Relazioni internazionali, notizie da altri paesi, ingiustizie sparse per il globo.
Immagine liberamente tratta da upload.wikimedia.org
La popolazione nipponica diminuirà in tutte le aree del Paese, ma a Tokyo ciò accadrà soltanto a partire dal 2045. È quanto emerge da una ricerca dell'Istituto Nazionale di Ricerca su Popolazione e Sicurezza Sociale resa nota la scorsa settimana. Stando alle stime dell'ente la popolazione residente in Giappone nel 2045 sarà pari a 106.420.000 persone (-20 milioni rispetto al 2015) per scendere a 100 milioni nel 2053 ed a 88 milioni nel 2065.
Comunismo e lotta di classe in India:
intervista a Gopal Chandra Ganguly, membro storico del partito comunista indiano
Gopal Chandra Ganguly vive a Calcutta ed è un membro storico del Partito Comunista Indiano (Communist Party of India, CPI). Nato nel 1922 a Dhaka (attualmente in Bangladesh), ha sentito fin da giovanissimo la necessità di lottare per un'India libera e contro la dominazione coloniale britannica. La sua adesione e militanza all'interno del celebre movimento di liberazione nazionale “Quit India”, gli è costata 18 mesi di prigionia. Nel 1946, subito dopo la sua scarcerazione, si è iscritto al Partito Comunista nel quale ha ricoperto varie posizioni. All’età di 95 anni, vive ancora nella speranza che un giorno il mondo sarà un posto migliore, senza classi sociali né oppressione. Nonostante lo stato di salute precario e le difficoltà a scrivere, è stato felice di rispondere per e-mail alle nostre domande.
Nati i "marines" di Tokyo - Pillole dal Giappone #231
Settimana iniziata con la visita nel Sol Levante dell'ex Presidente USA Obama. Il politico nordamericano, giunto a Tokyo per una conferenza, è intervenuto sulla questione nordcoreana sottolineando come l'isolamento internazionale di quel Paese renda inefficaci le sanzioni.
Sempre in ambito internazionale è stata confermato dalla vicepremier russa Olga Golodets, in visita ad Osaka per colloqui con il ministro Seko, che Valdimir Putin e Shinzo Abe si incontreranno il prossimo 26 maggio. “Spero che molti progetti che sono sulla carta prendano forma così che il popolo russo possa beneficiarne” ha affermato Golodets la scorsa domenica. Presente ai colloqui anche il ministro dello Sviluppo Econoico di Mosca Maxim Oreshkin. Il Giappone, al fine di non rovinare il filo della cooperazione economica che è stato teso tra i due Paesi ha scelto non aderire al programma di espulsioni di diplomatici russi messo in atto da numerosi Paesi NATO.
Afrin ci interroga (3 di 3)
La seconda parte cliccando qui.
Cronaca della macelleria anticurda novecentesca
È stata solo la grande dimensione del popolo curdo (40-45 milioni di esseri umani, tanti quanto i polacchi o gli spagnoli) a impedirne la riduzione a infima minoranza o addirittura l’estinzione – a opera prima di tutto turca, ma anche irachena, iraniana, siriana.
Un complesso di tribù di contadini e di pastori sottoposti a gerarchie ereditarie (ma anche protagonista da secoli di rivolte per l’indipendenza di questa o quella sua realtà) sarà dunque obbligata, a cavallo della prima guerra mondiale, dopo essere stata arruolata nell’esercito ottomano e usata da esso nello sterminio di armeni e assiro-caldei, a un grande balzo verso la Modernità; collateralmente, a creare grandi figure di dirigenti.
Settimana iniziata con il ritorno dagli Stati Uniti del ministro degli Esteri Taro Kono. A Washington il ministro ha avuto colloqui con il vicepresidente Pence, con l'omologo dimissionario Rex Tillerson e con Kang Kyung Wha, ministra degli Esteri della Repubblica di Corea, alla quale ha chiesto di porre il tema dei cittadini nipponici rapiti dalle autorità nordcoreane al tavolo delle trattative bilaterali tra le due parti della Penisola.
Afrin ci interroga (2 di 3)
Siamo dentro a qualcosa che tende sempre più a essere una terza guerra mondiale
Grande è il disordine sotto il cielo; tuttavia, a differenza di quel che tendeva sempre a opinare Mao, la situazione non è per nulla eccellente, è un grande ingestibile disastroso casino. L’umanità rischia grosso, su più piani. Come al solito, cresce il ricorso a ogni forma di guerra.
Già ciò risultava chiaro a partire dagli interventi esterni sulla crisi siriana. Poi è diventato più netto e preoccupante quando al conflitto di più attori statali fondamentali (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, in un secondo momento Russia) contro al-Qaeda/al-Nusra e contro Daesh e alla finzione turca di parteciparvi si è sostituito il conflitto, per interposti stati minori o gruppi armati loro alleati, tra Stati Uniti, loro partner occidentali e mediorientali, da una parte, e Russia, potere siriano, Iran, varie milizie sciite, dall’altra, più la Turchia per così dire in mezzo, più Israele in proprio.
Il Becco è una testata registrata come quotidiano online, iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Firenze in data 21/05/2013 (numero di registro 5921).