Ogni settimana le notizie dal Giappone, a partire da Japan Press Weekly, ma utilizzando anche altre fonti. Una delle rubriche che più differenzia il nostro sito da altre esperienze e di cui siamo particolarmente grati all'autore! Il numero di Pillole a cui siamo arrivati dice da solo molte cose!
Firmato ad Atlanta, negli Stati Uniti, lo scorso 5 ottobre, l'accordo quadro del Trans-Pacific Partnership Agreement (TTP). L'accordo di libero scambio interessa alcune delle più importanti economie che si affacciano sull'Oceano Pacifico (su tutte: Stati Uniti, Giappone, Vietnam, Perù, Australia) e che rappresentano il 40% del PIL mondiale.
Soddisfazione è stata espressa dal viceministro allo Sviluppo Economico italiano Carlo Calenda, intervistato da Il Sole 24 ore di martedì, per il quale la firma dell'accordo per l'area del Pacifico faciliterà quella del suo gemello euro-americano TTIP.
L'accordo dovrà ora essere approvato dai parlamenti nazionali. Scontata l'approvazione da parte della Dieta del Giappone, meno quella del Congresso statunitense.
L'approvazione dei disegni di legge “di guerra” da parte della maggioranza conservatrice della Dieta ha rimescolato le carte nella frastagliata opposizione favorendo l'avvicinamento dei vari partiti: uniti, sia pure tra mille distinguo, sulla non opportunità dell'affermarsi di politiche militariste.
Lo scorso 25 settembre hanno discusso sulla necessità di formare una coalizione volta a ristabilire la tradizionale politica pacifista del Sol Levante il Presidente del Partito Comunista Shii ed il suo omologo democratico Okada.
Incontri sono stati tenuti da Shii anche con il leader del Partito della Vita del Popolo Ichiro Ozawa (“Ho molto apprezzato la proposta del PCG. Lavoreremo sodo per realizzarla”) e con quello del Partito Socialdemocratico Tadatomo Yoshida, il quale vorrebbe spingere l'accordo anche su altre materie: “abbiamo bisogno di promuovere la cooperazione elettorale tra noi se concordiamo sugli obiettivi politici di fare del Giappone un Paese libero dall'energia nucleare, ridurre il divario tra ricchi e poveri ed impedire l'aumento della tassa sui consumi”
Approvati definitivamente i contestatissimi disegni di legge volti a consentire un ampio impiego all'estero delle Forze di Autodifesa e che trasformano - di fatto - il Giappone in un Paese in grado, in alleanza con altri, di ingaggiare conflitti.
I disegni di legge (che complessivamente modificano dieci norme) hanno avuto l'approvazione finale della Camera alta della Dieta lo scorso 19 settembre, in un clima di fortissima tensione.
Eliminato, lo scorso 11 settembre, il tetto di tre anni per i rinnovi contrattuali dei lavoratori interinali. La modifica della legge sull'uso di tali contratti è uno dei punti cardine delle politiche del lavoro della maggioranza conservatrice. Hanno votato contro tutte le opposizioni.
“Non credo ci sia mai stata una così pessima legislazione che, platealmente, aiuta le aziende sfruttatrici che hanno tratto profitto dall'uso illegale del lavoro interinale ed, allo stesso tempo, tradisce i lavoratori in un momento nel quale essi potevano ottenere migliori condizioni” ha affermato il senatore, ed ex sindacalista, democratico Michihiro Ishibashi.
“Il lavoro interinale rappresenta un problema se si guarda alla prospettiva di creare una solida base per l'economia giapponese” ha dichiarato il deputato ed ex ministro del Lavoro nel governo Hatoyama, Akira Nagatsuma.
Interrotti, lo scorso 7 settembre, i colloqui, concernenti la ricollocazione della base di Ginowan a Nago, tra l'amministrazione della Prefettura di Okinawa, guidata da Takeshi Onaga ed il governo centrale. La rottura si è consumata subito dopo il colloquio intercorso tra Abe ed Onaga. Al termine dell'incontro, il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshihide Suga, ha confermato la volontà del governo di riprendere i lavori preparatori per la costruzione della nuova installazione militare per la metà di settembre.
“Userò ogni mezzo a mia disposizione per interrompere i lavori” ha, invece, dichiarato Onaga. Una manifestazione anti-base, che aveva visto la partecipazione di quasi quattromila persone - tra essi il sindaco di Nago, Inamine, ed il deputato comunista Akamine - si era tenuta il 5 settembre.
Grande opposizione popolare ai disegni di legge presentati dalla maggioranza conservatrice per l'impiego delle Forze di Autodifesa all'estero. Manifestazioni simultanee si sono tenute in tutte e 47 le Prefetture. A Tokyo, nei pressi della sede della Dieta, con circa 120.000 partecipanti, si è tenuta la protesta più numerosa.
“Uniamoci per far crescere l'opposizione ed ottenere il ritiro dei disegni di legge e le dimissioni del Primo Ministro Abe” ha affermato nel proprio discorso ai manifestanti il leader del Partito Comunista Shii. Presenti alla dimostrazione anche i leader del Partito Socialdemocratico e del Partito Democratico.
Contrario alla nuova legislazione in fase in discussione anche la Federazione Nazionale dei Sindacati dei Lavoratori Portuali. Proteste si sono tenute nei porti di Tokyo, Osaka, Yokohama e Kobe.
Un appello per il ritiro dei disegni di legge è arrivato anche da oltre 300 avvocati ed accademici che, lo scorso 26 agosto, hanno convocato una conferenza stampa.
Tra i giuristi in prima linea contro le politiche militariste di Abe, il presidente della Federazione delle Associazioni Forensi Susumu Murakoshi e l'ex direttore dell'Ufficio Legislativo del Governo Masasuke Omori: “è totalmente inaccettabile che un governo arbitrariamente cambi la tradizionale interpretazione del carattere pacifista della Costituzione” ha dichiarato quest'ultimo.
In ambito scolastico, la città di Imabari (Prefettura di Ehime), lo scorso 28 agosto, ha deciso di eliminare dalle scuole medie cittadine i testi pubblicati dalla casa editrice revisionista Ikuhosha.
Nel settore dei trasporti, lo scorso 31 agosto, il deputato comunista Shozo Majima ha chiesto, insieme ad un gruppo di cittadini di Fukuoka, che la compagnia ferroviaria Kyushu Railway rimetta il personale in 12 stazioni, sulla linea Kashii, che da marzo ne sono sprovviste.
Per l'azienda che gestisce la linea il servizio ai passeggeri e la loro sicurezza possono essere coperti mediante assistenza telefonica e videosorveglianza. Di parere opposto il gruppo civico che ha chiesto il ripristino del personale, per il quale il miglior modo per avere una stazione sicura e funzionale è la presenza di un numero adeguato di dipendenti.
(con informazioni di Japan Press Weekly 26 ago. - 01 sett. 2015)
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