Martedì, 04 Agosto 2015 00:00

Netanyahu e i problemi creati dagli estremisti religiosi ebrei

Scritto da
Vota questo articolo
(2 Voti)

I crimini degli ortodossi ebrei che ancora combattono, e non per finta, per allontanare i palestinesi dalla terra che Dio ha predestinato a loro solitamente passano senza che il mondo se ne accorga.

Alle volte succede però che quello che succede sia così terribile che non sia possibile ignorarlo. E in questi ultimi giorni il governo israeliano è stato costretto a fare i conti con diversi episodi che hanno, giocoforza, scalfito il quasi unanime appoggio internazionale di cui gode il paese.

Dopo diversi giorni di scontri nella spianata delle moschee, causati da ebrei ortodossi che volevano a tutti i costi impedire ai fedeli musulmani di accedere ai propri luoghi di culto, la tragedia si è raggiunta sabato quando, nel corso di incursioni da parte di coloni, un bambino di 18 mesi è rimasto ucciso, a Kfar Douma, nei pressi di Nablus, nell’incendio doloso appiccato da un colono all’abitazione della famiglia. Ali Dawabsha è morto carbonizzato, i suoi genitori e il fratellino sono ancora ricoverati in gravi condizioni.

Ma gli attacchi ai villaggi di palestinesi, in violazione delle più elementari regole di diritto internazionale, non sono gli unici problemi causati al Primo Ministro dall’estrema destra religiosa. È morta ieri Shira Banki, diciassettenne accoltellata nel corso del Gay Pride di Israele tenutosi giovedì scorso. L’attentatore ha ferito altre 5 persone, togliendo al Primo Ministro ogni scusa per non intervenire contro il terrorismo ebraico. Il Consiglio di Difesa del Governo ha dovuto infatti prevedere la possibilità di arresta preventivo per ostacolare la diffusione del terrorismo ortodosso.

L’uccisione della ragazza, in particolare, crea non pochi problemi al Primo Ministro: le pratiche di “pink washing” sono molto diffuse in un paese dove il rispetto dei diritti umani è lasciato in secondo piano. Israele ha da sempre svolto un ruolo apparentemente di avanguardia nel riconoscimento dei diritti degli omosessuali così da ripulire la propria immagine, macchiata dai crimini commessi nei confronti della popolazione palestinese, agli occhi dell’opinione pubblica mondiale. L’assassinio di una giovane che manifestava richiedendo uguaglianza e diritti civili per tutti pone Natanyahu in una posizione di seria difficoltà.

Da una parte sa di non poter sorvolare sull’avvenimento (non come viene fatto con gran parte dei crimini ad opera di israeliani ai danni di palestinesi, per i quali solo l’1,9% delle denunce viene tramutato in condanne) dal momento che è una delle poche armi che permette ad Israele di riciclarsi come "democrazia occidentale", dall’altra deve fare i conti con quei componenti della maggioranza e del governo, in gran parte coloni essi stessi, che fanno parte di quelle formazioni ultra ortodosse che hanno promosso gli attacchi.

Ed è questo il motivo per il quale probabilmente questi due avvenimenti terribili non cambieranno le politiche israeliane: oltre a forse una punizione esemplare per i diretti colpevoli, non si farà niente per tenere a bada coloro che ritengono di avere diritto di strappare la terra ad altri perché così è scritto nella Torah così come continuerà la costruzione di nuovi insediamenti per coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme.

Ancora una volta, un ruolo importante potrebbe essere giocato dalla comunità internazionale dal momento che, in seguito agli attacchi che hanno visto morire il piccolo Ali, il Ministero degli Esteri palestinese, con l’appoggio di quello giordano, ha richiesto l’applicazione della Quarta Convenzione di Ginevra che potrebbe assicurare protezione internazionale ai civili palestinesi (inoltre a Ramallah si starebbe anche discutendo di richiedere l’inserimento dei gruppi di ebrei ortodossi nella lista delle associazioni terroristiche internazionali). Solo l’isolamento, a questo punto, potrebbe mettere alle strette il governo di Netanyahu, che al momento vede anche membri di partiti come Focolare Ebraico, parte integrante di quella destra ortodossa a cui i coloni fanno riferimento.

Ultima modifica il Lunedì, 03 Agosto 2015 23:33
Diletta Gasparo

"E ci spezziamo ancora le ossa per amore
un amore disperato per tutta questa farsa
insieme nel paese che sembra una scarpa"

Cit.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Free Joomla! template by L.THEME

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti.