Ogni settimana le notizie dal Giappone, a partire da Japan Press Weekly, ma utilizzando anche altre fonti. Una delle rubriche che più differenzia il nostro sito da altre esperienze e di cui siamo particolarmente grati all'autore! Il numero di Pillole a cui siamo arrivati dice da solo molte cose!
Oltre 500 cittadini hanno depositato, lo scorso 26 aprile, presso la Corte Distrettuale di Tokyo, un ricorso contro la legislazione sulla sicurezza nazionale, approvata lo scorso anno, affinché sia dichiarata incostituzionale. Tra i ricorrenti vi sono sopravvissuti alla guerra nel Pacifico e cittadini che abitano nei pressi di basi miliari. Uno degli avvocati del gruppo, Kazuhiro Terai, ha dichiarato, subito dopo il deposito del ricorso, che simili iniziative saranno riproposte in altre 15 Corti Distrettuali e che già altri 2000 cittadini sono pronti a firmare istanze similari.
Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, visiterà il Memoriale della Pace di Hiroshima. La visita sarà effettuata, il 27 maggio, in coincidenza con il termine del summit del G7 che si terrà nella Prefettura di Mie. E' la prima volta che un Presidente statunitense si reca nel luogo simbolo dei bombardamenti atomici del 1945 che colpirono le città di Hiroshima e Nagasaki.
“Do il benvenuto alla visita di Obama ad Hiroshima dal fondo del mio cuore. Vorrei che sia l'occasione nella quale Giappone e Stati Uniti commemorino, insieme, tutte le vittime” ha detto il premier Abe.
Possibile uno slittamento delle elezioni per il rinnovo della Camera dei Consiglieri: il premier Abe starebbe considerando questa possibilità in conseguenza del terremoto che ha colpito la Prefettura di Kumamoto, nell'isola di Kyushu. La nuova data potrebbe essere quella del 10 luglio. Secondo indiscrezioni filtrate alla stampa, potrebbe essere possibile anche uno scioglimento anticipato della Camera dei Rappresentanti, cosa che trasformerebbe le prossime elezioni in una consultazione politica generale.
Non cessano di suscitare polemiche le consuete visite ed omaggi dei massimi esponenti del governo allo Yasukuni Shirne, il tempio nel quale si celebrano i soldati caduti per l'Imperatore. A recarsi al tempio, lo scorso sabato è stato il ministro della Giustizia Mitsuhide Iwaki. “Ho portato i miei omaggi per esprimere gratitudine per le anime di quanti hanno combattuto per la nazione e sacrificato le loro vite” ha dichiarato Iwaki ai giornalisti.
Il premier Abe, pur non essendosi recato in visita, ha voluto comunque mandare degli omaggi rituali al tempio. “Il Giappone dovrebbe affrontare e riflettere a fondo sulla storia dell'invasione, rompere chiaramente con il militarismo e riconquistare la fiducia dei propri vicini asiatici e della comunità internazionale con concrete azioni” ha dichiarato Hua Chunying, Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino.
“Il Governo della Repubblica di Corea non può fare a meno di deplorare il fatto che alcuni membri in carica del Consiglio dei Ministri e parlamentari del Giappone hanno ancora una volta reso omaggio al tempio Yasukuni, che ricorda i criminali di guerra e glorifica l'invasione coloniale e la guerra di aggressione. I rappresentanti del Governo ed i legislatori del Giappone, i quali dovrebbero comportarsi in conformità con la responsabilità legata alla loro posizione, devono affrontare con esattezza la storia e mostrare attraverso azioni concrete la loro incondizionata auto-riflessione e sincero rimorso per le gli errori del passato” si legge invece in una nota ufficiale del Ministero degli Esteri della Corea del Sud.
Allo Yasukuni shrine sono ricordati circa 2.500.000 soldati nipponici, tra essi oltre mille criminali di guerra.
Prosegue, intanto, il lavoro di ricostruzione delle aree colpite dal terremoto nella Prefettura di Kumamoto. Il 25 aprile il governo ha deciso che l'80%-90% dei costi della ricostruzione saranno a carico del Governo centrale. A tale scopo sarà presentato, il 13 maggio, un bilancio supplementare per coprire tali spese. Collaborazione su tale tema è stata offerta dal Presidente dei democratici Okada.
Secondo stime dell'Esecutivo, i danni alle strutture pubbliche ed alle infrastrutture ammonterebbero ad oltre due miliardi e mezzo di dollari. I danni all'agricoltura sarebbero, invece, nell'ordine di 5 miliardi di yen, mentre quelli alle piccole e medie imprese si attesterebbero a 160 miliardi. Immediate misure per la ripresa economica della Prefettura, sono state chieste dal deputato comunista Shozo Majima, lo scorso 22 aprile.
Tra giovedì e sabato, una serie di forti scosse (tra 6.5 e 7.3 della scala Richter) hanno colpito l'isola di Kyushu ed in particolare la Prefettura di Kumamoto, provocando, ad oggi, 48 morti e quasi 3.000 feriti. Il numero degli sfollati è, invece, prossimo a 100.000. Oltre 164.000 le abitazioni prive di energia elettrica, mentre sono circa 8.700 quelle, parzialmente o totalmente, distrutte. Fermi gli importanti stabilimenti presenti nell'isola (Honda, Nissan, Toyota, Sony e Mitsubishi).
Il 20 aprile, intanto, il governo ha deciso lo stanziamento di 2.300.000.000 yen per gestire l'emergenza. Non coinvolta negli eventi sismici la centrale nucleare di Satsumasendai, nel Kyushu meridionale, che è rimasta attiva. Per lo spegnimento precauzionale dell'impianto, si era subito attivato, mediante una richiesta al governo, il Partito Comunista.
Il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato la prospettiva di crescita economica del Giappone allo 0,5% (contro l'1% della precedente previsione). Molto più rosee erano state le previsioni della Banca del Giappone, la quale aveva stimato una crescita, per l'anno 2016, dell'1,5%.
Il FMI ha anche invitato il Giappone ad andare avanti con il programmato, ed ulteriore, aumento della tassa sui consumi (dall'8% al 10%) al fine di poter disporre di fondi per future iniziative economiche.
Simile richiesta è arrivata anche dal Segretario Generale dell'OCSE, il messicano Angel Gurria, il quale ha affermato che il Sol Levante dovrebbe spingersi oltre il 10%, previsto per aprile del prossimo anno, per raggiungere il 15%.
Il premier nipponico, per parte sua, ha affermato, in questi mesi, che l'aumento potrebbe essere ritardato nel caso avvenga un sostanziale recupero della crescita economica.
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