politique politicienne, accuse di corruzione sono arrivate al ministro dell'Economia, Commercio e Industria Akira Amari. Secondo la rivista Shukan Bunshun, il ministro avrebbe ricevuto da un'impresa di costruzioni un milione di yen, mentre suoi collaboratori avrebbero raccolto, dalla stessa ditta, negli ultimi tre anni, 12 milioni. Secondo le accuse il ministro avrebbe ricevuto il denaro per intervenire in una disputa tra questa impresa e l'azienda semipubblica di edilizia residenziale Urban Renaissance.
Il ministro ha dichiarato di non aver compiuto “nulla di illegale” e che chiarirà tutto “in una settimana”.
Le opposizioni hanno abbandonato l'aula quando Amari ha preso la parola, per illustrare, durante la prima seduta della sessione ordinaria della Dieta, il programma economico annuale del governo.

(con informazioni di Japan Press Weekly 13 – 19 genn. 2016; oecd.org; japan.kantei.go.jp; lanationdj.com; japantimes.co.jp)

Lo scontro politico in Venezuela all'indomani delle elezioni

Sono in molti a pronosticare il ritorno della violenza nelle strade, fino a paventare scenari di guerra civile. Nella situazione fluida ed incerta del Venezuela nessuna ipotesi può essere scartata. Ma a distanza di poche settimane dalla vittoria delle opposizioni alle elezioni legislative (ne abbiamo parlato qua), lo scontro appare per ora concretizzarsi solo a livello istituzionale e sembra prendere più che altro le forme di una accorta e tattica partita a scacchi.

Stallo parzialmente risolto, il 10 gennaio, in Catalogna, con l'elezione a Presidente della Generalitat del giovane giornalista e sindaco di Girona Carles Puigdemont, tra i massimi esponenti di Convergenza Democratica, e del Consell Executiu, diviso al 50% tra ERC e Convergenza e con l'appoggio esterno della CUP (dei 10 deputati della Candidatura 8 si sono espressi per il sì e due si sono astenuti impegnandosi però a lasciare il seggio).

Con il passo indietro di Artur Mas, dovuto alla rigidità di parte consistente di una sinistra indipendentista spaccata oltre ogni limite al proprio interno - ma determinata ad ottenere una vittoria simbolica se non sulle politiche sociali quantomeno sul nome di Mas, perchè "non si lega un processo ad un uomo" come ha affermato la capogruppo Anna Gabriel nella sua replica al discorso d'investitura di Puigdemont - sembra così essersi superato il primo dei numerosi ostacoli che il fronte indipendentista - variegato e uscito non in grande forma dalle elezioni tanto catalane quanto nazionali - dovrà superare sulla strada dell'indipendenza.
L'accordo tra Junts pel Sì e CUP, dopo mesi di stallo (le elezioni si erano tenute il 27 settembre), è avvenuto negli scorsi giorni dopo un'incredibile assemblea della sinistra indipendentista che aveva visto 1515 delegati favorevoli all'investitura del presidente in carica e 1515 contrari ed in seguito alla decisione di Mas di convocare nuove elezioni se non si fosse raggiunto l'accordo entro l'undici gennaio.

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